PIANIFICAZIONE, PROGRAMMAZIONE SOCIALE
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data di attivazione 2014
Il testo è corredato di una serie di Suggestioni che si riferiscono ad alcune opere d’arte. Siamo convinti che possano arricchire in modo interdisciplinare la materia suggerendo nuove idee e percorsi originali. E, forse, arricchiranno anche lo spirito dei lettori, poiché l’arte è un potente mezzo di trasmissione di significato e bellezza, in grado di aiutare il processo creativo anche nelle materie “tecniche”.
Di seguito le immagini a cui il testo si riferisce, con i riferimenti ai relativi Capitoli, paragrafi.
1. Di che cosa si occupa la programmazione sociale
1.1. Tre concezioni
Suggestione 1 p. 28
Gli intrecci di linee e i riquadri colorati tipici delle composizioni di Piet Mondrian, come la Composizione A del 1923 (ospitata nella Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea di Roma), invitano alla ricerca di una sintesi tra le diverse dimensioni, nel rispetto delle articolazioni e specificità individuali. Un richiamo al processo di “sintesi e articolazione” delle dimensioni sociali che sottendono alla programmazione.
https://it.wikipedia.org/wiki/Composition_A;_Composizione_con_nero,_rosso,_grigio,_giallo_e_blu1. Di che cosa si occupa la programmazione sociale
1.5. Ampiezza della programmazione
Suggestione 2 p. 37: le "canne d'organo"
Una rappresentazione visiva della melodia suonata dall’insieme delle canne d’organo si può ammirare nella chiesa di Nôtre Dame des Neiges, località Alpe d’Huez, nel dipartimento dell’Isère (Francia), dove le canne dell’organo, pur autonome, sono accostate a comporre una figura di mano aperta, che offre alla vista un significato di insieme, che aggiunge una dimensione figurativa al suono dello strumento.
https://it.wikipedia.org/wiki/Organo_della_chiesa_di_Notre-Dame_des_Neiges_all%27Alpe_d%27Huez1. Di che cosa si occupa la programmazione sociale
1.5.6. Approccio plurifondo
Suggestione 3 p. 40
Il genio di Mondrian, nell’opera del 1941 New York City (Kunstsammlung Nordrhein-Westfalen, Düsseldorf), rappresenta la città come un intreccio di linee colorate, che richiama le interazioni tra le grandi energie che la percorrono. Il dipinto suggerisce all’osservatore una dimensione di unitarietà e armonia nella diversità di colori, linee e direzioni che può richiamare gli intrecci della programmazione integrata, strutturale o plurifondo esaminati.
https://sammlung.kunstsammlung.de/en/works/1091. Di che cosa si occupa la programmazione sociale
1.7. Un tema di etica professionale
Suggestione 4 p. 45
Il Memoriale per gli ebrei assassinati d’Europa nel quartiere di Mitte a Berlino, creato dall’architetto Peter Eisenman, fa da ideale contraltare alle immagini colorate di Mondrian richiamate in precedenza. I quasi tremila blocchi di cemento disposti in file a intervalli regolari su una superficie di 19.000 metri quadri rappresentano l’opposto del senso di integrazione e intreccio vitale di colori e forme usati dall’artista olandese: semplici stele funerarie, a rappresentare l’estensione, la sistematicità operata nella cosiddetta soluzione finale e la sua ragionieristica disumanità.
https://www.google.com/url?sa=i&url=https%3A%2F%2Fwww.beniculturalionline.it%2Flocation-3564_Memoriale-per-gli-ebrei-assassinati-d%2527Europa.php&psig=AOvVaw1KjSeLfRin56uM7DnqwcEF&ust=1751561536326000&source=images&cd=vfe&opi=89978449&ved=0CBQQjRxqFwoTCLDZsq7Rno4DFQAAAAAdAAAAABAu2. La programmazione come riduzione delle differenze
Suggestione 5 p. 61
Le relazioni tra pubblico e privato, in un contesto evolutivo come quello descritto, possono essere rappresentate da un’opera del 1938 di Maurits Cornelis Escher, Giorno e notte (museo Escher in Het Paleis, L’Aia), nella quale gli uccelli stilizzati bianchi e neri nascono intersecati e volano in direzioni opposte, formando rispettivamente il cielo e il paesaggio del giorno e della notte, «immagini riflesse reciproche unite dai campi grigi dai quali prendono forma» (Escher, 2023, p. 12). Un suggerimento che invita al superamento di tutte le barriere che rappresentano opposizioni solo apparenti e al riconoscimento delle reciprocità nelle relazioni e nei contributi.
https://www.escherinhetpaleis.nl/showpiece/day-and-night/?lang=en
3. Programmazione e prevenzione del rischio
Suggestione 6 p. 68
La volontà di agire non è condizione sufficiente per prevenire situazioni spiacevoli se non ci si predispone razionalmente per tentare di influenzare la situazione.
