La letteratura è la mia vendetta (di Claudio Magris e Mario Vargas Llosa)

Proposto da Mirella

Riferimenti: IBS

Discussione di gennaio 2015

La discussione è stata molto vivace e non sempre legata al gradimento del testo: si è parlato dei limiti della satira, di libertà, del ruolo di Magris in campo letterario. Tutti hanno preso calorosamente parte alla discussione, ma le buone maniere degli assaggialibri e le abbondanti libagioni hanno impedito agli animi di accendersi nonostante le differenti posizioni.

Mirella (proponente): ho scelto questo saggio per il titolo, Vendetta dello scrittore contro il caos del mondo, ma anche del lettore. L’unico modo di sopravvivere nel Caos del mondo e dargli ordine o interpretazione tramite il romanzo. Il romanzo, anche quello utopico, permette di migliorare la realtà perché ne fa vedere le possibilità di miglioramento. Ho trovato la trattazione di Vargas Llosa più coinvolgente e diretta. Mi è piaciuto anche l’accenno a Ulisse rappresentante l’uomo che non si arrende. Attualissima ho trovato l’ultima parte: l’accenno ai valori irrinunciabili della nostra società spesso in conflitto con le tradizioni di altre religioni.

Il libro è piaciuto?

Hanno risposto sì: Mari, Alessandro, Gabriella, Alessandra Co. e Franca.

Hanno risposto nì: Massimo I., Maddalena e Marisa.

Maddalena (nì): Un saggio, e con questo titolo, non può iniziare in modo così fastidioso, inoltre ogni capitolo è scollegato. Simpatico Llosa. Mi piace la parte del tempo anche se non è stata approfondita. Ci sono diversi luoghi comuni sul romanzo. Mi ha infastidito il fatto che le opinioni non vengano approfondite e che vi siano espressioni banali e snob.

Mari (sì): Mi è dispiaciuto quando è finito, è un libro piccolo ma ricco, avrei voluto leggere di più. Il titolo significa per me che la letteratura è la vendetta dello scrittore nei confronti della realtà e della società. Le dittature temono i libri e la cultura perchè non vogliono avere cittadini consapevoli e responsabili, bensì facilmente manipolabili. Si parla di Charlie Hebdo... Interessanti nel saggio le parti che riguardano l'uso dei tempi, come i bambini giocano, il tempo "impuro" di Svevo.

Alessandro (sì): Il testo è piuttosto frammentario e i temi non sempre approfonditi. La Vita è vista come Caos e la narrazione serve a dare ordine. L’ultima parte del saggio è molto attuale. Mi è piaciuto di più Magris e il riferimento all’identità plurale. Il vero dialogo è fondato sul riconoscimento della diversità, non sul livellamento.

Gabri (sì): Mi è piaciuto moltissimo. Vi ho trovato tanti argomenti interessanti ma non esposti in modo lineare e che avrebbero richiesto maggior approfondimento. Alla fine, però, tutti gli argomenti mi sono sembrati collegati. Mi è piaciuto il tema di Ulisse.

Alessandra Co. (sì): Pieno di spunti che avrei voluto approfondire. Magris e Llosa mi sembrano due intellettuali chiusi nella loro torre d’avorio, un po’ mi hanno infastidito. Condivido l’idea della necessità della letteratura per trasformare la realtà, e di come sia importante per la nostra vita poter ricorrere alla letteratura per costruire il nostro mondo. Ricordo che nella la mia infanzia il mondo reale e quello fantastico coesistevano.

Marisa (nì): Molto scollegato, non è un saggio lineare. Alcuni spunti sono interessanti. Mi è piaciuto di più Llosa. Secondo Magris, l’utopia è necessaria per far capire che il mondo deve essere migliorato. Demoni e doveri dello scrittore: due facce della stessa medaglia. Per Llosa, lo scrittore interpretando il caos della realtà, dà delle spiegazioni. La vita è caos, il romanzo è un ordine inventato. Il tempo del romanzo non è il tempo che viviamo. La vendetta della letteratura è raccontare andando a monte dei fatti.

Franca (sì): In realtà lo trovo poco saggio e molto conferenza: inutili i reciproci complimenti tra i due scrittori. Vi son molte riflessioni condivisibili: la vita è caos e lo scrittore dà un ordine. Bisogna essere critici ma non innamorati delle proprie idee. Temi molto attuali.

Massimo I. (nì): Ma avrebbe potuto essere no, se si fosse trattato solo di Magris, oppure sì se non ci fosse stato anche Magris. (Evidentemente Magris non incontra le sue simpatie.) Vi è un equivoco di fondo sul fatto che Magris sia un narratore. Magris è colto, ma dà fastidio la sua erudizione nel citare. Fuori luogo i salamelecchi iniziali, inutile la distinzione tra la scrittura del romanzo e quella del saggio. Ho apprezzato Llosa, che trovo più originale.


Prossimo saggio: "La scimmia nuda" di Desmond Morris (preferito a "Essere o avere" di Erich Fromm e "Vangeli di Giuda" di Elaine Pagels).

Prossimo proponente: Alessandro.

Prossimo appuntamento: 10 aprile, da Alessandro.