PREVISIONE, PREVENZIONE, PROGRAMMAZIONE
la programmazione degli interventi di prevenzione, tipologie, rischio e fattori protettivi, sorveglianza
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In argomento:
Determinanti e causalità multifattoriale e probabilistica
Dipartimento di prevenzione (sanità)
Piano prevenzione sanità 2014-18
Previsione, prevenzione e programmazione sono concetti strettamente correlati, ma che rimandano ad ambiti differenti in termini di funzioni ed obiettivi.
1. Previsione
“Il fatto di prevedere, di supporre ciò che avverrà o come si svolgeranno in futuro gli eventi, basandosi su indizi più o meno sicuri, su induzioni, ipotesi o congetture.”
https://www.treccani.it/vocabolario/previsione/Tanto più nel nostro campo l’idea è quella di arrivare a prevedere il futuro per provare a controllarne la direzione (Futures studies).
Sul piano scientifico esistono fatti futuri perfettamente prevedibili, come il sorgere del sole o le eclissi, altri che sono per natura esprimibili solo in termini probabilistici, tanto meno certi quanto più a lungo termine, come le previsioni del tempo, e altri ancora intrinsecamente non prevedibili come la combinazione vincente del lotto.
Pertanto, le possibilità di prevedere sono molto diverse a seconda delle situazioni e dei campi a cui ci si riferisce. In particolare, nel nostro campo le possibilità di previsione dipendono dalla:
complessità delle situazione: cioè dal numero di variabili intervenienti,
finestra temporale che si prende in considerazione: cioè quanto in là si vuole prevedere,
qualità e quantità dei dati disponibili e delle loro serie temporali,
robustezza delle teorie sul tema che permettano di capire i meccanismi alla base dei fenomeni.
(vedi anche: Futures studies, I determinanti di un fenomeno, Pianificazione strategica)
2. Prevenzione
Nell'uso comune, la parola prevenzione significa impedire che qualcosa accada. In particolare: “Adozione di una serie di provvedimenti per cautelarsi da un male futuro e quindi l’azione o il complesso di azioni intese a raggiungere questo scopo. Genericamente, ogni attività diretta a impedire pericoli e mali sociali di varia natura”.
Un concetto che può essere applicato nei più svariati campi delle attività umane: delle malattie (a trasmissione o professionali), degli infortuni sul lavoro, della disoccupazione, della delinquenza minorile, della criminalità, della droga, etc.
https://www.treccani.it/vocabolario/prevenzione/La programmazione è lo strumento operativo di una politica che cerca di influenzare la dinamica di un sistema orientandolo verso obiettivi prefigurati. In questo caso l’obiettivo generale è la prevenzione: mettere in campo azioni per ridurre le differenze tra la previsione di eventi, situazioni, giudicati negativamente rispetto ai risultati auspicati e/o a punti di riferimento (benchmarks).
Cioè una programmazione diacronica: quando si programmano le azioni necessarie per raggiungere determinati obiettivi in un tempo definito: in questo caso assume la specifica connotazione di una serie di provvedimenti per cautelarsi verso il futuro previsto.
La relazione tra prevenzione e programmazione
In questa accezione il concetto di prevenzione assume una valenza essenzialmente generica di necessità di porre in atto azioni che allontanino i possibili danni, mentre la programmazione è più precisamente la predisposizione di piani, programmi, progetti che dall’obiettivo generale arrivi a definire specifiche azioni intervenendo sui diversi elementi che determinano il rischio. (Si veda: La predisposizione di un programma, progetto)
Gli elementi che determinano un rischio
L’approccio classico (epidemiologia) prende in considerazione le caratteristiche di tre elementi:
l’agente e la sua forza: la potenziale nocività di una situazione. Nel D.Lgs 81/2008, all’art.2 (sicurezza dei luoghi di lavoro) viene definito come: “proprietà o qualità intrinseca di un determinato fattore avente il potenziale di causare danni” (in medicina: virulenza e carica infettante);
l’ospite, cioè il singolo o la popolazione che viene investito dall’agente;
l’ambiente in cui avviene l’interazione.
A questi tre elementi occorre aggiungere
la durata e l'intensità dell’esposizione all’agente.
Lo studio dei determinanti di salute e di fenomeni complessi connessi a molteplici fattori (anche famiglie di fattori), introduce, infine, la dimensione della
trasversalità, nel senso che si può essere esposti a diversi agenti anche tra di loro correlati.
