Risorse finanziarie
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In proposito si vedano le schede:
Le leve operative della programmazione
Finanziamenti pubblici:
Nuovi canali e le forme ibride
Le risorse finanziarie sono una delle leve operative della programmazione, costituite da norme, risorse finanziarie, produzione pubblica di servizi, azioni di sistema, risorse umane e risorse strumentali.” (Merlo G., 2014, p. 163)
Sono quelle da investire per raggiungere gli obiettivi, e in particolare sono rappresentate dalla disponibilità economica di un programma e dal suo sistema di allocazione. È una leva duttile in quanto il denaro si presta a molteplici utilizzi ed è facilmente trasferibile laddove (settori o territori) sia necessario: attraverso sistemi di osservazione è possibile rilevare ove destinarlo per il raggiungimento degli obiettivi e pertanto definire le regole adeguate affinché questo avvenga.
In generale la leva finanziaria può essere utilizzata con diverse funzioni:
funzione allocativa, che riguarda la destinazione di risorse disponibili con l’obiettivo di migliorare l’efficienza del sistema economico: ha a che vedere con la produzione di beni e servizi quando il mercato è insufficiente a far fronte alle necessità o risulta essere troppo costoso; ciò avviene, ad esempio, per i costi delle infrastrutture come strade o ferrovie o per alcuni beni e servizi offerti al pubblico come l’energia, l’ambiente, la cultura e la sicurezza;
funzione redistributiva, che riguarda gli interventi volti a modificare la distribuzione del reddito, come nel caso di pensioni di invalidità e vecchiaia o di assegni per malattia e disoccupazione;
funzione stabilizzatrice, che attiene all’uso della politica di bilancio per il controllo del ciclo economico, come nel caso del sostegno alle imprese in difficoltà e, di nuovo, per beni e servizi offerti al pubblico (ad es. ferrovie, energia ecc.). (Merlo G., 2014, p. 166)
Il tradizionale finanziamento pubblico agli enti
È la forma tradizionale di trasferimento utilizzata ai diversi livelli di programmazione (UE, Stato, Regioni, Province, Comuni).
Il sistema europeo, nelle proprie competenze, utilizza la leva finanziaria, attingendo al proprio bilancio settennale (entrate e voci di spesa), attraverso due modelli di programmazione e finanziamento (genericamente detti Fondi Europei). La distribuzione tra gli Stati non è omogenea: le entrate dipendono in misura proporzionale alla rispettiva prosperità economica (principalmente da un contributo dei singoli Stati in proporzione al loro Reddito Nazionale Lordo rispetto al reddito lordo comunitario); le uscite sono indirizzate a ridurre il divario tra i livelli di sviluppo delle varie regioni.
Di seguito le due modalità:
Programmi comunitari per tema, gestiti centralmente a livello europeo, con un modello top-down e gare di progetti (call for proposal). Perseguono i propri specifici obiettivi di sviluppo in settori di particolare interesse, attraverso forme di finanziamento di progetti attuati da una pluralità di attori;
Fondi strutturali (programmazione strutturale, strutturale, di ambito), gestiti in modo decentrato a livello nazionale e regionale, con un modello di “gestione concorrente”: un sistema di programmazione a più livelli, piuttosto complesso e articolato (vedi Il sistema di programmazione dell'UE). Attraverso una azione strutturale e concertata, vogliono affrontare in profondità e nel lungo periodo (cicli settennali) lo sviluppo complessivo dell'Unione e le disparità tra i diversi Stati.
Il sistema italiano è multiplo, variegato e confuso in quanto:
segue essenzialmente una logica in cui settori di programmazione funzionano in parallelo senza connessioni (a “canne d’organo” Vedi Glossario), ma con scarsa integrazione tra di loro,
vuole garantire il finanziamento Livelli Essenziali della Prestazioni (LEP), ma anche obiettivi specifici,
ai finanziamenti statali si sommano quelli regionali ed a volte comunali.
“Non è facile orientarsi nei tanti Fondi nazionali che finanziano le attività del settore sociale. Ho provato a fornire un quadro completo, sapendo che qualcosa mi sarà sicuramente sfuggito.”
Pesaresi F., Tutti i fondi per il sociale, Blog 2020http://www.sossanita.org/archives/9151Una buona ricognizione di tutte le risorse si trova in un progetto sperimentale realizzato da ANCI e Cittalia, sulle principali risorse dedicate alle politiche sociali, stanziate e destinate a progetti ministeriali, enti territoriali e cittadini.
“L’allocazione territoriale delle risorse finanziarie può fondarsi su alcuni gruppi di criteri (Fossati, 2000) che si pongono principalmente in una logica di sussidiarietà verticale in quanto le erogazioni finanziarie contribuiscono alle autonome azioni programmatorie di enti più vicini al cittadino, senza proporre o indicare linee programmatiche da parte dell’erogatore.” (Tutta la materia è trattata in Merlo G., 2014 p. 170 e seguenti)
Tra questi criteri si possono ricordare: la copertura ex post della spesa, la spesa storica, indicatori dell’offerta, quota capitaria semplice e ponderata, costo standard, gara di progetti. (vedi Finanziamenti diretti agli enti)
Nei sistemi di welfare, negli ultimi anni, alle tradizionali fonti di finanziamento di natura pubblica, si stanno affiancando nuove modalità legate a strumenti finanziari di natura privata: moltissime e diverse forme autonome che vi si aggiungono e/o sovrappongono, nonché sistemi ibridi più o meno integrati con questi. Ciascuna con propri obiettivi.
Tra le forme ibride sono anche in sperimentazione a livello europeo e nazionale quelle che sfruttano l’effetto leva in cui il denaro pubblico non va a finanziare direttamente i progetti che si intende promuovere, ma serve a costituire una forma di garanzia degli investimenti privati.
Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) individua le “forme ibride” come un modo per ampliare l’offerta e supportare la domanda di finanziamenti per le “imprese dell’economia sociale” in molteplici approcci e modalità. Da cui i termini di: "finanza etica", "finanza morale", "finanza sostenibile", "finanza alternativa", "finanza mutualistica", "finanza autogestita", etc.
Tepsie, Social finance investment instruments, markets and cultures in the EU, 2012http://www.tepsie.eu/images/documents/tepsie.d4.1.4.2socialfinanceinstruments.pdf SocialFin.it http://www.socialfin.it/definizione-di-finanza-sociale.htmTra gli attori, ciascuno con molti specifici strumenti, è possibile indicare alcuni dei mondi:
la finanza equa e sociale (in particolare le Banche etiche)
le imprese, principalmente con la loro Responsabilità Sociale di Impresa, ma anche per il social business
il Terzo Settore (cooperative, mutualismo, Fondazioni).
La loro precisa identificazione e quantificazione appare, per loro natura, pressoché nulla. L’unica possibilità, in territori ristretti, è quella del Bilancio consolidato di territorio allargato al privato.
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Giorgio Merlo, marzo 2023