Merlo G., Bordone G., “Guida alla programmazione sociale. Teorie, pratiche, contesti”, Carocci faber 2025
BOX n. 53
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Si vedano anche le schede:
Nella letteratura greca antica un paradosso è una breve narrazione di fatti straordinari o aneddoti bizzarri tratti dalla natura e dalla storia, ma noi lo interpretiamo come un'affermazione, una proposizione, un'idea che, pur sembrando logicamente corretta, può portare a una conclusione apparentemente contraddittoria o assurda. Di seguito quattro relativi alla programmazione.
Dal greco antico: “mucchio”. Attribuito al filosofo greco del IV secolo a.C. Eubulide di Mileto, per cui tutti sanno che un granello di sabbia non è un mucchio, due granelli non sono un mucchio, tre granelli non sono un mucchio e via dicendo; aggiungendo un solo granello a una cosa che non è un mucchio, non si ottiene un mucchio. Dunque non è possibile fare un mucchio di sabbia. Eppure i mucchi di sabbia esistono. Non solo: l’entità finale (il mucchio) è qualcosa di differente dalla somma delle parti. È quello che può succedere quando applichiamo una Logica frattale nel rapporto tra singoli Progetti, Programma, Piano (Merlo G., 2014, p 242, Merlo G., Bordone G., 2025 p. 117 e seg.)
Un programma è un'entità complessa, dove le relazioni tra i progetti e la loro evoluzione continua creano un impatto più generale. Pensiamo, ad esempio, ai Piani di zona per i servizi sociali o ai programmi pluriennali partecipati: questi non sono solo elenchi di attività, ma sistemi dinamici che si adattano e cambiano nel tempo. Inoltre, un programma può avere un significato simbolico e orientativo, influenzando il modo in cui le persone e le organizzazioni sociali pensano e agiscono.
Esempi: Il Reddito di Cittadinanza: questo programma non è solo un trasferimento di denaro, ma ha influenzato il dibattito pubblico sulle politiche di contrasto alla povertà e ha modificato il modo in cui le persone percepiscono il ruolo dello Stato nel sostegno al reddito. Le politiche di integrazione dei migranti: un programma di integrazione non si limita a fornire servizi, ma può promuovere un cambiamento culturale, influenzando le relazioni tra le comunità e la percezione dell'immigrazione nella società. Programmi di rigenerazione urbana: iniziative che non si limitano a riqualificare edifici, ma che mirano a ricostruire il tessuto sociale di un quartiere, influenzando il senso di appartenenza e la qualità della vita dei residenti.
Ottimizzare la posizione delle sedie a sdraio sul ponte mentre la nave affonda: non importa quanto bene si organizzino le sedie, la nave affonderà comunque. È il caso in cui si costruire un progetto perfetto, ma con Esiti inutili o, peggio, disastrosi.
È possibile che ciascuna Azione si realizzi perfettamente, così come lo si era immaginato e previsto, ma la situazione generale può anche evolversi in un flop.
E poi, pur verificando che i singoli Risultati attesi si siano verificati (e in quale misura), siamo sicuri che la loro somma rappresenti effettivamente il risultato complessivo desiderato? La somma dei risultati delle singole Azioni è effettivamente l’Esito che ci si proponeva? Se un Programma si pone l’obiettivo di modificare intenzionalmente una determinata situazione, siamo sicuri che cambiando le singole parti che la costituiscono questa si modifichi realmente e nella direzione auspicata? Infatti un Piano o Programma tende ad avere una sua dimensione olistica che forse può non essere rappresentata unicamente dai singoli Esiti (Merlo G., 2014, p. 150-151).
Molto ha a che vedere con la tenuta logica, la teoria, soggiacente alla costruzione del programma (TOC). Sarebbe a dire che se esiste una catena logica che parte dal generale per arrivare al particolare (logica unidirezionale) non si può essere sicuri che questa funzioni anche all’inverso (logica bidirezionale). Anzi, nei sistemi complessi e aperti la cosa non è assolutamente certa. Il che ci riporta alla considerazione che nelle scienze dei sistemi non si può giungere a leggi causali, ma solo a leggi tendenziali, generalizzazioni, relazioni di uniformità (Causalità multifattoriale probabilistica).