La relazione tra tutti questi elementi costituisce un sistema complesso che può essere più o meno vulnerabile (si veda: Vulnerabilità sociale). Conseguentemente, in un approccio di causalità multifattoriale e probabilistica (probabilità e rischio, causalità circolare e cumulativa), che supera l’approccio deterministico, è possibile valutare
il rischio: ciò che aumenta in maniera statisticamente significativa la probabilità dell’evento indesiderato associata alla situazione in esame: causalità coniugata con la probabilità (causalità probabilistica).
Infatti una previsione viene definita probabilistica quando contiene un insieme di probabilità associate a tutti i possibili risultati futuri, piuttosto che individuare un particolare risultato come "la" previsione.
In un quadro semplificato il sistema di interazioni, può essere rappresentato come segue:
https://www.quadernodiepidemiologia.it/epi/defin/determ.htm
https://www.quadernodiepidemiologia.it/epi/defin/vit_quo.htm
da cui ---> RISCHIO
Fattori protettivi
Se quelli descritti sono gli elementi che concorrono a determinare il rischio, nella predisposizione di programmi di prevenzione occorre tenere conto anche dei possibili fattori protettivi. Fattori intesi come risorse o condizioni specifiche in grado di contrastare o ridurre l’impatto dei fattori di rischio, che concorrono a sostenerne e promuoverne la compatibilità, e che, pertanto, possono essere al centro di specifiche azioni per aumentarne la forza.
Le teorie sottostanti
In tutto questo ragionamento si utilizzano, più o meno dichiaratamente, delle teorie: da un lato nella definizione del rischio, così come nella individuazione degli interventi per la sua mitigazione. È l’ambito della Theory of Change (TOC) che vuole rispondere alla domanda di fondo: su che cosa si basano le nostre previsioni, analisi e strategie?
Tipologie di prevenzione
Il tema della prevenzione è studiato in molti campi con accenti diversi. Vediamone tre: medicina, epidemiologia e protezione civile.
1. L’approccio classico della medicina è orientato agli obiettivi distinguendo tra:
2. In epidemiologia si trova un approccio orientato ai targets, cioè basato sulle caratteristiche della popolazione a cui è diretto l’intervento (nato nell’ambito della lotta alle dipendenze):
3. Nel sistema di Protezione civile è possibile individuare una classificazione basata sugli strumenti e modalità degli interventi:
Si noti che nel nostro campo, per traslato, la prevenzione Non strutturale può corrispondere alle Azioni di sistema.
Pertanto, la programmazione degli interventi di prevenzione si può basare su: obiettivi, targets, strumenti e modalità, che vanno tra di loro coniugati nella programmazione.
Attività e sistema di sorveglianza
Quale che sia l’approccio alla costruzione di programmi di prevenzione una attività fondamentale comune è il sistema di sorveglianza: raccolta corrente e sistematica delle informazioni quantitative e qualitative correlate alla situazione in esame, analisi ed interpretazione (vedi anche: Osservazione).
La sorveglianza delle popolazioni interessate viene messa a disposizione di coloro che devono progettare, realizzare e valutare interventi: è l’evidence based applicata alla prevenzione.
Epicentro, Il sistema di sorveglianzahttps://www.epicentro.iss.it/passi/sorv-passi
Approfondimenti:
Bertelli B., Servizio sociale e prevenzione, FrancoAngeli 2007
Caplan G., Principles of Preventive Psychiatry, Basic Book, New York 1964
European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction, Preventing later substance use disorders in at-risk children and adolescents: a review of the theory and evidence base of indicated prevention, Office for Official Publications of the European Communities, Luxembourg 2009
https://www.emcdda.europa.eu/publications/thematic-papers/indicated-prevention_enGammaitoni L., Vulpiani A., Perché è difficile prevedere il futuro, Dedalo 2019
Mrazek J., Haggerty R.J., Reducing Risks for Mental Disorders: Frontiers for Preventive Intervention Research, Institute of Medicine (US) Committee on Prevention of Mental Disorders 1994
Pozzi M., La prevenzione. Un focus sulla situazione nazionale ed internazionale, tra modelli empirici e strategie di intervento, Synergia
http://www.synergia-net.it/en/magazine/la-prevenzione-un-focus-sulla-situazione-nazionale-ed-internazionale-tra-modelli-empirici-e-strategie-di-intervento-mag146.htmlSpringer, J.F. and Phillips, J.L. (2007), The Institute of Medicine framework and its implication for the advancement of prevention policy, programs and practice. Prevention Policy Paper Series, EMT Associates, Inc, Folsom, CA
Vespignani A., Rijtano R., L’algoritmo e l’oracolo. Come la scienza predice il futuro e ci aiuta a cambiarlo, il Saggiatore 2019
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Giorgio Merlo, agosto 2023