Sì (unanimità): Oscar, Mirella, Massimo Frico, Mari, Gabri, Michele, Massimo I., Marisa, Alessandra, Tomas, Giuseppe.
Oscar (sì, proponente): Sono arrivato al libro per via indiretta. In realtà ho visto per prima il film "Espiazione", che mi è piaciuto moltissimo. Poi come regalo di compleanno ho ricevuto un cofanetto "film + libro", per cui ho avuto modo di apprezzare la stessa storia, ma dalle vive parole dell'autore. Mi è sembrato un romanzo avvincente, ben scritto, ideale da condividere con gli amici AssorbiLibri.
Massimo Frico (sì): L'ho letto velocemente, apprezzando lo stile di scrittura e il modo in cui viene delineata la psicologia dei personaggi. Mi è piaciuta di più la prima parte, in cui i medesimi accadimenti di un pomeriggio vengono raccontati da più punti di vista. Ho trovato un po' meno godibile la seconda e la terza parte. Più che espiazione, penso che il libro parli dell'evoluzione del senso di colpa di Briony nel corso della sua vita.
Mari (sì): Penso che il libro sia molto ben scritto e che la psicologia dei personaggi sia accuratamente descritta, dall'inizio alla fine, con un percorso narrativo coerente. È interessante come un singolo accadimento possa cambiare l'intera vita di una persona.
Marisa (sì): Ho trovato straordinario questo libro, che per la sua particolare struttura definirei "metaromanzo". Ho apprezzato la descrizione del personaggio di Briony e del suo profilo psicologico. Il libro pare procedere lentamente in alcuni momenti, ed è particolare anche una certa frammentazione narrativa. Interessante il modo in cui l'io pensante è sottoposto ai misteri della percezione individuale dei personaggi. È l'autore che decide della sorte dei personaggi e, per quanto riguarda il finale, l'autore decide di non dare una fine precisa alla trama. Non conosceremo mai la fine dell'amore tra Cecilia e Robbie.
Massimo I. (sì): In questo, come in altri libri, è evidente l'ossessione per il sesso che ha Ian McEwan. Anche se devo ammettere che è uno di quegli autori (come Philip Roth) la cui narrativa migliora nel tempo. Discorso opposto invece per altri scrittori (come McGrath), che paiono peggiorare col passare degli anni. Penso che McEwan avesse ben chiara l'evoluzione della storia e il finale già dalla stesura delle prime pagine. Il libro ha un ritmo inizialmente lento, poi improvvisamente accelera. Il finale lascia spiazzati e c'è la sensazione che vi sia effettivamente un lieto fine.
Gabri (sì): Ho visto per prima il film "Espiazione", ma in questo modo mi son persa l'effetto soprpresa del finale del libro. Rispetto al film il libro ha uno stile molto più ricco. Al contrario degli altri, io ho apprezzato di più la seconda parte, in cui Briony ha modo di diventare adulta e vivere una sorta di espiazione. Anche a me ha fatto riflettere come un avvenimento qualunque possa condizionare l'intera vita di una persona.
Mirella (sì): Se da una parte ho trovato lenta la narrazione delle prime pagine, dall'altra ho apprezzato molto la seconda e la terza parte. Non ho provato compassione per la vittima dello stupro che ha provocato tutto. Mi è spiaciuto che, in generale, non vi sia stata alcuna espiazione nella storia. Riguardo al finale, non mi è sembrato a sopresa: ho capito subito che in realtà Robbie è morto. Interessante il rapporto tra l'autore e l'opera d'arte, il modo in cui indugia su ciò che avrebbe potuto essere, ma non è stato. Mi è piaciuta la descrizione realistica degli avvenimenti della seconda parte.
Alessandra (sì): Non sono riuscita a terminare il libro, per avvenimenti imprevisti, ma sono intenzionata a farlo. All'inizio l'ho sentito a me sincronico per quel che accadeva nella molteplicità di vissuti presenti nella casa. Ha un inizio confuso che muta nella narrazione seguente. Diversamente, ma questo accade anche nell'altro libro di Ian McEwan: "Cortesie per gli ospiti". Anche la fisicità descritta, non nelle modalità ma per tonalità, mi riportava all'altro testo.