È il caso in cui, per aiutare qualcuno, si finisce per danneggiare un altro: un'azione volta a favorire un gruppo (magari svantaggiato o minoritario) finisce per danneggiare un altro gruppo. In qualche modo una forma particolare di effetto cobra. In generale, nella programmazione pubblica, se ne può parlare quando si utilizzano le risorse economiche in favore di alcune categorie, o territori, nei fatti distraendo risorse ad altri e all’universalismo. Scelta politica per eccellenza, che va mantenuta tale: sul piano tecnico occorre avere coscienza di tale potenzialità delle azioni programmate ed evitare disallineamenti di prospettiva ed effetti avversi dei propri costrutti.
Esempi. La riserva di “quote” (“rosa”, per immigrati, ecc.) anche come forme di risarcimento di discriminazioni storiche o di promozione positiva, possono essere viste come favorevoli ad alcuni gruppi a discapito di altri (UE, 2010). L’introduzione di una nuova benefica tecnologia per l’assistenza può espellere dal mondo del lavoro molti addetti. Così come l’assegnazione di borse di studio a studenti provenienti da contesti socio-economici svantaggiati o appartenenti a minoranze etniche o politiche abitative che mirano a garantire gruppi svantaggiati.
Il tema è quello della possibilità di effetti non previsti nella attuazione di un programma.
L’“effetto cobra” è descritto dall'economista Horst Siebert[1] che racconta come durante il periodo del dominio inglese in India (1858-1947), per affrontare il problema dei cobra che infestavano la città di Delhi, le Autorità decisero di offrire una ricompensa per ogni cobra morto consegnato.
All’inizio la cosa sembrò funzionare con un calo delle presenze di tali serpenti. Ma in poco tempo, dal momento che nutrire i serpenti costava meno della ricompensa offerta, molti iniziarono ad allevarli per poi ucciderli, portarli alle Autorità, ed intascare la taglia.
Quando queste si accorsero delle conseguenze inattese del programma, lo chiusero e non pagarono più nulla. A quel punto, visto che i cobra non valevano più niente, gli allevatori liberarono tutti quelli che stavano allevando, portando il problema a livelli più alti di quelli di partenza.
Similmente si può parlare di “effetto boomerang” quando un programma provoca risposte di segno opposto alle attese ritorcendosi contro i proponenti ed i loro obiettivi (per esempio il target elettivo e/o altri destinatari esterni).
Caso particolare, in campo comunicativo, è lo"effetto Streisand" in cui un tentativo di censurare, bloccare, eliminare un’informazione ottiene come risultato contrario una pubblicizzazione ancora più ampia. Il nome si ispira ad una storia che riguarda l’attrice e cantante Barbra Streisand che nel 2003 portò in Tribunale un fotografo e attivista ambientale accusandolo di aver messo in pericolo il suo diritto alla privacy per aver pubblicato sul suo sito fotografie aeree della sua villa permettendone la localizzazione. La vicenda finì sui giornali moltiplicando incredibilmente gli accessi al sito e permettendo a tutti di scoprire dove era la casa: esattamente quello che l’attrice voleva evitare.
Le conseguenze inattese di un programma .
Più in generale si può parlare di “conseguenze inattese” (eterogenesi dei fini, Wundt: «conseguenze non intenzionali di azioni intenzionali») di un programma quando questo innesca esiti non previsti: in meglio, in peggio, su aspetti precedentemente non presi in considerazione, fornendo indicazioni su modi alternativi di risolvere lo stesso problema.
A partire dall’approccio alla razionalità limitata, dalle riflessioni di Robert Merton sull’indipendenza tra intenzioni ed effetti, tra obiettivi e risultati[2], nonché degli “effetti perversi”, ovvero le conseguenze inattese dell’azione sociale, di Raymond Boudon[3], il tema non è nuovo. Nel campo della sociologia e dell’economia sanitaria sono stati studiati innumerevoli effetti imprevisti, come le malattie iatrogene (Stame 1990).