Se il giovane protagonista del quadro di Georges de la Tour del 1630, La buona ventura (Metropolitan Museum of Art, New York), avesse avuto un amico che lo consigliava di essere meno ingenuo nell’affidarsi alla lettura della mano per conoscere il futuro, forse avrebbe avuto miglior fortuna nella relazione con quelle simpatiche fanciulle.
https://www.metmuseum.org/it/art/collection/search/4368384. Il contesto e le tendenze
Suggestione 7 p. 88
Volendo riassumere con un’immagine il variegato contesto evolutivo dei sistemi di welfare non tradizionale, è possibile richiamare alla mente le Metamorfosi di Maurits Cornelis Escher del 1937-40 (museo Escher in Het Paleis, L’Aia). Le forme evolvono, si ibridano, si intrecciano in una continua generazione e trasformazione di stati e movimenti. Il flusso richiama il continuo intreccio delle forme organizzative della vita, e per noi delle articolazioni del welfare, in perenne evoluzione verso forme innovative, mai definitive.
https://www.escherinhetpaleis.nl/story-of-escher/metamorphosis-i-ii-iii/?lang=en5. Pianificazione, programmazione, progettazione: gli obiettivi
Suggestione 8 p. 106
La definizione di un percorso, dopo avere individuato gli obiettivi da raggiungere, è un processo assimilabile, tra molte altre cose, alla sbozzatura di un blocco di marmo, dove ogni colpo di scalpello approssima una definizione dell’immagine voluta, quasi come un lento risveglio della forma dalla nuda pietra. Si pensi alla scultura Prigione che si ridesta di Michelangelo Buonarroti, del 1530 (Galleria dell’Accademia, Firenze), opera incompiuta che esprime la gradualità del processo costruttivo.
https://www.galleriaaccademiafirenze.it/opere/prigione-che-si-ridesta-michelangelo-buonarroti/5.4. Paradossi della programmazione
5.4.3. L’effetto cobra
Suggestione 9 p. 120
L’esempio più famoso (e fortunato) di effetto inatteso è la scoperta dell’America da parte di Cristoforo Colombo, anche se ci vollero molti decenni prima che venisse rivelata la vera natura della terra di approdo. Molto più frequenti nella storia sono gli esempi di disorientamento dei fini: gli ostacoli come la tempesta raffigurata nel quadro La raffica di Willem van de Velde, del 1680 (Rijksmuseum, Amsterdam) si presentano spesso anche nella programmazione sociale, facendo deviare le rotte programmate. Solo abili e competenti nocchieri possono affrontarli con la determinazione e la flessibilità necessarie, in un continuo percorso di apprendimento.
https://www.rijksmuseum.nl/en/rijksstudio/artists/willem-van-de-velde-ii/objects#/SK-A-1848,26.5.1. Rappresentazione delle reti
Suggestione 10 p. 134
Nel dipinto di Giacomo Balla del 1912, Bambina che corre sul balcone (Galleria d’arte moderna, Milano), i punti colorati, nella loro scarsa definizione, acquisiscono forma e significato nella sequenza sovrapposta dei piani e restituiscono il senso del movimento della corsa, ben oltre la realtà statica del ritratto. Quest’ultimo, se fosse stato dipinto con pennellate continue, sarebbe stato sicuramente più definito, ma ci saremmo persi la dinamica, che è l’essenza stessa dell’opera.
https://www.analisidellopera.it/balla-bambina-che-corre-sul-balcone/7.8. Atti di intesa e programmazione negoziata
Suggestione 11 p. 155
Nei partenariati tra pubblico e privato, quando sono generativi, le diversità si confrontano, i contrasti diventano arricchimento reciproco e le relazioni liberano energie e possibilità inedite. Nell’opera di Escher del 1955, Liberation, sulla striscia di carta che si srotola forma e contrasto si compongono e gradualmente delineano uccelli bianchi e neri che, «andando verso l’alto, si liberano gli uni dagli altri e volano nel mondo come esseri a sé stanti. Così scompare la striscia sulla quale sono disegnati» (Escher, 2023, p. 12).
https://www.digitalcommonwealth.org/search/commonwealth:3r076s35g10.4. Approccio sistemico e complessità
Suggestione 12 p. 185
In Bond of Union di Escher, del 1956 (National Gallery of Art, Washington), l’immagine delle teste di un uomo e una donna formate da un’unica striscia di carta, che definisce anche i caratteri di ciascuna figura e, contemporaneamente, le unisce in un intreccio, ci parla di un mondo plurale, intrecciato, relazionale, scomposto e fluttuante, ma intrinsecamente unito.
https://www.wikiart.org/en/m-c-escher/bond-of-union11. I modelli di programmazione
Suggestione 13 p.188
Il quadro di René Magritte del 1961, La poitrine (Museo Magritte, Bruxelles), che rappresenta un mucchio di edifici, non riproduce una città. Un semplice elenco degli ingredienti di una torta non spiega come prepararla. Così come un semplice movimento non definisce un itinerario.
