Oscar (sì, proponente): Ho proposto "La signora Dalloway" perché è un libro complesso e ad ogni rilettura se ne possono apprezzare i vari aspetti: le descrizioni della città di Londra (a suo modo, un personaggio della storia), la tecnica di scrittura a flusso di pensiero, la descrizione della follia di Septimus (aspetti autobiografici di Virginia Wolf).
Sonja (nì): All'inizio, dopo aver ascoltato i primi tre capitoli, avevo deciso che "La signora Dalloway" non faceva per me: era la saga della vanità e raccontava di una donna frivola ed egocentrica. Dopo una decina di giorni ho ricominciato dal quarto capitolo e ho trovato interessante il personaggio di Septimus (considerazioni sui veterani di guerra e sugli effetti psicologici che si portano dentro).
Alessandro (sì): Ho letto questo libro anni fa sull'onda del film "The Hours".
Mi era capitata una pessima traduzione, ma l'avevo trovato interessante (flusso di coscienza, alternanza di argomenti frivoli e pensieri di spessore e profondità). Non sono riuscito a riscoltarlo tutto su Ad Alta Voce, ma ho apprezzato l'interpretazione di Paola Pitagora (mi ricorda antichi sceneggiati della Rai).
Marinella (sì): Ho letto Mrs Dalloway molti anni fa. Mi piace Virginia Wolf e mi piace il mondo snob inglese descritto in questo libro. Anche io l'ho poi ripreso, anni fa, in seguito a "The Hours".
Gabriella (sì): Ho cercato e trovato il libro, come ebook, su Amazon, ma sono incappata in una orrenda traduzione. Per fortuna ho poi trovato una buona edizione italiana, anche se inizialmente la narrazione mi trasmetteva una sensazione di confusione, con flussi di pensiero intricati. In seguito ho iniziato ad apprezzarlo (belle le descrizioni della città di Londra). Tutto sommato anche nei nostri pensieri alterniamo flussi diversi e anche nella vita reale si incrociano le esistenze di persone in modo imprevedibile. Visto il "finale aperto", penso che questa storia avrebbee potuto avere un sequel.
Luisella: Ero molto contenta che "La signora Dalloway" fosse stato votato ed ero certa che l'avrei letto rapidamente con lo stesso entusiasmo con cui avevo letto tanti anni fa "Gita al faro", romanzo per me fondamentale, che ha inciso moltissimo sui miei gusti letterari. Purtroppo però - sarà per questo brutto periodo che si sta facendo veramente troppo lungo e sfibrante - non ho trovato l'attenzione per leggere o per ascoltare. Anzi, l'ascolto non mi ha coinvolta proprio per nulla (non ho apprezzato il tono troppo brillante di Paola Pitagora), e la lettura a cui sono subito passata non è stata migliore, forse a causa di una traduzione non esaltante. Ma non cerco scuse; il problema principale è la mia attuale mancanza di concentrazione. Condivido quanto detto da Marinella... Avrei potuto comunque fingere abbastanza agevolmente di averlo letto (è un romanzo famoso, di cui conosco personaggi e meccanismi, e la Woolf un'autrice a me nota), ma che senso avrebbe avuto? Preferisco ammettere di non aver fatto i compiti :-) e scusarmi con il proponente.
Gianni (sì): Non è certamente un libro facile (flusso di coscienza, non lineare), seppur affascinante (la signora Dalloway e Septimus rappresentano le due metà della scrittrice). L'ho letto più di dieci anni fa, in un estate.
Prossimo libro: "Utz" di Bruce Chatwin (preferito ad "Agostino" di Alberto Moravia e a "Il ritratto di Dorian Gray" di Oscar Wilde)
Prossima proponente: Marinella
Prossimo incontro: 30 aprile