Qualche esempio più vicino a noi:
Un programma di formazione può contribuire a collocare sul lavoro i soggetti diplomati, ma nello stesso tempo provocare il licenziamento del personale occupato che non abbia quelle specifiche competenze.
Un intervento di riqualificazione urbana può costituire l’occasione non prevista per sviluppare nuove attività imprenditoriali.
Negli USA il proibizionismo (1920 - 1933) non riuscì più di tanto a ridurre il consumo di alcol, ma accrebbe enormemente gli affari del crimine organizzato.
Nella scuola la volontà di ottenere un numero minore di drop-out può generare un effetto “abbassamento” della preparazione che si esige dagli studenti.
Hirschman (1971)[4] ha individuato diverse possibilità di conseguenze inattese:
perversità, quando l’azione ha prodotto effetti opposti a quelli voluti;
futilità, quando l’azione non ha prodotto alcun effetto;
messa a repentaglio, quando l’azione ha prodotto risultati che sono favorevoli per risolvere un problema, ma sono dannosi perché ne creano altri;
benedizioni nascoste, quando si ottengono inattesi effetti positivi.
Seguendo il pensiero di Hirschman[5], Nicoletta Stame[6] ha proposto una tavola a due variabili: effetti attesi / inattesi, ed effetti positivi / negativi:
In questo modo è possibile individuare un più vasto ambito di situazioni che non il semplice “successo = risultati attesi ottenuti”, “fallimento = risultati attesi non ottenuti”, in quanto ci può essere successo anche se con effetti inattesi, e ci può essere fallimento perché l’effetto atteso si è dimostrato negativo.[7]
Questo approccio rimanda a domande del tipo:
Perché l’intervento avrebbe dovuto funzionare? Perché ha funzionato o non ha funzionato?
Attraverso quali meccanismi si suppone che si siano determinati gli effetti?
Domande che rimandano alla Theory of Change (ToC, “teoria del cambiamento” del programma”), ovvero al modello plausibile e coerente di come il programma funziona o dovrebbe funzionare ed alla Theory Based Evaluation (TBE) che centra l’attenzione su quello che si può apprendere nel programmare, ovvero se, quando e in quali condizioni le assunzioni che stanno alla base reggono alla prova dei fatti.
“Un approccio orientato alla ricostruzione, e quindi alla possibile valutazione, della coerenza interna (logical framework) sul versante sia della catena causale di come si è originato il problema che si intende affrontare (problem tree: catena ascendente) sia di quella della costruzione degli obiettivi (objective tree: catena discendente), comprensiva delle condizioni o ipotesi perché questi siano raggiungibili” (vedi anche Albero dei problemi e degli obiettivi)."
(Merlo G., 2014, p.158/9)
Approfondimenti :
Barone G., Quando le politiche anti-disuguaglianze producono paradossi, lavoce.info 2023
https://lavoce.info/archives/100135/quando-le-politiche-anti-disuguaglianze-producono-paradossi/Chevallier C., Homo sapiens dans la cité. Comment adapter l'action publique à la psychologie humaine, Odile Jacob 2022
Hyunyi Cho &. Charles T. Salmon, “Unintended Effects of Health Communication Campaigns” in Journal of Communication, 57 (2007) trad. it. Effetti inattesi delle campagne di comunicazione per la salute, Dors
https://www.dors.it/documentazione/testo/201603/effetti%20inattesi_sintesi.pdfMarchesi G., Tagle L., Befan B., Approcci alla valutazione degli effetti delle politiche regionali, Formez 2011, p.124
http://valutazioneinvestimenti.formez.it/sites/all/files/muval_22_valutazione_impatto.pdfMartire F., La sociologia di Merton: indeterminatezza dell’azione e delle strutture, Quaderni di sociologia 2009
https://journals.openedition.org/qds/764Stame N., Valutazione "ex-post" e conseguenze inattese, Sociologia e ricerca sociale, 1990
Stame N., Albert Hirschman per i valutatori, FrancoAngeli 2015
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