Sì: Marisa, Gabriella
No: Tomas, Michele, Pierpaolo, Luisella, Marinella, Alessandro
Nì: Alessandra Co., Marco
Gabriella (sì, proponente): Lessi questo libro molti anni fa, presumo poco dopo la sua pubblicazione. Ricordo che mi piacque e così ho deciso di proporlo, in parte per vedere se il mio pensiero fosse cambiato. Il personaggio di Cassandra mi ha sempre affascinato, così pure la mitologia greca. E’ un libro di non facile lettura e per niente scorrevole, non riuscivo a leggere più di alcune pagine al giorno, ma ho apprezzato la capacità della Wolf di immedesimarsi in Cassandra e di saper trasmettere le emozioni della protagonista, quasi sempre forti se non violente, la descrizione dei personaggi, l’amore per Enea, l’ammirazione per Anchise, la consapevolezza delle limitazioni del suo essere donna, seppur sacerdotessa e figlia di re. Ho visto Troia e camminato sulle antiche strade. E’ stato un viaggio a ritroso nel tempo e sono riuscita a collocare con maggior chiarezza personaggi i cui nomi mi risultavano vaghi. Decisamente un buon ripasso :-)
Marinella (no): E’ un libro che ho letto molti anni fa, consigliato da un’amica a cui piaceva molto. Era, all’epoca, un libro di culto delle femministe perché è la storia di una donna, di una figlia, di una sorella, di un’amante, di una madre e ci parla di sentimenti che sono di tutte le donne. Come leggo nella postfazione "in questo racconto, ciò che davvero ci viene narrato è come una donna impara a vedere a dispetto della volontà degli dèi e di quella degli uomini". E’ un lungo monologo con una scrittura bellissima, secca e nervosa. Rileggendolo, all’inizio mi ha avvinto, poi l’ho trovato profondamente noioso.
Alessandra Co. (nì): Non do giudizi ma parlo del mio vissuto. L’inizio mi ha attratto ma poi mi ha innervosito per la mancanza di sobrietà che è propria del testo antico e mi ha suscitato stati d’animo altalenanti. Ho rivissuto i miti in modo logico. Leggevo il vissuto di Cassandra e percepivo allo stesso tempo, da parte sua, emozioni razionali.
Tomas (no): Ho letto il libro con molta fatica. Mi ha stupito come avvenimenti così grandi siano stati descritti con tale piattezza e con parole così povere. Dal mio punto di vista è scritto assai male, ho notato ad esempio l’uso dei nomi latini invece di quelli greci (ignoranza pura).
Marisa (sì): La lettura, che presuppone una documentazione preliminare del mito di Cassandra e delle vicende legate alla guerra di Troia, è interessante anche grazie al linguaggio stringato e spesso frammentato, che riproduce efficacemente il flusso di coscienza della protagonista. Ed ecco allora il monologo di Cassandra che, prossima alla morte, volge il suo sguardo melanconico al passato, a cominciare dalla sua infanzia e adolescenza fino a percorrere tutta la sua vita. Risaltano la sua sensibilità esasperata e la sua fragilità, l'orgoglio del proprio prestigio come veggente e il rammarico per l'incredulità con cui vengono accolte le sue profezie, tutte portatrici di sventure e tutte destinate ad avverarsi. Vi sono le incomprensioni con l'amato padre Priamo e la madre Ecuba, l'amore idealizzato e ricambiato per Enea, il rapporto ambiguo con il sacerdote Pantoo, l'ammirazione e la fiducia incondizionate riposte in Anchise, l'odio sviscerato per la “bestia” Achille che le uccide l'adorato fratello Troilo, l'atteggiamento di riprovazione verso Paride e la bella Elena, il cui rapimento viene usato come pretesto per scatenare la guerra di Troia: questi e numerosi altri personaggi e vicende che alcuni critici hanno interpretato metaforicamente come parallelismi situabili nel contesto storico della Germania in cui visse la Wolf. Cassandra, nella sapiente rielaborazione mitologica dell'autrice, è la figura emblematica della donna che, restia ad accettare il ruolo di subalternità nei confronti dell'uomo, non riesce tuttavia a emanciparsi e a ribellarsi come vorrebbe e che perciò vive in eterno conflitto con se stessa e con le figure maschili che le si avvicinano.
