De Profundis (Oscar Wilde)

Proposto da Marinella

Riferimenti: IBS, Wikipedia

Discussione di giugno 2011

Cari/e assobilibri/e devoti/e di santa Roteide, eccomi qui per le usuali brevi note di resoconto dell'incontro del gruppo. Parto con le

decisioni prese:

- libro di lettura da discutere venerdì 29 luglio (c/o sede estiva, cioè la casa di Alessandra): Nothomb Amelie, L'entrata di

Cristo a Bruxelles (trattasi di volume in distribuzione a soli 0,50 euro con il Sole 24 Ore di Domenica 3 luglio che costa 1,50 euro);

- la prossima terna verrà proposta da Giuseppe.

Il 24 giugno da Alessandra erano presenti 14 persone e un cane (Ciccio). Alla domanda <<Vi è piaciuto "De profundis" di Oscar Wilde?>> hanno risposto

SI in 8 (Oscar, Alessandra, Tomaz, Michele, Massimo TS, Loredana, Gabriella, Mirella),

NI in 5 (Alessandro, Giuseppe, Giovanna, Massimo UD, Marisa),

mentre Donatella si è astenuta in quanto non è riuscita a leggere il libro.

La proponente e assente Marinella, prima di partire in viaggio, ha scritto che: "ho proposto il libro perchè mi piace moltissimo Oscar

Wilde, celebrato per i suoi intelligenti aforismi, per il suo cinismo, per il personaggio di flaneur, di dandy, di damerino, di esteta, di

omosessuale più che per il suo vero essere, nel 'De profundis' smette il suo rifiuto di mostrarsi serio e ci affida, oltre che la sua mente

brillante e il suo intelletto audace, il suo cuore appassionato".

Tra i numerosi punti toccati nella discussione del gruppo emergono considerazioni in merito a:

1) il rapporto tra i due protagonisti della lunga lettera (Wilde e Bosie): un rapporto d'amore, pur nella sua carnalità (Michele) oppure un rapporto collusivo, pur nel suo essere complementare, di dipendenza (Alessandro), ovvero un rapporto in cui i due protagonisti hanno bisogno l'uno dell'altro, Bosie di un padre e Wilde di un ragazzo che gli "permetta di forgiarsi" (Gabriella);

2) il senso da attribuire al "De profundis": definito quale lettera d'addio ad un amore finito (Oscar), un tentativo di Wilde di essere disatteso da Bosie (Loredana), un' "epistola scritta col sangue" (Giovanna, che ricorda anche il film "L'ultima Salomè" di Russel), la riflessione di un "uomo grande" che è caduto e che si domanda "come sono finito così?" (Mirella), una lettera d'amore sincera e umana pur con alcune note false (Massimo UD);

3) il fastidio provato nella parte iniziale del libro (un "piangersi addosso" secondo Massimo UD) a cui segue una seconda parte più bella (Alessandra e altri).

Ulteriori considerazioni vengono proposte da: Marisa che ricorda come Wilde sia ancora oggi la tragica icona dell'amore omosessuale represso e della ricerca narcisistica del piacere che va contro alle convenzioni, Tomas che ricorda che solo alla fine della detenzione viene concesso a Wilde di scrivere ma una sola pagina al giorno e Giuseppe che ha trovato alcune difficoltà nella lettura per uno stile un po' ostico.