1984 (di George Orwell)

Proposto da Gabriella

Riferimenti: IBS, Wikipedia

Discussione di agosto 2019

Sì: Gabriella, Pierpaolo, Alessandra Ce., Marisa

Nì: Luisella, Oscar

Gabriella (sì, proponente): Ho proposto 1984 pur non avendolo letto, perché amo moltissimo lo stile di scrittura e l’orientamento politico dell’autore, di cui ho avuto modo di apprezzare altri libri. Ho trovato questo testo profetico sotto molti aspetti, inclusi quelli tecnologici. Descrive in parte il periodo che stiamo vivendo e quello che potrebbe succedere, se la democrazia venisse soggiogata da pulsioni rabbiose e razziste, portando al potere l’odio e il disprezzo per i più deboli. Mi ha colpito il pessimismo profondo di Orwell, che in parte ho attribuito al periodo storico e all’ascesa dei regimi totalitari in Europa: fascismo, franchismo, nazismo, vissuti dall’autore, prima che il libro venisse pubblicato. Il percorso narrativo lascia intravvedere una speranza che però non vede luce. Importantissima, a mio parere, l’invenzione della neo lingua, che appiattisce i pensieri e la capacità di discernimento, privando le persone di senso critico e trascinandole in un oblio, in cui la storia stessa viene modificata a piacere dal potere costituito, in modo che non ci sia più memoria, ma solo un eterno presente imperniato su cose futili, la diffidenza e l’odio verso tutto e tutti. In una ricerca spasmodica di dominio assoluto che controlli e spersonalizzi ogni cosa, rendendo i sentimenti umani d’amore e di compassione per l’altro, superflui e nocivi.

Marisa (sì): Romanzo fantapolitico, scritto nel 1948 sulla scia degli echi dei crimini perpetrati brutalmente dai regimi totalitari. Orwell attinse le sue fonti da fatti realmente accaduti, amplificando l’effetto della narrazione con immagini visionarie e catastrofiche, che infondono nel lettore un senso di angoscia e di raccapriccio. La fattoria degli animali già denunciava con la sua satira feroce un mondo vessato dalla tirannia di un Capo Supremo: qui c’è l’ombra del Grande Fratello che controlla tutti e tutto, capace di entrare nel pensiero di ognuno soggiogandolo, colui che, ostentando un volto paternamente minaccioso raffigurato ossessivamente su dei poster giganti, è la personificazione del male assoluto, colui che, pur di perpetuare il suo potere all’infinito, non esita a mettere in opera ogni sorta di atrocità, persecuzioni, autodafé, e infine di assassinio verso chiunque osi dissentire dall’ideologia del Partito. Il motto incontrastato imperante insegna che La libertà è schiavitù, la pace è guerra, l’ignoranza è forza: è il bispensiero aderente al socing, è il dettame sul quale si basa la polivalenza della storia cui tutti devono cieca obbedienza, pena l’arresto, la tortura e la morte. Con un linguaggio chiaro, lineare, martellante, questo romanzo distopico è drammaticamente attuale per la sua lungimiranza e induce alla riflessione e all’amara constatazione di come e di quanto una mente fragile può cadere in balìa di aberranti manipolazioni.

Oscar (nì): Causa problemi di salute ho letto solo un terzo del libro, quindi non me la sento di esprimere un "no". Lo stile della narrazione non mi faceva tornare con curiosità alla lettura. Ma gli spunti di riflessione riguardo ai pericoli del totalitarismo erano molti e qualche triste parallelo con l'attualità costituiva buona premessa per un interessante dibattito con voi.


Prossimo libro: "Il conformista" di Alberto Moravia (preferito a "L'onda dell'incrociatore" di Pier Antonio Quarantotti Gambini e a "La luna e i falò" di Cesare Pavese)

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