Sì: Gabriella, Giovanna, Marisa, Alessandra Ce., Alessandra Co., Oscar
No: Massimo UD, Tomas, Alessandro
Nì: Massimo TS
Gabriella (sì, proponente): Ho scelto questo libro perché induce a molti spunti di riflessione e di discussione: il rapporto di coppia, il matrimonio, il soddisfacimento del piacere carnale scambiato spesso per amore, la gelosia e l’esortazione a praticare l’astinenza ed utilizzare l’atto sessuale solo per la procreazione. Il protagonista è un uomo in cui passioni e sentimenti si rivelano estremi, brutali e bigotti. E sebbene ciò lo renda insopportabile e susciti in chi legge una profonda irritazione nei suoi confronti, traspare la potenza narrativa di un grande scrittore che coinvolge fino all’ultima pagina.
Giovanna (sì): L’ho letto due volte e mi è piaciuto moltissimo, di più questa volta. E’ un libro da consigliare a tutti prima del matrimonio: serve a far riflettere sulla vita di coppia e sulla problematica dei figli, specie nel periodo dell’allattamento. Dà uno spaccato interessante dell’epoca ottocentesca: mi stupisce il fatto che le classi agiate facessero seguire i bimbi da un medico con una certa attenzione. Mi chiedo quali contraccettivi usassero al tempo. Come il protagonista poteva essere geloso di una donna che non amava? Inoltre, dopo aver condotto una vita dissoluta ed essersi sollazzato, “tira i remi in barca” e parla di castità. Mi sono accorta che il discorso del treno compare spesso nei romanzi di Tolstoj, infatti lui morirà su un treno. Il libro è istruttivo e fa pensare. Bello, mi piace.
Massimo UD (no): Dico esattamente il contrario di Giovanna, non ho sopportato il libro per la negatività e per le lamentele. Il protagonista è antipatico. Lo vedo sorpassato come libro: propone un visione antiquata del matrimonio, ed è un escalation che va dallo schifo all’uccisione. E' colpa delle madri, mogli, donne che sopportano certe dinamiche e non dovrebbero farlo. Io non sono mai stato geloso né possessivo. La gelosia è basata sul nulla, è un “mettere le mani avanti”, è aver paura che l’altro ti stia tradendo. Non mi dà fastidio se il mio partner riceve complimenti da altre persone. E' un libro negativo, non ha niente di edificante, né da insegnare. Porta a disastri in tutti i sensi. Non ci ho trovato niente di positivo.
Marisa (sì): Esprimo un altro punto di vista. Perché Tolstoj ha scelto la Sonata a Kreuzer? Per la potenza espressiva della musica che accompagna e rileva il tumulto dei sentimenti dei protagonisti. Perché il viaggio in treno fa da sfondo alla vicenda? Lo sconosciuto interlocutore del treno resta tale, e il protagonista si autocondanna e non si giustifica, ma l’impulso a uccidere è maggiore, a causa dei fantasmi della gelosia. Lui vorrebbe rinnegare il suo passato dissoluto, odia il musicista come odia se stesso. E' un lungo monologo di accuse e autoaccuse. La donna è vista come seduttrice e mai come oggetto d’amore. Il libro risente della conversione di Tolstoj al Cristianesimo, e ci sono molte connotazioni autobiografiche. Il matrimonio è vissuto come mera istituzione formale, un’ipocrisia, un mascheramento sociale, che nasconde gli istinti maschili e femminili più bassi. Anche le arti sono viste come sortilegi diabolici: sensuali, illusorie. Le dinamiche descritte sono vive e attualissime: rancore, astio, repulsione, sospetto, angoscia, inducono il lettore a immedesimarsi nei personaggi.
Alessandra Ce. (sì): Condivido l’analisi di Marisa. Il protagonista rinnega le dottrine religiose e fa riferimento alla fede pura di Cristo. C’è una grande angoscia, il desiderio di uscire dall’ossessione per il sesso e da una vita dissoluta, la speranza di interrompere il circolo vizioso attraverso il matrimonio. Ma l’esperimento fallisce, e alla fine il protagonista trova nella castità l’unica soluzione ai suoi problemi. Se la castità è un’imposizione e non una scelta, serve solo ad aumentare la depravazione. La castità non è una via d’uscita, e tutte le cose fatte con moderazione non fanno male. La verità sta nell’equilibrio, bisogna trovarlo. E' interessante questo tipo di escalation: oggi siamo ossessionati e dipendenti da molte cose. Il libro mi è piaciuto moltissimo e mi ha fatto riflettere tanto.
