Opinioni di un clown (di Heinrich Böll)

Proposto da Loredana

Riferimenti: Amazon, Wikipedia

Discussione di settembre 2012

Sì: Michele, Marisa, Mirella, Gabriella, Loredana

Nì: Tomas, Oscar, Massimo I., Maddalena

No: Franca, Marinella, Giuseppe. Giovanna, Alessandra

Loredana (proponente): Sì

Lo lessi anni fa e mi piacque tantissimo: mi immedesimavo molto nel clown con i suoi dubbi, il vedere la realtà oltre il vetro. In questa seconda lettura però l’ho trovato poco scorrevole e parecchio datato, ma confermo la somiglianza con il personaggio.

Oscar: Nì

Nì perché ne ho letto solo metà in cui non mi ha preso per il senso di frustrazione nel vedere il clown che si autoalimentava di energia negativa.

Mi ha impressionato la facilità con cui Maria si è concessa a lui molto passivamente. Per il resto mi è sembrato un film di Woody Allen in cui c’è qualcuno che si compiace e si lamenta di avere una vita rovinata.

Franca: No

Ho letto saltando qualche passo alla ricerca di una svolta che non è mai arrivata. Lo scrittore esprime benissimo le sensazioni ma il libro è datato: forse era dirompente negli anni ’60 in quanto anticonformista. Molto adolescenziale anche la costruzione e la narrazione.

L’autore non risparmia nessuno: oltre a criticare la società e la famiglia con le parole del clown, non risparmia neppure quest’ultimo che alla fine risulta essere in inetto che non combina nulla di buono.

Mirella: Sì

Mi è piaciuto anche se poteva ridurlo alle prime 20 pagine. HB riesce molto nei racconti brevi (esempio quelli sui soldati).

Per comprenderlo serve sapere un po’ di storia della Germania, della DC e della sua influenza sulla vita coniugale.

Dopo la guerra Bonn diventa improvvisamente la capitale: non è più la Bonn dell’infanzia del protagonista, è diversa. E così il libro racconta di una Germania che non c’è più e che vuole rifarsi, vuole cancellare il passato orribile. Ma per farlo crede di lavarsi la coscienza: gli ex-nazisti diventano fautori del boom economico e il cattolicesimo fornisce un nuovo vestito al partito che ne confeziona uno nuovo anche a tutto il paese.

La madre era nazista… “ma nel frattempo era diventata socialista a capo del Comitato Centrale contro le discriminazioni razziali”. E il libro poteva finire qui.

Gabriella: Sì

Grazie alla spiegazione di Mirella ora mi è più chiaro. Pensavo che questo anticonformismo fosse solo una posizione dell’autore. E pensavo anche che il clown fosse un po’ la vita dell’autore ma invece uno viene da una famiglia benestante e l’altro da una povera.

Nonostante le ripetizioni l’ho trovato assai scorrevole.

Marisa: Sì

E’ uno dei libri più belli che ho letto ultimamente. Perché l’autore ha scelto un clown? Perché il vero volto del protagonista è un volto truccato dietro al quale riesce a denunciare tutto, a ridere e a piangere. Solo alla fine riesce ad abbattere il muro dell'angoscia che lo rinchiude nel suo vittimismo e sceglie il contatto con la folla. Inferocito contro il cattolicesimo che gli ha rubato Maria, si scaglia contro tutti, contro la famiglia avara di soldi e di sentimenti. L’unica figura che si salva è Henriette.

Il ritmo non lascia respiro e anche l’idea di sentire gli odori attraverso il telefono è straordinaria.

Tomas: Nì

Sono d’accordo con quanto detto da Mirella e Gabriella. Ho detto Nì per la critica al cattolicesimo che taglia la libertà a tutti ma il libro era troppo ripetitivo e non accadeva mai niente: solo nelle ultime 10 pagine finalmente è successo qualcosa.

Massimo I.: Nì

Lo lessi anni fa e me lo ricordavo divertente, spiritoso e sferzante. A distanza di anni lo trovo illeggibile. Non sarà mai un classico perché la disputa cattolicesimo-protestantesimo è ormai superata, ora siamo a quella tra cristianesimo e islam.

Secondo me la chiave del libro è l’incontro con il padre in cui si svela la vera nauta del protagonista. Fino a quel momento lo pensavo un valido uno che lottava per i suoi ideali. Ma in quell’incontro si è rivelato un ragazzo viziato, un bohemiéne che si diverte a fare l’anticonformista ma che si sente le spalle coperte. Un egocentrico che rende impossibile la vita a Maria fino a che questa alla fine fugge e si libera di lui.

