L’illusione di Dio (di Richard Dawkins)

Proposto da Massimo I.

Riferimenti: IBS, Wikipedia

Discussione di aprile 2019

MASSIMO I. (proponente):

Ho scelto questo saggio perché è “un'enciclopedia” dell'ateismo, ma sono dettagliatamente elencate sia le ragioni per credere che quelle contrarie. E' scritto in uno stile scorrevole (fin troppo in certi capitoli, vedi la parte relativa al Vecchio Testamento), ma mi ha fatto conoscere un sacco di cose di cui non ero a conoscenza. Chiaramente l'Autore è di parte, ma non usa quasi mai un tono supponente, anche se – mi rendo conto – può infastidire con le sue argomentazioni un credente. Io, personalmente, spero ancora disperatamente (l'ossimoro è voluto), di trovare un gancio in mezzo al cielo (cit.)

MADDALENA:

Ho detto “ni” perché il saggio è ben scritto, chiaro, e dimostra una certa equidistanza nella critica a tutte le religioni.

Però secondo me l’autore

1) BUTTA VIA IL BAMBINO CON L’ACQUA SPORCA

L’acqua sporca è molto facile da colpire, tutti gli anti religiosi usano queste argomentazioni:

- le malvagità create nel passato e nel presente dalle religioni istituzionali (a questo proposito è come buttare via i valori ideologici del comunismo a causa ad esempio degli orrori del regime di Pol Pot o delle purghe staliniane, una cosa è il messaggio marxista, un’altra la sua applicazione distorta da parte del potere, idem una cosa è il messaggio rivoluzionario di Cristo, un’altra l’applicazione di potere da parte della istituzione Chiesa cattolica)

- le stupidaggini connesse alla maggior parte di formalismi rituali

- i testi del Vecchio Testamento e del Corano, dove appare un dio violento e guerrafondaio

- comportamenti malvagi di chi dice di essere religioso

il bambino è invece secondo me la SFERA SPIRITUALE dell’esistenza

La dimensione spirituale è qualcosa che alcuni SPERIMENTANO. Chi ha esperienze spirituali non può non crederci. La certezza di una dimensione spirituale viene sperimentata dagli sciamani del centro-america e da tutti i sognatori lucidi, da tutti quelli che hanno avuto visioni o stati di illuminazione, o di estasi mistica. Si tratta di esperienze TOTALMENTE diverse dalle allucinazioni psicotiche. (vedi schema stati di coscienza allegati)

2) SUI TESTI SACRI

Riguardo ai testi sacri, anche qui D. gioca facile attaccando Corano e Antico Testamento, in effetti pieni di violenza (probabilmente avevano ragione gli gnostici, distinguendo tra Demiurgo e Dio).

Gioca sporco con il Vangelo (saltando appositamente le parti inattaccabili, e anzi accusando Gesù di aver disprezzato il concetto di famiglia, cosa che è vera, ma è secondo me positiva perché lo rende fortemente rivoluzionario e anticonformista per la sua epoca). Ovviamente non tocca il cuore del messaggio del Vangelo.

Ma neanche guarda ad altri testi sacri, come quelli del primo induismo e del buddhismo che sono carichi di spiritualità e amorevolezza.

3) NON SI PUO’ SPIEGARE TUTTO CON L’EVOLUZIONE

Dimentichiamo il concetto di Dio e teniamo invece buono il concetto di “amore”.

L’amore al massimo livello ha manifestazioni che vanno completamente contro qualsiasi senso di conservazione della specie.

Se possiamo dire che la maggior parte delle buone azioni compiute sono più o meno consapevolmente collegate a riceverne qualcosa in cambio (scambio utile alla specie), vorrei sapere come si spiegano gesti come quelli del ragazzo nell’hotel preso dai terroristi che poteva salvarsi recitando il corano (che sapeva recitare) e non lo ha fatto preferendo morire assieme alle sue amiche che il Corano non lo sapevano. O quelli dell’ebreo nel campo di concentramento che si è rifiutato di calpestare la Bibbia, sapendo che lo avrebbero ucciso, col fatto però che lui era ateo.

