Innovazione sociale, Social innovation
tutte le voci del sito
Innovazione:
“l’atto, l’opera di innovare, cioè di introdurre nuovi sistemi, nuovi ordinamenti, nuovi metodi di produzione. Concretamente: ogni novità, mutamento, trasformazione che modifichi radicalmente o provochi comunque un efficace svecchiamento in un ordinamento politico o sociale, in un metodo di produzione, in una tecnica”. (Treccani vocabolario)
L’innovazione segue le alcune “tipiche” fasi: dal prototipo alla sperimentazione fino all’adozione da parte di qualcuno. Quando una serie di soggetti inizia ad adottare una soluzione nuova, entriamo nella fase critica in cui si determina se l’innovazione rimarrà appannaggio di una elite o diventerà lo "standard”, cioè il modo normale di agire e di usare determinati strumenti.
Sarebbe a dire che assistiamo ad una forma di paradosso per cui una innovazione termina di essere tale nel momento in cui diventa routine tradizionale.
A partire dalla distinzione schumpeteriana tra invenzione, innovazione (di prodotto e di processo) e diffusione, largamente utilizzata nell'analisi economica e sociale del XX secolo, il “Manuale OCSE di Oslo”[1] suddivide l’innovazione in quattro tipologie:
innovazione di prodotto o servizio che consiste nell’introduzione di un bene o servizio, nuovo o considerevolmente migliorato, per ciò che riguarda le sue caratteristiche o gli usi per cui è concepito, compresi miglioramenti sostanziali nelle caratteristiche tecniche, nei componenti e materiali, nel software incorporato, nella facilità d’uso o in altre caratteristiche funzionali.
innovazione di processo e metodo che consiste nell’introduzione di nuovi processi produttivi finalizzati al miglioramento dell'efficienza e/o dell'efficacia dell’attività
innovazione di marketing quando si inseriscono modifiche significative nel design, nel packaging, nel posizionamento di mercato, nella promozione o nel prezzo del prodotto.
innovazione di Sistema che consiste nell'implementazione di un nuovo metodo organizzativo nelle pratiche commerciali dell'azienda, nel luogo di lavoro, nell'organizzazione o nelle relazioni esterne.
ALCUNE DIMENSIONI DEL CONCETTO
Relatività spaziale e temporale: una innovazione può dipendere dal momento storico e dall’ambiente culturale: “non deve necessariamente essere nuova per sé, ma piuttosto, deve essere una novità nel territorio, settore o campo di azione nella quale viene implementata: se l’idea sembra nuova per l’individuo, è una novità.
Multi fattorialità e disciplinarietà: “le modalità con le quali l’innovazione si può presentare sono varie: attraverso la manifestazione di un nuovo prodotto, un nuovo processo produttivo, di nuove forme di organizzazione industriale e finanziaria, un nuovo mercato di sbocco, di nuove materie prime o di nuovi semilavorati che, seguendo il proprio sviluppo naturale (del tutto autonomo da quello dell’economia), può diventare fattore trainante in grado di garantire un extraprofitto all’imprenditore-innovatore.
Intensità che permette di distinguere l’innovazione tra incrementale (comprende la modifica, rifinitura, semplificazione, consolidamento e miglioramento di prodotti, processi, servizi e attività di produzione e distribuzione già esistenti) e radicale (implica l'introduzione di nuovi prodotti o servizi che possono dare origine a nuove aziende importanti, oppure essere causa di modifiche considerevoli all'interno di un'intera impresa, e motore per la creazione di nuovi valori).
Ampiezza in riferimento alla numerosità degli aspetti che coinvolge.
Si può inoltre distinguere tra “Closed Innovation”, che fa riferimento al tradizionale approccio proprietario, e “Open Innovation” o “innovazione collaborativa” come condivisione di bisogni e conoscenze, quando si utilizzino fonti esterne di tecnologia e innovazione liberamente disponibili.
L’INNOVAZIONE SOCIALE
Il concetto nasce verso la fine degli anni ’80 per identificare una nuova classe di innovazioni e distinguerle dalle altre (in particolare da quelle a prevalente carattere tecnologico), ma non ha ancora avuto un utilizzo sistematico in ambito scientifico e gode di uno statuto epistemologico tuttora incerto.
Questa relativa ambiguità esprime, nella situazione attuale, la caratteristica di un approccio emergente i cui caratteri essenziali si manifestano nelle pratiche.
l’Unione Europea, nei suoi Regolamenti[2], raggruppa sotto tale termine "le innovazioni che hanno sia finalità sia mezzi sociali, e in particolare quelle che fanno riferimento allo sviluppo e all'attuazione di nuove idee (riguardanti prodotti, servizi e modelli) che rispondono a esigenze sociali e, contemporaneamente, creano nuovi rapporti o collaborazioni sociali, fornendo un beneficio alla società e promuovendo la capacità di agire della stessa",
per Murray, Grice e Mulgan, nel Libro bianco sull’innovazione sociale[3], è un concetto complesso, definibile come: “L’insieme di pratiche, di strategie, d’interpretazioni socio-economiche, di nuove tecnologie e nuove forme organizzative in cui i rapporti e le relazioni sociali diventano fondamentali presupposti per sviluppare l’attività imprenditoriale attraverso un approccio pragmatico all’identificazione di soluzioni ai problemi sociali. […] Attraverso l’innovazione sociale si cerca di individuare nuovi modi per organizzare l’attività umana, nel lavoro come nell’impegno politico”,
per Caroli, nel Secondo rapporto CERIIS sull’innovazione sociale[4], ci si riferisce ad “una soluzione a un problema sociale che sia più efficace, efficiente e sostenibile di quelle già messe in atto”.