Belle le frase “gli atei non fanno altro di parlare di dio” e “i ricchi non fanno altro che parlare di soldi”.

Massimo M. : No

Ne ho letto solo metà e con estrema fatica: era troppo ripetitivo. Interessante la spiegazione di Mirella.

Maddalena: Nì

Me lo avevano regalato anni fa e mi piacque ma non mi ricordavo assolutamente nulla! Mia figlia l’ha letto in due giorni dicendomi “bellissimo”. Io dico che lo scrittore è bravo, esce con frasi valide. Ma vorrei vedere la storia del clown e Maria sotto un’altra prospettiva: la società era veramente terribile verso le donne e, pur essendo anticonformista, anche lui agiva da vero egoista. Rifiuta il matrimonio per il problema dell’educazione dei figli: forse non era vero amore!

Michele: Sì

Mi è piaciuto tantissimo e lo ritengo un classico: ha 50 anni ma rimane nella storia dei libri. E’ addirittura lungimirante perchè quello che descrive sta succedendo anche oggi in Germania.

Il boom economico ha salvato tutti dopo la tragedia del nazismo e il clown è un uomo contemporaneo che parla di un popolo intero. La maschera che porta si sgretola, lo abbandona ma nonostante ciò continua la sua lotta pur apparendo ridicolo (perché solo chi lotta da solo si espone alle risa degli altri). Ma ha il coraggio di lottare contro tutta la Germania che qui è rappresentata da sua madre, lui un uomo che si è reintegrato nella società e dal di fuori quindi la critica.

Giovanna: No

La mia è stata una lettura superficiale che non ha contestualizzato la narrazione della storia tedesca. Questa per me è la vicenda di due poveracci, di due stupidi che non sono capaci neppure di un rispetto reciproco: un fannullone che critica banalmente la famiglia senza però esserne migliore e l’altra un’incarnazione della stupidità femminile che dice di essere religiosa ma che si concede subito e pratica (secondo me) due aborti.

La scrittura è bellissima ma il romanzo era una serie di luoghi comuni e scene di bigottismo che erano frequenti anche qui da noi negli anni ’60, anche in forme più estreme.

Marinella: No

Ho apprezzato l’intervento di tutti e soprattutto quello di Mirella che mi ha fatto capire di più il testo: l'avessi sentito prima sarebbe forse stato meno noioso di come l’ho trovato: assai noioso.

Non lo ritengo un classico perché oggi non ci dice più niente, non ha un linguaggio universale che va oltre lo spazio e il tempo. I problemi dei personaggi sono molto distanti da noi.

Anni fa, quando lo lessi la prima volta, mi piacque ma ora lo trovo molto datato.

Giuseppe: No

Grazie a Mirella per la spiegazione. Senza quella il libro mi è apparso molto noioso: odiosa era la storia e i personaggi. Nessuno ispirava simpatia. M infastidiva la sua incapacità a gestire e a dare valore al denaro: la scena del marco gettato dalla finestra mi ha disturbato moltissimo.

Sentivo che però l’autore voleva dirci qualcosa di più della critica lanciata dalle parole del clown, ma non sono stato capace di capire quale fosse il messaggio. Forse doveva mettere qualche elemento in più che arricchiva sia la storia sia la comunicazione.

Alessandra: No

Ho perso la spiegazione di Mirella. Ho visto il libro come una critica alla società e alla famiglia borghese. La prima parte e piena di luoghi comuni, ma la seconda mi ha fatto pensare a “L’insostenibile leggerezza dell’essere” di Kundera: anche lì si racconta come ogni storia viene vista e vissuta in modo diverso da ciascuno di noi. Per questo ritengo sbagliato categorizzare: i cattolici non sono tutti uguali, e non solo loro, il mondo è variegato.Ricordando S. Agostino e il mondo variegato ricordo: l'entropia tende all'infinito, possiamo provare a pensare di rincorrerla, ma penso che rischieremo di perderci ai confini dell'universo.


Prossimo libro: “I Vicerè” di F. de Roberto (preferito a “Un indovino mi disse” di T.Terzani e a “Paula” di I. Allende)

La prossima terna verrà proposta da Marinella

Prossimo incontro: 26 ottobre, sempre da Loredana.

Ricordo che

- 12 ottobre incontro Assaggialibri per “Istruzione per rendersi infelici” da Alessandro

- Vincitrice del concorso “La sovrana lettrice”: Marinella!!!