Tomas (sì): Il libro mi è piaciuto, ma ho trovato irritante il personaggio di Briony sin dalle prime pagine. Anche io penso che in realtà Briony non abbia fatto alcun percorso di espiazione.
Michele (sì): Il libro mi è piaciuto tantissimo. Avendolo letto due anni fa non ricordo bene tutti i dettagli. Già dalla piccola recita che Briony vuole mettere in scena nelle prime pagine del libro, il tema ricorrente è la finzione, come strada verso la realtà, verso l'espiazione. Robbie, andando in guerra, avalla la finzione. Tutto il romanzo è una finzione. L'espiazione può essere di entità diversa e non sempre è frutto di una colpa.
Giuseppe (sì, via mail): Ho letto il libro un anno fa e ricordo di averne parlato con Michele, dato che era stato proposto da qualcuno qualche mese prima. Forse grazie a questo scambio di opinioni mi ricordo ancora qualcosa del libro! Ricordo che delle tre parti, la prima (soprattutto) e l'ultima erano quelle più interessanti. Quella centrale mi sembrava più noiosa e poco utile al racconto. Nonostante ciò ricordo di averlo letto velocemente: era coinvolgente e ben scritto. Probabilmente, come a tutti, Robbie mi era simpatico, mentre la bambina era davvero odiosa: mi ricordava tanto le bambine che si credono le star dello spettacolo.
Giovanna (via mail): Sono particolarmente contenta di aver letto ESPIAZIONE contemporaneamente a BELLA DEL SIGNORE, perché si svolgono negli stessi anni e si può dire che ho passato un mese immersa nell’atmosfera anni Trenta, con tutte le problematiche e le tematiche tipiche del periodo. Antisemitismo, guerra incombente, tabù sessuali, peso degli obblighi sociali ecc. sono comuni ad entrambi i romanzi. ESPIAZIONE mi è piaciuto molto anche se vi sono dei dettagli apparentemente irrilevanti (come in CORTESIE PER GLI OSPITI) che non permettono la così detta “sospensione dell’incredulità”. L’episodio del vaso prezioso nella fontana, secondo me si svolge in una maniera inaccettabile che inficia tutto il resto. Il rapporto tra Cecilia e Robbie mi pare incredibile, mentre mi pare credibilissimo il rapporto tra il giovane ospite e la cuginetta ospite pure lei, anzi mi felicito con me stessa per aver subito immaginato dal primo colloquio fra i due, che lui avesse messo gli occhi sulla persona più fragile là dentro, per poi potersene approfittare. A parte ciò vorrei spezzare una lancia per Briony, la ragazzina: essa mi ricorda un personaggio di Guy de Maupassant, la sorellina minore che ha ucciso il fidanzato della sorella più grande perché ne era segretamente innamorata. Il comportamento di Briony a tredici anni mi pare credibile, anche se ha mal interpretato quanto accadeva tra le due coppie che ha scoperto nel giro di poche ore: la sorella con Robbie, e la cugina con l’ospite. Ma poi secondo me si è emendata sufficientemente facendo l’infermiera, piegandosi a quell’addestramento durissimo nell’ospedale e poi curando i feriti di guerra. L’unica cosa che avrei modificato nel romanzo, è il finale: il capitolo in cui lei, ormai vecchia scrittrice di successo, pensa al passato era un capitolo non necessario ed il romanzo avrebbe dovuto chiudersi là dove ritrova la sorella che vive con Robbie, cinque anni dopo. Comunque, a parte queste piccole discrepanze (l’episodio del vaso e l’inutile capitolo finale) rimane un bel romanzo sull’adolescenza e sulle passioni incastonato in un periodo storico inquietante e ben descritto.
Prossimo libro scelto: "La versione di Barney" di Mordecai Richler (preferito a "La morte a Venezia" di Thomas Mann e "Memorie di Adriano" di Marguerite Yourcenar).
Prossima proponente: Marisa.
Prossimo incontro: 28 febbraio.