In fuga (di Alice Munro)

Proposto da Donatella

Riferimenti: IBS, Wikipedia

Discussione di settembre 2009

Perchè è stato proposto:

La scelta è stata determinata da parte di Donatella, dal modo di scrivere di questa autrice canadesse che riesce ad esprimere molto bene gli stati d'animo.

A chi è piaciuto: Giovanna, Donatella, Patrizia, Franca, Massimo, Alessandra.

A chi è piaciuto con riserva: Mirella, Oscar, Massimo Frico, Maddalena.

Giovanna: Sensibilità, cura nello scritto, per questo mi ricorda una scrittrice sudafricana, Nadin Gordimer, che però,nei suoi scritti, a differenza di quello che ho percepito dalla lettura del libro che stiamo commentando, trasmette un messaggio legato alla sua terra o al problema dell'aparthaid. In questo testo non ho trovato un assunto, testi quasi sradicati, mi ha incuriosito questo Canada per me impercepibile. Si percepisce il vissuto, ma slegato dall'ambiente. Il racconto che ho preferito è stato il primo, anche i racconti su Juliet e quello sul destino mi sono piaciuti molto.

Donatella: Chiede un giudizio su Juliet, personaggio principale dei tre racconti collegati.

Mirella: Non mi è piaciuta la scrittura ed ho percepito attraverso il vissuto dei personaggi un certo snobismo legato ad una cultura vissuta in modo presuntuoso. A volte percepivo un'accozzaglia descrittiva. Mi è piaciuto il racconto del destino, quello del vestito verde.

Maddalena: A libro finito ho pensato che la scrittrice si sia vissuta come un'intellettuale, si sia sentita diversa per questo motivo. Io le descrizioni invece le ho trovate quasi ecessive, a volte. Le storie sono molto diverse. Mi è piaciuto soprattutto “Rimetti a noi i nostri debiti”, l'ho trovato il più vero. Su Juliet trovo verosimile il primo racconto , il secondo così così il terzo è il meno verosimile. Condivido il pensiero di Giovanna, manca qualcosa.

Massimo: Sarò breve perchè il libro mi è piaciuto. L'assunto del libro è: non c'è una legge, siamo in preda al caos, come dei burattini. Lo stile è molto impersonale. Il Canada si sente, non c'è una realtà urbana, incontramio spazi ampi e persone introverse. Gli ultimi due racconti sono quelli che preferisco, anche se nel in quelo del destino, l'apparizione del fratello gemello sembra un po' improbabile.

Patrizia: Un romanzo così non mi piacerebbe, ma nel racconto questa modalità descrittiva mi piace. Piacevole, ben scrittto, ma manca un significato. Mi hanno lasciato un sottile piacevole senso di inquietudine. Passione è il racconto che ho preferito, assieme al primo racconto di Juliet. La crescita di Juliet è toccante, la fine è deludente, ci si aspettava una crescita che non avviene.

Franca: Scritto molto bene, ogni racconto potrebbe dar vita ad un romanzo, però sembra un esercitazione letteraria. Percepisco ora un filo conduttore, ma penso vada oltre il destino, c'è una crudeltà di fondo, però resta una bella esercitazione letteraria. Avrei avuto piacere di leggere una biografia della scrittrice piuttosto delle critiche di quarta di copertina.(qualcuno ipotizza che I critici abbiano letto il libro sbagliato) Nel primo racconto percepivo ancora dell'entusiasmo, poi non più. L'autrice è descrittiva e non partecipante.

Oscar: Ho letto solo i primi quattro racconti(in lingua originale, n.d.r.). Mi ha fatto riflettere sulla cultura canadese e su quella americana. L'italiano medio sente la madre una volta al giorno, l'americano non è così, c'è un distacco maggiore. Non sono riuscito ad immedesimarmi perchè mancavano le emozioni. Mi è piaciuto il personaggio di Juliet quando rivede le stanze della sua casa, mi immedesimavo, capita anche a me, quando torno a Salerno e osservo distaccato. Amo buttare via le cose vecchie per lasciare posto a quello che deve venire. Quando attraverso i posti del passato lo rivivo e osservo le emozioni che provavo, quasi come fossi un altro e potessi consolarlo, confrontarmi, aiutarlo.

Massimo frico: Letto il primo racconto mi sono sentito abbastanza estraneo. E'un libro scritto da una donna per le donne. Poi ho cercato di leggerlo in modo spregiudicato. Non ho provato grandi emozioni. Non ho finito il libro, ma mi ha dato l'impressione che non accadesse nulla, personaggi che si vedono passare un treno che non riescono a prendere e gli scappa sotto al naso. L'ambiente non cambia, donne che non cambiano, non si sa bene perchè, ma è così.

Alessandra: Quando ho iniziato il libro, alla fine dei primi racconti, aspettavo un superamento che non arrivava. Il sentimento evocato era quello scritto da Quasimodo. Ognuno sta solo sul cuor della terra trafitto da un raggio di sole: ed è subito sera. Poi ho colto la fuga di cui parla il titolo, la fuga dei personaggi da quel possibile salto di qualità che i protagonisti sembrano quasi incapaci di cogliere, come mancasse la coscienza, troppo persi dal loro vissuto (che diventa un non vissuto). Man mano che proseguivo la lettura, apprezzavo maggiormente le storie, fotografie di momenti di vita in cui si potrebbe trasformare tutto, ma non si è in grado di fare quel salto, si scappa dalle propie storie e si preferisce credere che va bene così.