Sì: Adriano, Alessandro, Luisella, Pierpaolo, Oscar
(Marinella, Silvano e Sonja non lo hanno letto)
Luisella: Era la mia terza proposta di una terna tutta americana (con Theodore Dreiser e Harper Lee), a dire il vero inserita per provocazione, cioè per sdoganare nel nostro gruppo la letteratura di genere che spesso ci siamo negati a causa del pregiudizio che la circonda. Non credevo che sarebbe stata votata! È stata una vera sorpresa.
Ho scelto King perché sicuramente in questo genere è il maestro e non sarebbero sorti dubbi su competenza e capacità. La scelta di "Misery" invece è stata un po’ casuale. Ho letto più cose di King (apprezzando soprattutto “Stagioni diverse”) ma a casa avevo soltanto "La zona morta" e "Misery". Tra i due ho preferito quest’ultimo. Non è il miglior King che io abbia letto, ma ha il merito di parlare di scrittura.
Il protagonista è uno scrittore, costretto a scrivere per salvarsi la vita; nel romanzo vengono inserite pagine del romanzo che sta scrivendo (anche se volutamente sciatte); in più punti viene fatto riferimento al potere salvifico della scrittura. Sicuramente King sta parlando di se stesso: non hai mai negato di aver avuto problemi di alcol e droga, ma ha anche sempre detto che la scrittura lo ha salvato, tirandolo miracolosamente per i capelli fuori dalla rovina.
In questo caso, Paul Sheldon è vittima di una situazione esasperata, ma il fatto che scrivere (ciò che Annie vuole) possa salvarlo, è emblematico. Anche essere “costretto” a scrivere, lo è. Nel senso che ogni scrittore è costretto: da se stesso, da una spinta che sente dentro, da una scadenza entro cui presentare l’opera per un concorso, o da modifiche che sono state chieste dalla casa editrice… Tipico l’esempio di Maurensig e della Variante di Luneburg che nasceva come due racconti distinti (uno sugli scacchi, l’altro sul criminale nazista). Fu Adelphi che “costrinse” Maurensig a cucirli in un romanzo. In un modo o nell’altro, scrivere è sempre una battaglia solitaria - contro se stessi, contro il tempo, contro il panico da pagina bianca - anche se certo, in circostanze normali, non ne va della propria incolumità.
Di Misery mi piace anche l’impianto teatrale: due personaggi in uno spazio chiuso, claustrofobico, in conflitto tra loro.
Mi rendo conto che non sia letteratura “alta”. Non c’è nulla di evocativo, di poetico, e soprattutto il romanzo non si pone davanti al lettore con domande che lo smuovono intimamente. Anche laddove crei emozioni forti – paura, terrore –, sono emozioni “finte” che il lettore può gestire spiluccando popcorn. Ma così dev’essere, è questa la letteratura di genere. Non deve farmi riflettere, non entra nella mia vita come uno spillo nella carne; deve farmi divertire, nel senso di farmi divergere via da me. King lo sa fare, sa tenere le redini del racconto, sa descrivere e costruire un intreccio accattivante e teso.
Alessandro: Avevo letto altri libri dell’autore e mi avevano fatto paura. Non ho visto il film tratto dal romanzo e, per curiosità, ho letto prima la fine e poi il resto. Mi ha colpito la protagonista pericolosa, manipolatoria, il richiamo a Sherazade che col racconto salva la vita e il valore terapeutico dello scrivere.
Oscar: Mi ritrovo in molte delle cose fin qui dette. Vorrei aggiungere un paio di considerazioni su due aspetti che mi hanno fatto riflettere. Seppur formata in circostanze anomale, quella di Paul e Annie è a suo modo una coppia, un prototipo di tante coppie disfunzionali, unite da legami tossici e da reciproche dipendenze. L'altro aspetto interessante, e per certi versi confortante, è che come esseri umani abbiamo il potenziale di adattarci alle circostanze più estreme, di resistere alle difficoltà, con tenacia e resilienza. Così come Paul è stato in grado di sopravvivere all'esperienza narrata, sia fisicamente, sia psicologicamente, anche noi possiamo scoprirci capaci di forze sconosciute e usarle a nostro vantaggio quando gli eventi ce lo richiedono.
Prossimo libro: "Tempo di uccidere" di Ennio Flaiano (preferito a "Il deserto della Libia" di Mario Tobino e a "Lo straniero" di Albert Camus)
Prossima proponente: Katia
Prossimo incontro: 27 gennaio