SÌ (unanimità): Adriano, Alessandro, Andreina, Katia, Luisella, Marinella, Pierpaolo, Oscar, Sonja e Stefania.
Adriano (proponente): Quando mi sono trasferito a Napoli ho letto libri per capire la città e questo è uno dei primi letti. Uno dei temi importanti è quello dei "lazzari" che fanno parte di una fascia di popolazione che non è scomparsa. Striano nell'analizzare quell'epoca parla del contemporaneo. Napoli è una città dai contrasti forti e il libro lo evidenzia.
Marinella: Condivido tutto quello che ha detto Sonja. E' un romanzo storico che descrive bene il momento storico e ci dà uno splendido ritratto di donna. Protagonista del romanzo però per me non è Leonor, per me è Napoli, "da Napoli non si sarebbe più mossa, vi alitava supremo senso della vita, in equilibrio tra pietà e disincanto", che aggiungere?
Andreina: Non l'avrei mai letto perché non amo la storia. Nel libro mi hanno interessato i personaggi.
Stefania: Interessante nel libro l'aspetto migratorio. Affascinante la donna, che si separa nel Settecento, che rinasce e diventa un'altra donna, appassionata alla "politica" e combattiva.
Oscar: Romanzo avvincente, che mi ha catturato sin dalle prime pagine (protagonista bambina curiosa dei contesti romani e napoletani). Striano costruisce un personaggio molto complesso: a volte risoluta, a volte incerta, a volte perspicace, a volte ingenua, Lenor afferma la sua diversità in un mondo in cui alle donne è concesso poco margine. Da appassionato di finali tragici, non ho potuto che apprezzare le drammatiche sequenze finali del romanzo: quanta passione e quanta dignità nell'andare incontro al suo destino!
Alessandro: Ho apprezzato tantissimo il romanzo, in particolare per il linguaggio, la descrizione di Napoli e la protagonista, così ben tratteggiata tra ragione e sentimento.
Pierpaolo: Voto sì. Premetto che non sono un grande lettore di biografie romanzate e nemmeno di romanzi storici, ma esprimo un parere personale del tutto positivo per Il resto di niente di Enzo Striano.
Mi sono piaciuti
la bellissima ricostruzione di Napoli (ma anche di Roma, prima), molto vivida e colorata, di una ricchezza baroccheggiante;
l'impasto plurilinguistico;
la quantità di personaggi, secondo me tutti riusciti;
la precisa e solidissima ricostruzione storica, forse solo un po' scolastica, ma a cui va ascritto il merito di aver tratto dall'ombra lo svolgimento di vicende interessantissime, le cui conseguenze sul piano locale e nazionale sono ancora palpabili, ma trascurate, con appena due righe striminzite sui manuali di Storia;
la bella ricostruzione caratteriale di Lenor Eleonora, specie da bambina;
la fiducia negli ideali illuministici, che condivido.
Luisella: Il mio voto è sì, e ne sono sorpresa io stessa. È un libro che di mia iniziativa non avrei mai letto, perché non amo particolarmente le biografie romanzate, non riesco ad appassionarmici. Resto distante e sospettosa, perché mi è difficile ammettere la “fiction” in qualcosa che è avvenuto in un certo modo che però noi non possiamo conoscere. Per tutto il tempo continuo a chiedermi “ma è davvero andata così? come possiamo saperlo?”
Preferisco un saggio. Oppure un romanzo storico dove, sì, la cornice è quella di un determinato periodo storico che l'autore deve maneggiare con destrezza ma con personaggi inventati su cui può agire a piacimento.
Nella (assai bizzarra) nota a fine libro, Striano dichiara che il suo è un romanzo storico e non una biografia romanzata, e di essersi preso le libertà postulate da Aristotele, Tasso e Manzoni… Non so come possa dichiararlo visto che Eleonora De Fonseca Pimentel è esistita davvero.
Tuttavia ho moltissima ammirazione per gli scrittori che si dedicano all'uno o all'altro genere. Penso che sia un lavoro difficilissimo, senza tregua, perché su ogni singola parola c'è da farsi un mare di domande: posso usare questo termine? Quando è nato? Posso utilizzare questo modo di dire, o ancora non c'era? Come erano i riti del pasto, del sonno, della toilette, dell'abbigliarsi, della conversazione, o di qualsiasi altra cosa? Posso concedere al mio personaggio di muovere questo gesto, di comportarsi in questo modo?
Striano è senz'altro bravissimo, e ha scritto un capolavoro. Peccato che sia morto prima di poter vedere il successo della sua opera.
È un libro vorticoso, evocativo, ricchissimo per eventi, idee, con una protagonista forte e determinata, ma soprattutto è ricchissimo per linguaggio di cui Striano fa un uso complesso e variopinto, dando la giusta parlata a tutti, ai nobili, ai lazzari, ecc.... Certamente un lavoro scrupolosissimo, studiato, eppure la prosa che ne nasce è scorrevole e calda, come se sgorgasse naturale e immediata.
Fatte salve le mie perplessità suesposte, Lenòr (per come la descrive Striano, cioè per come l'ha "inventata") mi piace fin dalla giovanissima età quando già è curiosa dei costumi, dei dialetti, avida e intelligente osservatrice del mondo che le sta intorno. E i personaggi secondari, secondari non sono. Anzi, sono tutte figure incisive e forti.
Mi colpisce che in tantissimi punti del libro ci siano delle frasi che possono essere decontestualizzate e diventare “citazione” a sé, brillante e profonda.
Ce ne sono tantissime, qui ne riporto una (pagina 154 dell'edizione Oscar Mondadori): “Le persone di lettere non possono baloccarsi con giochi, magari raffinati, di sentimenti e parole, sebbene con essi pure conquistino potere. Ma è potere immorale, conseguito su inermi. Occorre, al contrario, rendersi utili, illuminare” (e dopo aver detto di come devono agire i governi aggiunge) “Tocca agli uomini colti capire se i governanti procedano lungo queste linee e, se no, ammonirli, contrastarli.”
Grazie mille ad Adriano per la proposta!
Prossimo libro: "Guida il tuo carro sulle ossa dei morti" di Olga Tokarczuk (preferito a "Circe" di Madeline Miller e a "L'idiota" di Fëdor Dostoevskij)
Prossimo proponente: Oscar
Prossimo incontro: 28 aprile