Questi sono comportamenti di esseri umani che sono SCHIFATI di fronte all’ingiustizia subita da ALTRI, e che -pur potendosi salvare ed essendo giovani e non depressi – buttano via la loro vita giovane in cambio del POTER STARE A FIANCO DEI PERDENTI DI TURNO, per scegliere la parte delle vittime e non quella dei carnefici.

Questo viene da l’innato SENSO DI GIUSTIZIA E AMORE che abbiamo dentro in modo misterioso. Perchè nel mondo non abbondano. Quindi secondo me deve esserci un’altra dimensione (regno di Dio) dove TRIONFANO AMORE E GIUSTIZIA

Personalmente mi è impossibile pensare che la vita si esaurisca in quella materiale, perché allora l’ingiustizia di essere nati per caso come bambini malati e poveri che muoiono subito o come bambini di paesi ricchi che hanno opportunità sarebbe l’unica realtà. E’ evidente che questa vita , breve comunque per tutti, non è altro che un passaggio, il mondo è governato dal male (questo Gesù lo dice chiaramente), si può solo cercare quanto possibile di non aumentare la quantità di male, e quando la quantità di bene supererà una soglia critica (il lievito ) si capovolgerà la situazione e il Bene trionferà. Il regno di Dio è una dimensione sia presente dentro la nostra vita (solo nascosta) che eterna quindi riguardante il cammino dell’anima dopo la morte fisica. Mi considero cristiana “indipendente” perché non frequento chiese, ma la dimensione spirituale ha molta importanza nella mia vita, sicuramente questo tipo di saggio non la scalfisce.

Allego mia idea di schemi coscienza:

MARINELLA:

Il libro l’ho letto anni fa e dopo sono venuti tanti altri libri sull’argomento che è di mio grande interesse. L’ho riletto e mi è ancora piaciuto, sono d’accordo su tutto con lo scrittore, ho provato rileggendolo il piacere che si prova quando si è con una persona che condivide tutte le tue opinioni… Libro ben scritto, semplice, chiaro, sembra più americano che inglese.

LUISELLA:

La mia risposta è “Nì”.

Il saggio mi è piaciuto, l’ho trovato ben scritto, scorrevole, molto ironico, a tratti davvero divertente. Dawkins è sicuramente persona di vastissima cultura e spiccato humor. Questo libro, così denso di episodi citazioni e riferimenti, può esser di spunto per altre decine di letture.

Forse il libro è troppo lungo e ripetitivo, questo sì. Inoltre c’è un eccessivo “anglocentrismo”, con notizie su dibattiti televisivi o convegni di cui noi non sappiamo niente. È come se uno studioso italiano scrivesse “Sono stato in tv e ho litigato con Vittorio Sgarbi o col tal altro”. Se tradotto all’estero, non verrebbe né capito né apprezzato. Un saggio, per avere respiro internazionale, dovrebbe astenersi da certi riferimenti.

Ma quel che mi ha dato vero fastidio (e che mi porta quindi a dire “ni”) è che Dawkins fa di tutta l’erba un fascio, ovvero il credente (ogni credente, ma perlopiù il cristiano cattolico) viene preso in giro; è considerato uno stupidino, fanatico, integralista, bacchettone, omofobo, antiabortista, uno che crede ad Adamo ed Eva, o a un paradiso di nuvolette bianche…

Così non è. Io, ad esempio, pur essendo credente, ho apprezzato il libro, e – non serve dirlo - sull’origine dell’universo e dell’uomo, credo in ciò che mi dice la Scienza, non certo la Bibbia!

Tuttavia, credo. Credo in un qualcosa di superiore che non so dire, immaginare, nominare, ma che sento profondamente.

