Jane Eyre (di Charlotte Bronte)
Innanzitutto va rilevata la vivacità del tempo trascorso insieme. La discussione è durata per ben più di due ore e siamo rimasti tutti assieme fino a oltre mezzanotte. Merito di un testo che ha appassionato tutti, ma anche di un ambiente che non aveva le interferenze di rumori.
Punti discussi e principali riflessioni emerse:
- narrazione in prima persona: dà un tono più oggettivo al testo pur rimanendo espresso soggettivamente dal punto di vista della protagonista;
- "eroicità" di Jane Eyre: si manifesta nella capacità di superare le avversità, nella forte determinazione e in una volontà ferrea che, aiutata da qualche fortuito incontro con persone positive, caratterizza Jane. Questa ha passione e piena consapevolezza delle sue emozioni, ma anche "razionalità" e coerenza con i propri principi;
- figure di persone in cui è forte il senso della religiosità: di particolare interesse in positivo la spiritualità di Helen Burns (benchè forse poco credibile in una ragazzina della sua età). Nettamente negativi i giudizi su Mr. Brocklerhurst;
- attrattività di Rochester e Jane: la discussione tra i due è arguta e manifesta il carattere di due anime che si toccano. Rochester è rude, un po' tenebroso ma anche gentile e tenero. Jane condivide con Jane la capacità di provare la stessa passione;
- "Jane Eyre" romanzo femminista? No, perchè non è un romanzo privo di valenza sociale. Jane non combatte per un gruppo, nè quale rappresentante di una nuova femminilità;
- le case di Jane: Jane non appartiene a nessun luogo tranne forse a Thornfield dove conosce Rochester;
- la pazzia di Bertha: la prima moglie di Rochester è bella ma corrotta, ha sin dall'inizio il germe della pazzia in cui precipita forse quale conseguenza dell'inganno perpetrato ai danni di Rochester.