Piano nazionale di accoglienza dei migranti

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ATTENZIONE

Questa scheda è precedente all'approvazione del Decreto Legge del 4 ottobre 2018, n 113: Disposizioni urgenti in materia di protezione internazionale e immigrazione, sicurezza pubblica, nonche' misure per la funzionalita' del Ministero dell'interno e l'organizzazione e il funzionamento dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalita' organizzata.

http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2018/10/04/18G00140/sg

Sul tema vedi anche la voce IMMIGRAZIONE dell'indice analitico generale

Per un aggiornamento sui dati vedi la scheda Osservatori

Inoltre: Piani nazionali in essere



Ocdpc n. 33 del 28 dicembre 2012

http://www.protezionecivile.gov.it/jcms/it/view_prov.wp?contentId=LEG37002

Il Piano è il documento ufficiale che ha definito la risposta operativa del Sistema nazionale di protezione civile all’emergenza umanitaria. Dal 1° gennaio 2013 l'emergenza umanitaria è rientrata nella gestione ordinaria.

Tra i punti principali del Piano, che prevede lo stanziamento di 370 milioni di euro da parte del governo, c’è la creazione di hub regionali per la prima accoglienza (che andranno a sostituire i Cara ovvero i Centri di accoglienza per i richiedenti asilo). Si tratta di strutture che possono accogliere al massimo 100 persone, in cui i migranti arrivano 48 ore dopo lo sbarco e restano per un tempo limitato (al massimo 2 mesi, il tempo della richiesta di asilo) per poi transitare nel sistema di seconda accoglienza, quella della Rete Sprar (Sistema di protezione dei richiedenti asilo), anch’essa rafforzata nei numeri dal nuovo Piano. Una delle novità è data dall’aumento del fondo per i minori stranieri non accompagnati (70 milioni di euro compresi nei 370 complessivi). La copertura economica della retta a loro destinata passa da 20 a 45 euro al giorno, diventando quasi completamente a carico dello Stato (e non più dei Comuni di accoglienza).

I punti salienti.

- Prima accoglienza. Il Piano ha previsto che fossero assicurate l’assistenza sanitaria e di primo ristoro anche per i migranti che continuavano ad arrivare dopo il 5 aprile. L'accoglienza è stata seguita, da parte delle autorità competenti, dall’avvio delle procedure di rimpatrio per gli immigrati clandestini e di distribuzione sul territorio italiano per quanti appartenevano alle altre categorie.

- Distribuzione sul territorio. Il Piano ha previsto una distribuzione sul territorio nazionale basata sui concetti di equa distribuzione e modularità. L’approccio modulare è consistito nel suddividere il numero di migranti attesi in gruppi multipli di 10mila unità da assegnare alle diverse Regioni in base al fattore “d” che ne definiva la distribuzione relativa sul territorio. Il fattore “d” è la percentuale relativa di popolazione totale residente nel territorio di ogni singola Regione rispetto al totale nazionale, a esclusione della popolazione della Regione Abruzzo colpita dal terremoto del 6 aprile 2009. Il fattore “d” è stato determinato dai dati di popolazione residente in Italia ricavati dal censimento ISTAT 2010.

- Assistenza. Ai migranti che richiedevano i benefici previsti dall’art. 20 del Testo Unico sull’Immigrazione sono stati garantiti da subito vitto, alloggio e assistenza sanitaria di base. Ai richiedenti asilo e ai minori non accompagnati è stata garantita l’assistenza prevista dalla normativa nazionale attuativa delle convenzioni internazionali.

- Sistema di coordinamento. Il coordinamento delle misure previste nel Piano è stato assicurato dal Commissario Delegato attraverso il Dipartimento della Protezione Civile, che si è avvalso di una struttura interna organizzata per funzioni di supporto. Presso ogni Regione il Soggetto attuatore ha istituito un’analoga struttura per il coordinamento dell’assistenza sul territorio.

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Giorgio Merlo febbraio 2015