Cortesie per gli ospiti (di Ian McEwan)

Proposto da Patrizia

Riferimenti: IBS, Wikipedia

Discussione di aprile 2010

Eravamo in 14, ovvero: Alessandro, Alessandra, Patrizia, Maddalena, Giuseppe, Mirella, Giovanna, Oscar, Gabriella, Massimo Frico, Massimo Ts, Marinella, Franca, Donatella. Marisa, assente, ha mandato via email un suo commento che è stato letto all'inizio.

Vi è piaciuto "Cortesie per gli ospiti"di Ian McEwan? Si sono schierati per un deciso SI Giovanna, Oscar, Gabriella, Massimo Frico, Marinella, Patrizia (e presumiamo anche Marisa), per un deciso NO Maddalena , Donatella e Franca. Un NI con molti distinguo e oscillazioni è stato dichiarato da: Massimo TS, Mirella, Alessandro, Giuseppe e Alessandra.

Tutti i presenti hanno apprezzato lo stile di McEwan, alcuni NO/NI (Franca, Donatella, Massimo TS) hanno espresso sorpresa rispetto ad un libro che non è all'altezza dei seguenti romanzi di McEwan (sembra la prova di "un artigiano che impara a scrivere").

Un deciso NO è stato espresso da Maddalena che ha motivato un tale severo giudizio con una spassosa ma espressiva composizione in rima riportata di seguito. Tutti coloro che si sono espressi per il NO/NI si sono domandati: "che senso ha una vicenda con un tal finale?".

Giuseppe ha aggiunto che il romanzo gli ha trasmesso angoscia e gli ha ricordato Il talento di Mr Ripley (anche ad Oscar e a Marinella). Mirella non ha capito il finale. Alessandra definisce il libro un romanzo sensoriale dominato dall'indolenza dei protagonisti. Alessandro è rimasto turbato dalla morbosità della vicenda che gli ha ricordato nelle pagine finali la narrazione da "shock" di uno dei primi libri letti col gruppo ("Dei bambini non sappiamo nulla").

I SI attribuiscono al libro i seguenti meriti/punti interessanti: un finale inevitabilmente drammatico (Patrizia) preceduto da una sensazione di pericolo e tragedia che il lettore avverte sin dall'inizio (Marinella) e che viene suscitata soprattutto da Robert (Gabriella), l'originalità della storia (Giovanna che non ha trovato agganci con altre storie e che ha censurato alcune inconguenze e "gravi violazioni del bon-ton del turista lagunare"), una sorta di "nube che avvolge tutto" come atmosfera dominante del libro (Massimo Frico), un "bel leggere" (Oscar).

E come promesso, per chiudere, ecco il commento in rima di Maddalena:

Titolo: "RECENSIONE DEL ROMANZO Di MC.EWAN IN ENDECASILLABI A RIMA BACIATA, UN ATTIMO PRIMA DI GETTARE IL LIBRO IN QUESTIONE NEL PRIMO CASSONETTO CHE TROVERO’ ANDANDOMENE DI QUA"

Questa è la storia di due deficienti

che anche a Venezia non sono contenti:

non piace loro girar tra i canali

ad ammirare bellezze mondiali,

ma si rintanano dentro la stanza

del loro hotel, a riempirsi la panza

di litri e litri di vini pregiati,

e cazzeggiare bevuti e fumati...

Fatti e strafatti dai loro gran sballi,

ovvio si perdono in mezzo alle calli,

e, per distrarsi da questa deriva,

fanno amicizia col primo che arriva

Forse han trovato un amico cordiale?

Un educato abitante locale?

Neanche per sogno – qui siamo in un thriller:

trovano il massimo tra i serial killer!

C’è una costante in questa avventura,

soffre la Mary perenne di arsura,

beve dal primo capitolo a fine,

vino, the, acqua, veleno in bustine...

Colin, con sguardo da “fatto” che aggancia,

pur si era preso un gran pugno alla pancia,

ma non si cura di questo dettaglio,

forse il cazzotto l’ha preso “per sbaglio”...

Strana è la coppia (ricorda Scandicci...),

ma i deficienti son tardi ed alticci,

certo il cazzotto lasciò senza fiato,

ma... “era ottimo a cena il brasato”...

Quindi alla prossima, i due deficienti

tornan dai killer sereni e contenti.

Ma troppo tardi l’orrore è compreso

dal nostro inglese di mente un po’ leso...

Senti Mc.Ewan: se ogni idea langue,

facile è fare un finale di sangue:

ecco, scontato, il trionfo del male...

“BEVI CON L’ACQUA !” che sia la morale!!