Il mondo secondo Garp (di John Irving)

Proposto da Tomas

Riferimenti: IBS, Wikipedia

Discussione di giugno 2017

Sì: Marinella, Tomas, Oscar, Gabriella
No: Pierpaolo
Nì: Marisa, Giuseppe, Alessandra Cepar, Maddalena

Tomas (sì): Lo ha proposto per la sua scorrevolezza, per la constatazione di quanta gente diventa pecora e non ascolta, e perché gli piace il personaggio di Garp che cerca di proteggere i suoi figli ma non ce la fa.

Marisa (nì): È facile essere catturati da un personaggio come Garp. Il suo è un mondo variegato, dove tutto può succedere, perfino una nascita eccezionale come la sua. Egli rispecchia, per certi versi, ognuno di noi, con le stesse paure, le insicurezze, le frustrazioni in mezzo alle situazioni intricate della vita. Ma Garp è tante altre cose ancora: un fautore dei diritti spettanti ai più deboli, un marito fedifrago e insieme innamorato della moglie, un cittadino sempre pronto a schierarsi verso ogni forma di ingiustizia e di soprusi verso i bambini e le donne. Romanzo tragico e comico, serio e buffo. Le vicende, numerosissime e in parte scabrose, spesso trascendono la realtà fino a sfiorare il grottesco, e le storie che vi si incastrano corrono parallele a formare poi un unico filo conduttore che le racchiude tutte. Riguardo ai temi, si passa dall'erotismo più spregiudicato al femminismo esasperato, dall'infedeltà coniugale al transgender, dalla violenza sessuale alle nevrosi di un padre perennemente in ansia per i propri figli, e così via. La scrittura di Irving è scorrevole anche dove il romanzo è inframmezzato da un paio di racconti che si inseriscono come tasselli ben ritagliati nella trama principale. D'altra parte, vi sono qua e là degli aspetti un po' troppo truculenti e morbosi, forse non tutti strettamente necessari ai fini della struttura narrativa, che turbano il piacere della lettura suscitando un senso di malessere e - talora - di vero e proprio raccapriccio.

Giuseppe (nì): Ha letto metà libro, non gli piacciono i libri con troppo sesso, condivide quanto detto da Marisa e non lo ha trovato particolarmente scorrevole, i racconti poi sono davvero noiosi.

Gabriella (sì): Dico sì con alcuni distinguo. Ho trovato lo stile narrativo originale ed intelligente, condito di un umorismo noir sui fatti assurdi e grotteschi che a volte capitano nella vita reale e che nel libro sono stati enormemente enfatizzati. Era chiaro l’intento dello scrittore di volersi distinguere da un modello di scrittura più classico, cosa in cui è riuscito perfettamente, pur esagerando nell’ esaltazione e nella ripetizione di tematiche che gli stavano particolarmente a cuore. Non l’ho trovato particolarmente scorrevole perché troppo denso e ridondante, cosa che mi ha portato a saturazione e mi ha costretto più volte a sospendere la lettura del libro.

Marinella (sì): il libro le è piaciuto moltissimo, lo ha trovato un gioiello di cinismo, umorismo, intelligenza e umanità. A una prima parte molto divertente segue una parte molto triste, forte e inaspettata. Belle e originali le considerazioni sulla vita, la morte, il tempo che passa. I racconti sono funzionali al romanzo.

Alessandra Ce. (nì): È arrivata a pagina 180. Ha detto Nì solo per questo. Non lo ha trovato scorrevole, anzi ridondante e pesante, anche se con punti interessanti.

Pierpaolo (no): Ho dato un voto negativo perché non mi è mai piaciuta la comicità pseudo surreale o grottesca/demenziale americana, alla Robin Williams (non a caso interprete del Garp cinematografico), o alla Forrest Gump, che Garp mi ricorda tanto. Per questo sono arrivato solo a metà e non finirò la lettura. Una comicità per me imbarazzante ed esagerata. Irving, molto insicuro di sé, inscrive nel romanzo anche la reazione contraria di certi lettori, e io mi ci identifico pienamente. Nel capitolo 8, Secondo figlio secondo romanzo secondo amore ci sono due lettere di Irene Poole, lettrice di fantasia dei romanzi di Garp. La seconda, che segue la storiella sull’elefante ubriaco fulminato dalla corrente elettrica, mi dà la possibilità di usare le stesse parole di Irving per Irving: «Lei dev’essere un uomo malato… Le cose che lei dice sono frescacce prive di senso per me e la prego di non cercare di spiegarmi più niente, perchè, oltre che una noia, è un insulto alla mia intelligenza.» Sono d’accordo e mi meraviglio molto che Irving abbia pensato di far leggere il libro al figlio di 13 anni. Consiglierei piuttosto di vietarlo ai minori. Non mi piace che gli scrittori mi spieghino come devo leggere il loro libro, e Irving lo fa continuamente, rispecchiandosi in Garp. Secondo me dovrebbero scrivere le loro storie e lasciare a critica e lettori il compito di interpretarle. Non ho capito che cosa ha voluto dirci Irving: che è antifemminista, che i movimenti politici di liberazione e contestazione degli anni ‘70 erano pieni di fanatici, che l’Europa vista con gli occhi di un americano medio, fa ridere? Oppure è un’autoparodia del tipico scrittore americano? A me ha messo a disagio la sessuofobia dilagante, triste, depressiva e castrante. Lo trovo molto negativo nella descrizione di tutto ciò che amo, il sesso, addirittura lo sport!

Oscar (sì): Ho finito di leggere il primo capitolo in tempo record e ho pensato "se tutto il libro ha questo ritmo, sarà un bel leggere" (al contrario di Pierpaolo e Giuseppe, a me piace la comicità surreale, se di buona qualità). Poi però son seguiti quattro capitoli in cui la narrazione si trascinava nel racconto di storie e dettagli poco rilevanti, e stavo per rassegnarmi ad avere a che fare con un "libro normale". Ma da un certo punto in poi il ritmo è cresciuto nuovamente e ho letto interi capitoli in poco tempo, impaziente di capire cosa sarebbe seguito. Qualche "racconto nel racconto" ha diluito un po' la tensione, ma alla fine tutto ha avuto senso, un senso dolce, amaro e disperato, perché nel mondo di Garp "noi siamo tutti casi disperati".

Maddalena (nì): dico “ni” perchè di positivo c'è una certa originalità e l'ultima frase che è un bellissimo finale, inoltre l'idea di scrivere alcune storie dentro la storia. Di negativo invece il clima pieno di descrizioni nauseanti (ad esempio la descrizione degli odori nella palestra di lotta, negli ospedali ecc.) e una visione che mostra l'attività sessuale come qualcosa da cui stare lontani (la madre) o comunque turpe (prostituzione, violenza sessuale, la parte “negativa” del sesso), mentre io mi sento molto "anni '70" e preferisco vedere l'aspetto felice dell'attività sessuale, legata a emozioni positive. Se sono provocazioni, concordo che sono gratuite e non mi sono piaciute, da metà in poi ho continuato la lettura “a salti” proprio perchè non lo reggevo.

Prossimo libro: "La scomparsa di Majorana" di Leonardo Sciascia (preferito a "La scatola nera" di Amoz Oz e a "Piccoli equivoci senza importanza" di Antonio Tabucchi)

Prossima proponente: Maddalena

Prossimo incontro: 28 luglio