L’amico ritrovato (di Fred Uhlman)

Proposto da Marinella

Riferimenti: IBS, Wikipedia

Discussione di novembre 2022

Sì: Alessandro, Katia, Luisella, Marinella, Oscar, Pierpaolo, Sonja

Marinella (proponente): Fred Uhlman era avvocato, non scrittore di professione. Il racconto "L’amico ritrovato" è scritto in inglese, ma Uhlman era tedesco di Stoccarda. Aveva frequentato il liceo classico e poi si era laureato in legge. Nel 1933 dovette abbandonare l’attività di avvocato in quanto ebreo, lasciò la Germania per l’Inghilterra e non vi fece più ritorno. Il libro è la storia dell’amicizia tre due ragazzi di sedici anni, uno appartenente all’aristocrazia tedesca, l’altro a una famiglia ebrea borghese. La vicenda è raccontata come un ricordo di amicizia vissuta nel 1932, anno dell’ascesa del nazismo nella colta Svevia.


Alessandro: L’avevo letto molti anni fa. Rileggendolo mi sono posto molte domande. Amicizia e innamoramento, qual è il confine? L’amicizia è fatta di fiducia, lealtà, abnegazione, e l’amore? Mi ha colpito l’accenno del padre di Hans agli ebrei della Palestina. C’è nel libro una grande nostalgia dell’amicizia, la tempesta arriva con il suicidio dei genitori. Tanti sono stati gli ebrei che parteciparono al fascismo e al tradimento che ne è venuto. Leggendo il finale ho pensato che non sono tutti o buoni o cattivi.


Oscar: Avvincente storia di amicizia, stretta e mantenuta nonostante le differenze di classe sociale e di religione. In diversi passaggi si notava una forte ambiguità (intenzionale?) tra amicizia e amore. Arrivato al termine del romanzo mi sono procurato i restanti due racconti della trilogia, "Un'anima non vile" (narrazione degli eventi dal punto di vista di Konradin) e "Niente resurrezioni per favore" (racconto di un tedesco ebreo, ritornato in Germania dopo la guerra per un breve viaggio).


Pierpaolo: Romanzetto, racconto o novella? Simile per tematica e per lunghezza a "Gioventù senza Dio" di Orvath e ancora più a "Un anno di scuola", romanzi che abbiamo letto nel gruppo, mi piace molto per:

  • l’atmosfera malinconica legata al ricordo di un tempo e di un luogo che non ritorneranno mai più;

  • la descrizione della classe e delle varie personalità di professore e allievi, descritti senza indugiare in sentimentalismi;

  • la bellissima descrizione di un’amicizia virile che non teme di svelare una componente di attrazione un po’ maniacale e quasi amorosa, tipica dell’età adolescenziale, quando tutte le passioni bruciano, consumando se stesse col proprio fuoco;

  • la capacità dell’autore, buon pittore vedutista, di dipingere anche con le parole il panorama sociale, urbano, architettonico e naturale di una Stoccarda e di una Svevia che sarà completamente stravolto dalla seconda guerra mondiale;

  • il modo in cui si descrive l’ingresso del contagio ideologico del nazismo in un ambiente che gli era estraneo, quello scolastico, innestandosi su ostilità e gelosie preesistenti.

Ultima considerazione: ancora una volta il ricordo di chi ha vissuto l’avvento del nazismo ci documenta come sia stato facilitato dall'incredulità per prime delle vittime, come la famiglia ebrea di Hans, che stenta a percepire il pericolo che la minaccia.


Sonja: “I giovani tra i sedici e i diciotto anni uniscono in sé un’innocenza soffusa di ingenuità, una radiosa purezza di corpo e di spirito e il bisogno appassionato di una devozione totale e disinteressata. Si tratta di una fase di breve durata che, tuttavia, per la sua stessa intensità e unicità, costituisce una delle esperienze più preziose della vita.”

“Trovava blasfema e ripugnante l’idea di un Dio onnipotente che guardava suo figlio morire di una morte lenta e atroce sulla croce, un padre divino che, al contrario di qualsiasi padre umano, non aveva sentito l’impulso di accorrere in soccorso del figlio.”

Ho citato soltanto due delle perle di saggezza delle quali è intrisa l’intera novella. A parte la frase finale del libro che contiene in sé un intero universo di umanità, sono questi due pensieri quelli che mi hanno colpito di più. Non si tratta di aforismi ma del frutto della grande profondità di pensiero di Uhlman. Nonostante l’atmosfera cupa e malinconica il libro è molto avvincente, da leggere in un fiato.


Prossimo libro: "Misery" di Stephen King (preferito a "Nostra sorella Carrie" di Theodore Dreiser e a "Il buio oltre la siepe" di Harper Lee)

Prossimo proponente: Pierpaolo

Prossimo incontro: 30 dicembre