Ho sognato una banca (di Fabio Salviato)

Proposto da Giuseppe

Riferimenti: IBS

Discussione di ottobre 2014

Sì: Giuseppe, Gabriella e Mirella

Nì: Alessandra Co. e Oscar

Massimo I., presente, non ha letto il libro, ma è interessato all'argomento.

Giuseppe (sì, proponente, via mail): Tra i temi che volevo proporre, c'era quello dell'economia... perche' non ci capisco niente! La realta' e' supercomplessa. Un altro libro che volevo proporre era infatti "Economia canaglia" della Napoleoni, che lo dimostra chiaramete.... ma era troppo pesante! Oppure "Il banchiere dei poveri", il cui autore (Muhammad Yunus) e' citato nel libro letto. Proponedo la storia della nascita della Banca Etica non volevo di certo convincere nessuno ad aprire un conto presso di loro (non ce l'ho neppuire io!). Mi e' piaciuto perche' mi ha fatto scoprire parte del mondo delle banche, dei loro (sporchi) affari, soprattutto dopo quanto successo negli ultimi anni. Penso sempre questo: fino a 20 anni fa la raccolta differenziata sembrava pura teoria mentre ora e' molto piu' sentita e quasi data per scontata (anche se magari non abbastanza). Allo stesso modo quindi altri temi che oggi ci appaiono come aria fritta in un futuro faranno (spero) parte della nostra vita. Non posso infatti non approvare le scelte di Banca Etica e allo stesso tempo non posso non condannare quelle delle altre banche che sostengono ad esempio la produzione di armi. Ma mi manca sempre la risposta a domande del tipo "meglio non comperare cose prodotte da bambini o lasciare quei bambini senza lavoro/soldi (pur pochi che siano)?" (dato che il non lavorare non implica necessariamente poter andare a scuola). Meglio non dare soldi alle ditte di armi: ma i poveri dipendenti verranno licenziati tutti? Eppure mi dico che questa non deve essere una *scusa* per il non fare nulla. Nonostante questo sono uno di quelli che non muove un dito. La prossima volta proporro' un libro di ricette di torte salate: quelle almeno le ho preparate qualche volta! Baci e abbracci a tutti.

Gabriella (sì): Il libro mi è sembrato una bella favola, mi ha fatto vivere emozioni e rivivere un bel periodo del mio passato. Ho percepito l'entusiasmo dell'autore e rivissuto quello delle proteste, dei cortei... Ho letto e ricordato tanti buoni propositi, tante belle cose... Ma ho qualche dubbio. Guardando il sito di banca Etica ho visto i fondi obbligazionari e... tra gergo tecnico e sigle varie non si capiva nulla! Spero vivamente che l'etica di cui parla il libro non sia stata contaminata dai soldi e dal potere.

Mirella (sì): Quando ho letto il primo capitolo sono stata tentata di mettere da parte il libro: mi infastidiva, c'era troppo trionfalismo. Mi pareva di vedere Harrison Ford... Poi pero', a leggere degli anni '70, ho ricordato gli episodi, lo spirito di quei tempi, i principi della sinistra e quelli dei cattolici. Nel libro tutto è molto positivo e gli elementi negativi vengono omessi. Gli scandali delle cooperative rosse e tutto il resto non vengono citati, non se ne parla. Nessuno nega che si possa fare investimenti accettando interessi piu' bassi: in quanto privilegiati vogliamo aiutare chi e' meno fortunato di noi. Se dalle pagine del libro si passa alla realtà troviamo le tangenti e il malaffare, ma il limite dell'elemento umano nel libro non emerge. Ho trovato interessante il concetto del PIL espresso da Kennedy, e l'etimologia della parola "credito" (dare fiducia). Sono contenta di averlo letto: mi ha fatto riflettere. L'autore deve essere una brava persona, ma tutta questa enfasi riguardo al cattolicesimo mi ha infastidito (anche se una delle persone che più stimo è Don Ciotti).

Alessandra Co. (nì): Anche per me è stato un rivivere i ricordi dagli anni '70 al 2003... e anche un po' più in la,. Ho riconosciuto lo slancio sincero di tante persone che ho incontrato, capaci di gesti disinteressati e totali. Persone che mi sono parse intere, vere, sincere. Ma in molti punti ho trovato troppo facile il tutto, andava tutto troppo bene. Sono felice per loro, ma, onestamente, tutto questo buonismo io non lo ritrovo nel mondo della finanza. E neanche altrove. Forse io non me lo merito. Forse sono io che non ci credo più, e così mi prendo le mie responsabilità, ma il libro in alcuni punti riusciva quasi a infastidirmi. Mi sento schizofrenica. Spero di riuscire a trovare nuovamente la fiducia nel prossimo.

Oscar (nì): Ho trovato il libro interessante, anche se contaminato da un fastidioso tono propagandistico. Il tutto sembrava a tratti un lungo depliant pubblicitario. In passato mi sono interrogato su cosa potrei fare io in prima persona per le persone meno fortunate (ad es. volontariato). Sono uno dai sensi di colpa facili e mentre leggevo il libro mi dicevo "forse è il caso di cambiare banca". Ho approfondito il discorso della filosofia steineriana citata nel libro.

La discussione poi prende strade diverse: si parla di Chiesa e giudizio, di Che Guevara, di Papa Francesco, di omosessualità e sentinelle in piedi, di tutto e di più, di giudizio e pregiudizio, di sistema binario, di computer quantistici e di fusione nucleare. Per colpa mia, scusate, ma questo è un altro discorso.


Prossimo saggio: "La letteratura è la mia vendetta" di Claudio Magris e Mario Vargas Llosa (preferito a "Che cos'è l'architettura?" di Renzo Piano e a "La concreta utopia di Adriano Olivetti" di Franco Ferrarotti).

Prossimo proponente: Massimo I.

Prossimo incontro: 9 gennaio