Pierpaolo (no): Voto no, malgrado le tematiche del libro siano molto interessanti, e sempre attuali. Mi riferisco alle contrapposizioni dialettiche individuo/società, maschile/femminile, cieco/veggente, prigioniero/liberato, contrapposizioni che sono tipiche ad esempio della fantascienza distopica. Forse perché la DDR per molti anni è stata una utopia distopica realizzata. Nella lettura si trovano molteplici rispecchiamenti tra le vicenda di Troia e di Cassandra, e quelle della DDR e della scrittrice: credo che questo sia il segno di un gioco esplicito e intrigante, ma che mi sembra troppo insistito. Così possiamo riconoscere nella veggente non creduta dai troiani l’inascoltata intellettuale (la scrittrice) non più organica al partito. Nella proto-femminista Cassandra si rispecchia almeno due volte la Wolf, in quanto donna e in quanto scrittrice, o forse tre, perché presagisce ormai la fine della DDR, come la figlia di Priamo aveva anticipato quella di Troia. E così i troiani difendono Elena dai Greci, per non rivelare una menzogna (la vera Elena non è a Troia, è in Egitto), cioè difendono qualcosa che non c’è, un’invenzione inconfessabile, come quella del Comunismo dietro la cortina di ferro. E così dentro le mura di Troia (il muro di Berlino) comanda Eumelo, il capo della polizia, ovvero la Stasi. Una guerra e un nemico fuori (il capitalismo, gli americani) rafforzano un regime e la sua polizia dentro, e il veggente è chi non si fa accecare dalla repressione, dalla polizia, dalla ragion di Stato. In conclusione voto no perché ho trovato noiosa la lettura di un libro che considero datato. In particolare mi allontana e distoglie la stessa ambientazione classica, che per mia ignoranza mi infligge la pena di continue ricerche su nomi e circostanze, che continuo a dimenticare un momento dopo averle verificate. Ulteriore punizione mi aggiunge la forma del lamento elegiaco, che trovo ripetitiva e nella sua moderna versione post stream of consciousness anche sfuggente: il procedere per associazioni libere e visionarie, la decostruzione della trama, per altro arci-nota, mi fanno mancare punti fermi, se non l’attesa dell’esecuzione della povera Cassandra, che confesso di aver aspettato con impazienza, unico evento che potrà liberarmi dalla dura pena di sonnolenza cui mi condanna questa lettura. Ho anche il sospetto che la traduzione non sia tanto buona quanto si dice in giro. La traduttrice è Anita Raja, la presunta Elena Ferrante (di cui anche per questo non mi viene voglia di leggere niente), che dice della Wolf: «Non c'è niente di casuale nella sua scrittura, cosa che fa di lei un autore difficilissimo da tradurre », e aggiunge «Ho provato da subito una forte ammirazione per la potenza della sua scrittura, malgrado lo stile elevato abbastanza distante dalla mia sensibilità». Prendo atto di queste scuse non richieste, ma temo che nessun editore oggi si voglia far carico di una nuova traduzione di Cassandra.
Michele (no): Pur concordando con rispetto la rivisitazione della Wolf, mi sono sentito molto mortificato e ignorante perché non ricordavo fatti e personaggi. Ho trovato il libro macchinoso perché la mia cultura classica risale ai tempi della scuola, non avevo gli strumenti per leggerlo e non sono stasto in grado di apprezzarlo. Speravo in una svolta ma tutto il libro ha lo stesso tono. Ho letto “Il cielo diviso” della stessa autrice che invece è molto bello, “Cassandra” è completamente diverso, quasi un’oratoria. La Wolf era contraria al regime in modo metaforico, in realtà seguiva le direttive del partito.
Luisella (no): Il mio è un secco “NO”. Magari dovrei astenermi dal giudizio considerando che ho letto pochissime pagine. Tuttavia, l'ho trovato veramente ostico, sgradevole. La prima pagina mi ha illusa, ricordandomi nello stile addirittura Memorie di Adriano (quando alla fine dice “Cerchiamo di entrare nella morte ad occhi aperti”), per poi però deludermi immediatamente nelle successive, con uno stile affascinante se preso a piccole frasi e tremendamente noioso se preso a brani più lunghi. Inoltre, come Michele, anch'io mi sono sentita mortificata dal fatto che ricordavo assai poco di mitologia e dovevo cercare continuamente riferimenti. Ma questa è una mia colpa. Ritengo invece che sia colpa dell'autrice lo stile così soporifero. Forse non è giusto abbandonare un libro dopo poche pagine, ma questa volta ho voluto esercitare questo “diritto del lettore”.
Alessandro (no): Ascoltare i commenti degli altri dà molto più senso ad un libro. Ne ho letto soltanto un terzo, lo stile non mi piaceva, è troppo frammentato. L’ho letto in viaggio ma ho fatto molta fatica a “digerirlo”. E’ un classico della letteratura femminista ed è di estrema attualità. Alcune frasi e situazioni mi hanno colpito: quando Cassandra dice "Tutti i maschi sono bambini egocentrici ma non Enea", la scena dello sverginamento in cui si nota la mancanza di solidarietà femminile. Oggi viviamo in un contesto iniquo e di sopraffazione violenta da parte del maschile sul genere femminile. Molte donne purtroppo mancano di consapevolezza e non sono in grado di agire e reagire. (Riporta l’esempio che attualmente in Europa su 27 capi di stato, solo 3 sono donne.)
Marco (nì, inviato tramite WA): Per quanto riguarda Cassandra... mi è piaciuto? Ni. Dopo la partenza alla grande la scorsa volta, Cassandra non mi è stato di facile lettura per la punteggiatura e il flusso di pensiero che ho faticato a seguire. Forse se avessi letto la postfazione prima del testo, sarebbe stato d'aiuto nella lettura e nel comprendere lo stile della Wolf. Mi sono trovato spesso a rileggere la stessa pagina per riprendere il filo del discorso, ho cercato di tenere il filo della cronologia, dei nomi (e anche al liceo non mi era facile seguire i nomi della mitologia greca!). Ad un certo punto ho deciso di abbandonare questo sforzo e di seguire l'onda del flusso di coscienza di Cassandra accettando di cogliere ciò che mi era possibile, senza sforzo. E' stato così che ho iniziato ad apprezzare di più il testo e i temi che portava. Le utlime pagine hanno ripagato lo sforzo e il disorientamento iniziale, e trovarmi casualmente a terminare la lettura col sole al tramonto è stata una cornice particolarmente adatta a cogliere le ultime parole di Cassandra. Dunque Ni... ma grazie della proposta!
Prossimo libro: "Cronaca familiare" di Vasco Pratolini (preferito a "Giuda" di Amos Oz e a "La notte" di Elie Wiesel)
Prossima proponenete: Luisella
Prossimo incontro: 28 aprile