Tempo di uccidere (di Ennio Flaiano)

Proposto da Pierpaolo

Riferimenti: IBS, Wikipedia

Discussione di gennaio 2023

PRESENTI: Adriano, Katia, Luisella, Marinella, Pierpaolo, Sonja

Il libro è piaciuto a tutti che votano SÌ all'unanimità


Luisella: Avevo proposto "Tempo di uccidere" in qualche mia terna ma non era stato votato. Sono contenta che finalmente sia stato scelto. Flaiano è un autore molto noto, ma soprattutto come aforista e sceneggiatore. La sua collaborazione con Fellini fa parte della storia del cinema. Questo è il suo unico romanzo, nato in circostanze piuttosto eccezionali. Longanesi gli chiede un romanzo che sia pronto in tre/quattro mesi, e Flaiano lo scrive attingendo a qualche spunto autobiografico. Dopodiché sempre Longanesi lo propone e lo sostiene al premio Strega (la primissima edizione), dove vince. La vittoria è una medaglia a due facce: ne decreta il successo, ma attira anche lo sguardo malevolo di alcuni critici che non accettano questo tipo di romanzo. Nel periodo del neorealismo, un'opera così bizzarra - quasi surreale,  di "esistenzialismo italiano" - non può andare... Invece a me piace proprio per questo: in genere mi piacciono i romanzi dove non si comprende bene la natura degli eventi, che sembrano realistici ma poi assumono via via un che di metafisico. Mi piace per il tema centrale (che è il senso di colpa, secondo me, anche se nella discussione gli altri Assorbilibri non sono d'accordo), un senso di colpa che si manifesta in questo strano modo, la malattia, il timore di aver contratto la lebbra, che sembra quasi una lebbra dell'anima. Infine, mi piace per la scrittura, coinvolgente e raffinata.


Katia: Un libro piacevole, una scrittura densa, una narrazione intimista ambientata nella campagna coloniale italiana degli anni Trenta in Africa. Il protagonista, un ufficiale che, per alterne vicende, è disperso nell'altipiano, alle prese con disavventure sorte quasi per caso. La storia ruota intorno ad un incontro casuale con una ragazza indigena, una notte trascorsa insieme a cui segue un esito tragico. L'uccisione della ragazza a seguito di un colpo sparato nel buio nel tentativo di colpire un'ombra, un rumore nella notte e l'inizio di un'ossessione. I tentativi di collocare questa morte, di dargli un significato, la febbrile ricostruzione della storia di questa donna. Il tenente è logorato dai sensi di colpa, una sorta di tarlo che rode la sua coscienza. Si susseguono tentativi di fuga fortemente condizionati dall'ossessione di dover rispondere dell'uccisione della donna. Il racconto è la narrazione di una solitudine in compagnia di questo grande senso di colpa, uno scavare continuo all'interno della coscienza del protagonista. Un ufficiale estraneo a tutti, ai propri commilitoni e agli indigeni, che osserva le vite altrui con una sorta di invidia, incapace di riprendere in mano la propria vita. La storia si snoda con una serie di eventi significativi, il dolore al dente, la ricerca della scorciatoia, il coccodrillo, l'orologio e il fetore dolciastro. Una narrazione che viaggia di pari passo con le riflessioni del protagonista sovente vengono messi a confronto i due mondi, la patria e l'Africa. Quest'ultima non viene mai denigrata a favore di una superiorità dei colonizzatori, anzi attraverso il racconto viene alla luce una fragilità della nostra civiltà, ben espressa in una frase «avevano delle qualità che nei paesi civili si vanno perdendo». Il finale mi è sembrato frettoloso in confronto al resto del racconto. Un libro che consiglierei volentieri.


Adriano: Il libro mi è piaciuto per la bella scrittura, meglio leggere un autore italiano che un autore tradotto. C'è una venatura esistenziale, ci sono i temi della solitudine e della dimensione del tempo. Il romanzo è pervaso da paternalismo e dal colonialismo. Il personaggio è superficiale, ammazza ciò che è un ostacolo alle sue mire. Bello il personaggio di Joannes.


Sonja: L’unico romanzo di Flaiano è un romanzo sconcertante che ti riempie di angoscia, soprattutto se pensi che la vicenda, anche se mero frutto di fantasia, rispecchia probabilmente molte realtà che si sono svolte in passato e che – purtroppo – si stanno svolgendo anche oggi. Un delitto futile, che tale è soltanto perché si svolge nell'Africa coloniale in periodo di guerra, è in grado di scatenare una ridda di pensieri schizofrenici che come un morbo corrodono l'anima e la mente e incitano a commettere altri delitti. Ma la cosa più sconcertante è che alla fine tutto si risolve in niente: siamo in Africa, triste territorio di conquista, tra persone che sono considerate anch'esse oggetti di conquista. Quindi perché crearsi problemi? Perché avere paura? Perché porsi dilemmi? Pensandoci razionalmente non è successo niente di rilevante, tanto il tempo di guerra è tempo di uccidere.


Marinella: il libro mi è piaciuto molto, conoscevo Flaiano per i suoi aforismi e, da amante del cinema, per le sue sceneggiature, quelle realizzate per lo schermo e quelle che sono rimaste un sogno, come la sceneggiatura da Proust sognata da Visconti. Il libro che abbiamo letto è scritto benissimo, è una perfetta sceneggiatura per il cinema con le sue descrizioni affascinanti di persone e cose. Io ho sentito l'audiolibro e Franco Graziosi con la sua voce vellutata rende quasi bello un personaggio che non lo è. Altro che ‘Italiani brava gente'…


Prossimo libro: "Il quaderno dell'amore perduto" di Valérie Perrin (preferito a "I miei stupidi intenti" di Bernardo Zannoni e a "Caffè Babilonia" di Marsha Mehran)

Prossimo proponente: Adriano

Prossimo incontro: 24 febbraio