Lo dico sempre: sono molto più a mio agio in una sinagoga, dove Dio non può essere rappresentato. Ma sono nata in una famiglia cattolica e cattolica rimarrò, anche se sono io la prima a trovare pesanti e kitsch alcune chiese così strabordanti di rappresentazioni (il Cristo ferito, la Madonna piangente, i paffuti angioletti con le ali) e reliquie di ogni tipo – la lingua di Sant’Antonio, gli occhi di Santa Lucia, mani tibie clavicole e prepuzi, che pare di stare nella sala settoria dell’obitorio!

Amo le chiese piccole e più sgombre possibile, dove sia possibile quel “vuoto pieno” che sento affine a me.

Ma si tratta comunque di sentimenti e momenti vissuti in totale intimità.

Se incontro qualcuno, nemmeno mi viene in mente di chiedere di che religione sia, o se sia ateo agnostico o altro… Mi chiedo invece se sia una persona per bene, e questo non ha a che fare con la religione. Ci sono atei con uno straordinario senso di rettitudine altruismo e giustizia, e sedicenti cattolici che non sanno cosa sia la coscienza.

Il mio essere credente è una cosa intima che non incide minimamente sulla mia vita “pubblica”, cioè di relazione con gli altri, di persona, di cittadina, di impiegata, ecc… Ambiti in cui mi comporto in modo rispettoso di tutti e convintamente laico.

In considerazione di tutto ciò, trovo sgradevole l’accusa che “mi” viene mossa da Dawkins, il quale – addirittura – chiude il libro fornendo una lista di indirizzi ai quali il credente può rivolgersi per essere aiutato ad uscire dalla religione (!!!) come se si trattasse di alcol o droga.

PIERPAOLO:

All'inizio il libro mi è sembrato un po' pedantesco e noioso, ma poi mi sono fatto prendere dall'umorismo britannico dello scrittore che mi ha divertito molto e proseguendo ho capito che si tratta di un libro militante, scritto con lo scopo dichiarato di "convertire", far progredire sulla scala dell'ateismo i soggetti ancora indecisi, gli scettici, i cosiddetti agnostici (per l'autore ignavi piuttosto), convincendoli che è molto piu probabile che Dio non ci sia piuttosto del contrario.

Anch'io trovo che ci sia bisogno di una militanza di questo tipo, dal momento che la religione è ancora troppo forte e presente nella nostra società e troppo in grado di zittire le voci fuori del coro.

Io capisco e rispetto i tanti che pensano di sentire una propria personale forma di adesione a una qualche trascendenza, e trovo queste forme di spiritualità individuale profonde, sentite, intime. Ma la religione è altro, codice e canoni, istituzione che si prende in toto (santi miracoli stimmate madonne che piangono e padri pii compresi) o si rifiuta in tronco, non vedo tante sfumature possibili. E quando si polemizza, come fa l'autore, si prende il bersaglio che tutti riconoscono, il dio della religione dei nonni e degli antenati

ALESSANDRO:

Mi è piaciuto moltissimo. Non lo trovo acido rispetto ai credenti, anzi è rispettoso anche nei confronti di argomenti su cui avrebbe potuto andare giù pesante, ad es. la pedofilia dei preti. Grazie ai miei genitori ho una buona conoscenza dei testi sacri che, almeno in certe parti, mi piacciono molto. A diciassette anni ho lasciato la religione ma ora invece lascio aperta una porta. Mi chiedo chi sono, ho paura della morte, mi piacerebbe credere alla positività della vita, all’immortalità dell’anima e rivendico anche la libertà di essere incoerente. Del libro mi sono piaciute in particolare due cose: la metafora del burka e il pensiero di Einstein per cui non si deve avere paura di morire in quanto prima di nascere si è stati morti per milioni di anni…

GABRIELLA:

Il mio commento al libro si basa su una lettura parziale del testo, che ho trovato ridondante e ripetitivo nei concetti, pur condividendo i punti di vista dello scrittore.


Il prossimo saggio, scelto nella terna proposta da Alessandra Ce., è "L'harem e l'Occidente" di Fatema Mernissi

Prossima proponente: Gabriella

Prossimo incontro: 12 luglio