https://www.artfritz.ch/museen_bruxelles_magritte.html12. Le componenti
Suggestione 14 p. 213
Il tangram è un antico gioco rompicapo di origine cinese, costituito da 7 tavolette (1 quadrato, 1 parallelogramma, 5 triangoli rettangoli isosceli di misura diversa), inizialmente disposte a formare un quadrato. Una volta scomposto il quadrato iniziale, l’obiettivo del gioco è ricomporlo o creare infinite altre figure, sia geometriche che rappresentative di oggetti, animali o persone, utilizzando tutte le tavolette senza sovrapporle. È stato oggetto di studi matematici e filosofici e ha ispirato artisti e scrittori di tutto il mondo.
https://kubekings.it/blog/post/figure-di-tangram15. L’osservazione
Suggestione 15 p.232
È il genio di Escher, con la sua opera del 1955 Tre mondi (Escher in Het Paleis, L’Aia), a rammentarci l’importanza di percorrere tutto il ciclo analitico e di non fermarsi alle prime tappe. Il rischio di un approccio parziale è quello di falsare la prospettiva e non cogliere la corretta dimensione dei fenomeni. A uno sguardo superficiale l’immagine rischia di rappresentare una situazione rovesciata e surreale, mentre a uno sguardo attento, potrebbe risultare molto vicina alla realtà.
https://escherinhetpaleis.nl/en/about-escher/masterpieces/three-worlds?lang=en15.4. Il punto di vista
Suggestione 16 p.235
È come il concetto di “concavo e convesso” nei disegni di Escher esposti nel museo Escher in Het Paleis (L’Aia): a seconda della prospettiva scelta per osservarli si possono vedere pavimenti o soffitti, scale discendenti o ascendenti, oggetti appesi o risalenti, dipende dal punto di vista adottato. E sforzandosi di assumere un punto di vista differente lo scenario si modifica e si percepiscono situazioni diverse.
https://escherinhetpaleis.nl/en/about-escher/escher-today/eye17. Le componenti di seconda istanza
Suggestione 17 p.266
I manifesti di Henri de Toulouse-Lautrec sulle rappresentazioni teatrali (seconda metà dell’Ottocento) sembrano portare lo spettatore in mezzo alla rappresentazione, quasi ne fosse anch’egli protagonista. Come tutta l’arte, il teatro può essere specchio della realtà e narrare anche nel profondo la verità delle cose e delle relazioni. Anche noi definiamo “attori” i soggetti che agiscono intenzionalmente per realizzare le attività volte al raggiungimento degli obiettivi.
https://it.m.wikipedia.org/wiki/File:Henri_de_Toulouse-Lautrec_-_Jane_Avril_-_Google_Art_Project.jpg17. Le componenti di seconda istanza
17.4. Rendicontazione
Suggestione 18 p. 275
L’installazione Fearless girl, posta di fronte all’edificio della Borsa in Wall Street, a New York, principale luogo al mondo dove si definiscono gli affari, rappresenta una ragazzina che punta il suo sguardo e atteggia le braccia in senso di sfida nel chiedere conto dell’operato della Borsa a nome dell’umanità e, in particolare, di tutte le persone e le fasce di popolazione non dominanti.
https://www.thewallstreetexperience.com/blog/everything-to-know-about-the-fearless-girl-statue/18. La valutazione
Suggestione 19 p. 280
Nel quadro di Jan Vermeer del 1664, La pesatrice di perle (National Gallery, Washington), l’artista fissa il momento in cui una donna è intenta a pesare le perle di una collana posta sul tavolo di fronte a lei. Gli elementi evidenziati nell’opera sono lo sguardo della dama e l’attribuzione di valore alle perle tramite l’azione della pesatura, la comparazione delle misure e il giudizio conseguente (inserirle nella collana o scartarle). Sono gli stessi essenziali elementi che ritroviamo nella definizione di valutazione.
https://www.nga.gov/artworks/1236-woman-holding-balance21. Conclusioni
Suggestione 20 p. 319
La figura in ombra che compie il gesto della semina nel suggestivo tramonto colorato di verde di Vincent Van Gogh nell’opera Il seminatore, del 1888 (Van Gogh Museum, Amsterdam), simboleggia questo significato. I colori e i riflessi della luce e della penombra, un gesto che condensa tutta la figura, racchiudono tutto il percorso che ci si attende, la semina del futuro, incerto ma cercato e voluto.
https://unaletteraduefoto.wordpress.com/2013/12/30/van-gogh-il-seminatore-di-una-pittura-evangelica-pietro-citati-2/21. Conclusioni
21.2. La qualità
Suggestione 21 p. 321
È possibile immaginare l’equilibrio come uno dei mobiles di Alexander Calder, composto di materiali diversi, formanti un insieme omogeneo leggero ed equilibrato, in perenne movimento non caotico, che restituisce semplicità, bellezza e armonia a chi lo osserva.
https://www.nga.gov/stories/articles/calders-mobile-breathes-life-east-buildingTutti gli aggiornamenti del sito sulla
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