Lessico famigliare (di Natalia Ginzburg)

Proposto da Alessandro

Riferimenti: IBS, Wikipedia

Discussione di dicembre 2016

Sì: Alessandro, Marisa, Michele, Gabriella, Luisella, Pierpaolo, Marinella, Alessandra Ce.

No: Maddalena, Massimo I.

Nì: Tomas, Oscar

Non-giudizio: Alessandra Co. (non esprime giudizio, avendo letto solo le prime 40 pagine)

Alessandro dichiara di aver inserito “Lessico familiare” nella terna presentata un mese fa in quanto di tale romanzo aveva apprezzato la nostalgia espressa dall’autrice e l’idea di evidenziare i modi di dire tipici dei componenti di una famiglia. Lo aveva colpito la descrizione dell'antifascismo borghese dei personaggi principali e di quelli minori (alcuni famosi, come gli Olivetti) della storia recente dell'Italia. Alessandro non ha letto il libro ma quest'estate ne ha ascoltato la lettura integrale tramite il podcast della trasmissione di Radio RAI3 “Ad alta voce”.

Nella corso dell'ampio dibattito, più persone si esprimono a partire dal personaggio del padre: Pierpaolo ha trovato evidenziato nel libro il rapporto sentimentale tra persona e lessico. Gli è piaciuta la figura del padre descritto, a suo dire, con grande umanità. Al contrario Alessandra Co. è rimasta colpita dalle parole razziste ottuse del padre che viene però descritto dalla scrittrice con grande affetto. Anche Massimo I. esprime un giudizio negativo sulla figura del padre che trova insopportabile e di grande snobismo. Tale giudizio negativo viene di netto esteso a tutto il romanzo. Tomas è d'accordo con quanto affermato da Massimo e, quale caratteristica positiva, sottolinea che si tratta di un romanzo scritto in italiano.

Su altri aspetti del libro si esprime: Gabriella che ha trovato nelle pagine del libro un intenso calore familiare; Luisella che, pur avendo letto solamente un terzo del volume, ha trovato tanta emozione soprattutto nelle pagine in cui l'autrice descrive il senso profondo dell'idea di lessico familiare che ha dato il titolo al libro; Marinella ha letto il libro tanti anni fa e lo ha riletto oggi con lo stesso piacere derivante da un bel racconto di una famiglia attraverso il lessico usato dai suoi membri; Maddalena e Michele che ricordano di aver dovuto leggere lessico familiare a scuola. Maddalena lo ricordava con sofferenza e, dopo averlo riletto tutto in questi giorni, ha trovato insopportabile l'insensibilità dei ricchi verso i poveri e la loro cattiveria nell'umiliare il personale di servizio. Michele ritiene che il libro sia datato e, per essere pienamente compreso, vada ricondotto al contesto storico in cui è stato scritto. Ricorda un passaggio iniziale del libro che dà il significato all'opera nel quale l'autrice dichiara che il libro è tratto dalla realtà ma che va letto come un romanzo; Alessandra Ce. dichiara che per lei leggere il romanzo è stato come sfogliare un album di fotografie non certo prive di emozione; Oscar ha ascoltato il podcast citato prima da Alessandro e che, in positivo, ha trovato interessante la descrizione di momenti storici visti da una famiglia non propriamente comune e, in negativo, ha trovato i personaggi troppo snob.

Marisa manda il suo resoconto via mail: Il lessico famigliare è presente nelle frasi stringate e reiterate dei protagonisti, che terminano spesso con dei punti esclamativi, a sottolineare la convinzione del loro pensiero. Non sono soltanto modi di dire, di essere, ma rappresentano soprattutto l'anello di congiunzione che lega indissolubilmente, anche dopo anni di lontananza, tutti i membri della famiglia. Il padre, dall'indole irascibile e autoritaria, è il punto indiscusso di convergenza, il fulcro del potere e del sapere: qui siamo in presenza di una famiglia di tipo patriarcale anche se intellettualmente evoluta, in cui ribollivano gli ideali antifascisti già prima della promulgazione delle leggi razziali. È in questo ambiente che si forma la giovane Natalia, che resterà fedele fino alla morte agli ideali di una Sinistra progressista, spesso in polemica con il Partito Comunista, ideali che porterà avanti nella sua intensa attività letteraria e politica. Le vicissitudini dei protagonisti sono narrate con occhio distaccato e nemmeno la morte del marito sembra toccare troppo emotivamente l'autrice, che ne parla di sfuggita, quasi a voler nascondere i suoi sentimenti dietro una coltre di pudore, il pudore di chi non ama parlare di sé e vuole rispettare la propria e l'altrui intimità: ma, curiosamente, proprio questa percezione di estraneità suscita in chi legge un senso di commozione. È un libro denso di avvenimenti, lieti e tragici, scritto con garbo e leggerezza, che interessa molte famiglie ebree nell'arco del ventennio fascista e della Seconda Guerra Mondiale: il tutto raccontato dall'autrice con rigorosa aderenza alla realtà, fino a descrivere i luoghi, i fatti e le persone con il loro nome effettivo, esprimendo così il suo rifiuto per ogni finzione in campo letterario.


Prossimo libro: "La Mennulara" di Simonetta Agnello Hornby (preferito a "Un giorno perfetto" di Melania Mazzucco e a "Carne e sangue" di Michael Cunningham)

Prossimo proponente: Michele

Prossimo incontro: 27 gennaio

Scambio libri di fine anno

Discussione del libro