Sì: Adriano, Gabriella, Marinella, Sonja
Nì: Alessandro
Sonja (sì): Dopo un inizio tra amore e odio sono riuscita ad arrivare a poco più di metà del libro e posso affermare che più lo leggo e più mi attrae. Il tira e molla iniziale era dovuto al fatto che il lettore si trova subito immerso in una ridda di personaggi che non riesce a collegare tra di loro. E a complicare ancora di più il tutto ci sono non soltanto i tria nomina russi ma anche tutta una serie di diminutivi difficilmente riferibili a un personaggio già descritto.
Quello che non mi ha fatto desistere sono stati gli “intermezzi” filosofico-meditativi, alcuni attualissimi, come quando meditando sulla politica scrive che “la forza di quelle persone era proprio l’ ignoranza……l’ ignoranza e non l’istruzione “. Credo non ci sia nulla da aggiungere!
Allora ho deciso di smettere di cercare un filo conduttore nella narrazione e di leggere ogni singolo capitolo come un quadretto avulso dal contesto narrativo , un cammeo riferito a situazioni diverse in posti diversi.
Ha funzionato! Pian piano ho scoperto personaggi bellissimi: importanti, semplici, istruiti, indottrinati, pavidi, tronfi, avidi di amore e di vita e veri e propri eroi.
Non so cosa troverò nella seconda metà del libro ma da quello che ho letto finora l’Eroe con la E maiuscola, criticato e incompreso da tutti, è il comandante Grekov. Nella sua immensa e misconosciuta bontà riesce a salvare cinque vite prima della disfatta. E tra queste pure quella del commissario che era stato mandato a sostituirlo perché lo ritenevano incompetente e non all’altezza del ruolo affidatogli.
Il mio è un grande SÌ e grazie a Adriano per aver proposto il libro!
Alessandro (nì): Ho votato "nì" per le ragioni che hanno esposto Adriano e Sonja e aggiungo che avrei smesso se non mi fossero state indicate delle parti molto belle che mi hanno fatto venire voglia di andare avanti.
Marinella (sì): È considerato Il guerra e pace del Novecento, è un affresco storico e una riflessione sul male, sul totalitarismo, narra l’Unione Sovietica di Stalingrado, la tragedia del popolo russo tra gulag sovietici e campi di concentramento nazisti. Nello scontro tra i due grandi regimi totalitari, si compiono i destini di persone comuni, l’autore racconta le storie di questi esseri umani. Questo è il pregio del romanzo ma lo rende anche di estremamente difficile lettura, non è facile districarsi tra nomi, patronimici, vezzeggiativi. La trama è slegata è questo rende ancora più difficile seguire il racconto. La scrittura è bellissima.
Prossimo libro: "Cinque storie ferraresi" di Giorgio Bassani (preferito a "Il paese di cuccagna" di Matilde Serao e a "Di notte sotto il ponte di pietra" di Leo Perutz)
Prossimo proponente: Oscar
Prossimo incontro: 28 febbraio