Tomas (no): Sono d’accordo con molte cose già dette da Massimo UD. L’unica cosa che mi è piaciuta del libro è l’escalation, il crescendo. Tutto il resto era orrendo. Quasi tutti i libri russi sono così: le persone sono malate, deficienti. Dà l’idea che non esistano persone normali, sono tutti strani in modo antipatico. Forse sono condizionato dal mio passato: a scuola ero costretto a leggere gli autori russi. E già da piccolo li trovavo: stupidi, “fuori”, pesanti. Il libro è orrendo e incomprensibile. Non sopporto la letteratura russa.
Oscar (sì): Il libro si è fatto leggere. Non voglio “fare le pulci”, ci sono argomenti di riflessione. Negli ultimi tempi i femminicidi sono un fenomeno discusso, vengono dati al pubblico come un prodotto, e non come spunto di dibattito e di riflessione. In genere i casi di cronaca nera sono di questo tipo, e spesso vengono interpretati come conseguenze di follia momentanea (è rassicurante separare i folli, i "mostri" dalla gente comune). Il libro spiega come certe situazioni siano insite nell’animo umano a livello potenziale. Arrivati a una certa soglia può scattare l’irreparabile. Il protagonista faceva “quasi tenerezza”, era la somma di tante vulnerabilità, una persona fragile seppur con istinti aggressivi. Ho riflettuto sul principio di tutto ciò, come proposto da Tolstoj: le donne non venivano educate al sesso, e immaginavano l’uomo romantico. Interessante anche la descrizione dei meccanismi dell'attrazione: quando il protagonista conosce la sua futura moglie trova interessante e amabile tutto quello che lei dice, ma è tutta un'illusione creata dall’attrazione sessuale che prova nei suoi confronti (riflessione sui meccanismi "furbi" della natura che hanno come scopo quello di perpetuare la specie).
Massimo TS (nì): Ho letto il libro molti anni fa e mi era piaciuto, ne serbavo un ricordo diverso. Questa volta ho letto prima la postfazione e la reazione è stata negativa. Il difetto principale è il substrato ideologico, che rovina l’impianto narrativo. Il Tolstoj vecchio è di caratura minore, perché inserisce troppa ideologia nei romanzi, ed esprime idee “talebane”. Affermazioni recise che non hanno niente a che vedere con Tolstoj giovane. Nel crescendo si riconosce il vecchio Tolstoj: quando descrive i sommovimenti del pensiero del protagonista. Molto riuscito nelle ultime pagine, per il resto è da bocciare.
Alessandra Co. (sì): Sono molto contenta di averlo riletto, per vari motivi. Lo avevo dimenticato e mi sono trovata a ricordarlo rileggendolo e riscoprendo le stesse emozioni della prima lettura. Sono argomenti interessanti: la vita di coppia, l’analisi di come muta, la gravidanza della moglie, (i cambiamenti ormonali che intervengono durante l’allattamento possono portare a una diminuzione della libido nella donna) i figli, le dinamiche che si intrecciano. Sono momenti di vissuto che ho sperimentato anch’io, ed è così raro parlare di queste cose e portarle alla luce. Nel leggere il vissuto tormentato, ho sofferto per la schizofrenia dei protagonisti, la loro ipocrita egoità, ho ammirato pur nello stile antico, la lucida analisi che racconta l’emozione cieca. E' biografia: fantastica e allucinante. Mi ha fatto pensare a più cose: Al pensiero di Gandhi e di Schopenhauer, con i quali Tolstoj si è confrontato. Alla loro passione nei confronti della donna, all'incanto tormentato per la sua bellezza. Dall’innamoramento luminoso e dolcissimo l'autore passa a colpevolizzare l’altro. La donna ospita il demonio perché provoca in lui certe pulsioni, quindi va coperta di colpe e di veli, va evitata, cacciata, eliminata. Nel medioevo, nell'Islam, ma troppo spesso ancora qui ed ora. Il protagonista ha un modo di vivere la sessualità legato a pregiudizi, e alla fine agogna la castità come soluzione. Ha impulsi sociali ed etici meravigliosi, ma il suo limite è il cercare di vivere solo di ragione che diventa follia incontrollata. Come trovare un equilibrio, un’armonia con l’altro? Le aspettative talvolta vengono deluse o mutano e la soluzione è sicuramente complessa…
Alessandro (no, via registrazione audio): Ho letto il libro parzialmente. Ho iniziato con entusiasmo, ma poi mi sono infastidito a causa dell’atteggiamento sessuofobo dell’autore. Ho proposto lo stesso testo al gruppo di lettura calabrese e sono assai curioso di leggere i vostri commenti. Spero mi servano da stimolo a riprendere la lettura.
Prossimo libro: "La zia Julia e lo scribacchino" di Mario Vargas Llosa (preferito a "Carne e sangue" di Michael Cunningham e a "La ballata di iza" di Magda Szabo).
Prossimo proponente: Alessandro
Prossimo incontro: 28 novembre