Sì: Oscar, Sonja, Gabriella, Marinella
Nì: Alessandro, Adriano
Oscar (sì, proponente): Tempo fa, alla ricerca di nuovi libri da proporre al gruppo di lettura, mi sono imbattuto in questo romanzo di Nadia Terranova. Di solito al gruppo piacciono i romanzi con un'ambientazione storica, inoltre l'intreccio delle storie dei due protagonisti mi ha preso in modo particolare, per cui eccoci qui stasera a parlare di "Trema la notte".
Sonja (sì): Mi è piaciuto molto, perché è scritto molto bene (una scrittura scorrevole, piacevole). Non ho capito quale funzione avessero le descrizioni dei tarocchi a inizio capitolo (un vezzo dell'autrice, forse). Mi ha colpito il fatto che, al termine delle ricerche dei sopravvissuti del terremoto, avessero proceduto a ricostruire le case al di sopra delle macerie spianate e al di sopra dei morti (a differenza di quanto avvenuto nel terremoto del Friuli). Tra i due protagonisti preferisco il personaggio di Nicola, che trova la forza di superare la sua terribile infanzia aiutato dalla sua nuova famiglia, diventando una brava persona. Il personaggio di Barbara mi sembra un Don Chisciotte in gonnella, perché come Don Chisciotte si crea un suo mondo costruito sui libri (cosa che poi paga cara sulla propria pelle).
Alessandro (nì): Anche io mi sono chiesto quale fosse il nesso tra le carte dei tarocchi e il contenuto dei capitoli. Alcune delle vicende narrate mi sono sembrate un po' forzate e poco verosimili. Ho apprezzato le vicende parallele dei due protagonisti che si alternano da un capitolo all'altro.
Gabriella (sì): Ho apprezzato lo stile di scrittura e la scorrevolezza. Anche a me è parso un po' inverosimile il fatto che Nicola sia riuscito alla fine a ritrovare Barbara. Il messaggio che questo romanzo contiene è positivo: ci dice che anche chi parte da situazioni pesanti può veder migliorata la propria situazione.
Marinella (sì): Per quanta sofferenza contenessero le esistenze dei due protagonisti, prima del terremoto, quelle erano le loro rispettive "normalità". Il terremoto regala loro la libertà, il riscatto. Il romanzo della Terranova è scritto in uno stile piacevole, a tratti aulico e raffinato. Interessante l'incrocio delle vite di Barbara e del piccolo Nicola e l'alternarsi delle storie nei capitoli. Mi ha colpito molto questa frase: "Il mondo, come l'avevo conosciuto, finì e ogni cosa amata e odiata disperse".
Adriano (nì): Ho iniziato a leggere con entusiasmo. La prima parte mi è piaciuta molto: in particolare mi ha incuriosito la situazione del piccolo Nicola. Ero curioso di vedere come sarebbe stato sviluppato il tema del terremoto, poi però il terremoto diventa quasi marginale. Da un certo punto in poi, l'autrice ci mette di fronte a una serie infinita di situazioni sgradevoli, che appesantiscono la narrazione con un carico eccessivo di pathos. La parte positiva del mio "nì" è che il libro è indubbiamente ben scritto, con passaggi lirici apprezzabili. Avrei preferito però che l'autrice non avesse tirato dentro situazioni disomogenee, ma avesse piuttosto sviluppato e approfondito un filone narrativo principale. Anche l'introduzione dei capitoli a tema "tarocchi" mi ha lasciato perplesso, in quanto stratagemmi simili (poco utili) sono stati usati da diversi autori in diverse opere.
Prossimo libro: "Piccoli suicidi tra amici" di Arto Paasilinna (preferito a "Circe" di Madeline Miller e a "Uomini e topi" di John Steinbeck)
Prossima proponente: Sonja
Prossimo incontro: 25 aprile