per Socioeco.org[5] l’innovazione sociale “indica una rottura nel modo di fare le cose, un elemento innovativo in un contesto dato. Rappresenta una discontinuità rispetto alle soluzioni apportate generalmente e offre una risposta creativa a problemi di ordine economico e sociale non soddisfatti né dal mercato né dallo stato”.
DA DOVE NASCE L’INNOVAZIONE SOCIALE?
Storicamente se ne possono trovare i primi elementi alla fine degli anni ’80 dello scorso secolo nel movimento denominato Big Society che prospetta un modello secondo il quale è necessario ridurre l’azione del Big Government e favorire lo sviluppo dell’iniziativa dei liberi cittadini di associarsi per trovare soluzioni alternative a esigenze di natura sociale.
La letteratura concorda sul fatto che i principali driver per l’innovazione sociale nel welfare siano:
l’emergere di nuovi bisogni o la ricerca di nuove soluzioni a vecchi bisogni;
l’emergere di nuovi paradigmi;
la necessità di affrontare la sostenibilità dello stato sociale;
l’abbattimento delle barriere tra politiche e ambiti di intervento;
l’attenzione crescente all’efficacia degli interventi e la crescente importanza attribuita alla soddisfazione dell’utenza
che richiedono di avviare un percorso volto a individuare percorsi, attori e modalità organizzative diverse per trovare soluzioni nuove o più efficaci.
TIPOLOGIE DI INNOVAZIONE SOCIALE
innovazioni tecnologiche: utilizzo di modi nuovi e più efficienti per intervenire,
innovazioni economiche: mettono le innovazioni tecnologiche al servizio della produzione di plusvalore.
innovazioni regolative e normative: operano sui valori e la legittimità sociale trasformando le norme
innovazioni culturali: sfidano i modi affermati per interpretare la realtà, trasformando paradigmi mentali, cornici cognitive e abitudini interpretative.
Caratteristiche salienti per definire una innovazione sociale
Pur considerando i differenti filoni di studio ed i diversi approcci è possibile rintracciare alcune caratteristiche salienti (ed in buona parte ricorrenti) utili a definire una innovazione sociale:
La centratura sui bisogni emergenti alla ricerca di una migliore soddisfazione di un’esigenza collettiva. La consistenza e rilevanza dell’innovazione sociale è determinata dal suo impatto, in termini di miglioramenti rispetto alla situazione pre-esistente. Partire dai bisogni consente inoltre di coinvolgere in modo attivo una pluralità di attori, attivando un processo che porta a ridefinire una complessiva modalità di risposta, in grado di produrre valore per tutte le parti in gioco.
L’innovazione delle relazioni tra gli attori economici e sociali, e dei loro ruoli, sia tra soggetti altrimenti precedentemente non collegati (almeno direttamente) che nuove modalità relazionali tra soggetti già interdipendenti. Una vera innovazione sociale è in grado di cambiare il sistema, altera in modo permanente le percezioni, i comportamenti e le strutture che in precedenza hanno dato origine alla ricerca di soluzioni alternative a quelle esistenti. Le pratiche di innovazione sociale non solo rispondono in modo innovativo ad alcuni bisogni, ma propongono anche nuove modalità di decisione e di azione.
Il miglioraremento della capacità strutturale di soddisfare i bisogni. La finalità è il rafforzamento della capacità complessiva di azione di una porzione di società con particolare attenzione al tema della “capacità istituzionale” nella concezione e sviluppo delle policy agendo sia sulla pubblica amministrazione che sul partenariato. In questo senso si parla di “generatività sociale” e “capacitazione” in quanto, realizzando qualcosa di nuovo (oppure rigenerando qualcosa di già esistente), la trasformazione delle relazioni sociali non porta solamente a rispondere ad un dato bisogno emergente nel presente, ma si proietta nel futuro.
L’attenzione a produrre valore sociale e non valore di mercato, differenziandosi dalla innovazione che nasce dalla competizione di mercato e dalla ricerca di un maggiore profitto.
L’orientamento sistematico alla valutazione degli impatti sociali piuttosto che delle sole performance economiche e finanziarie: l’innovazione va compresa più per la sua capacità di creare miglioramento dell’impatto, valore sociale, che per la novità intrinseca nelle proposte e dei servizi.
Un miglior uso dei beni/risorse disponibili in quanto riduzione degli sprechi e/o della valorizzazione di beni/risorse altrimenti sottoutilizzati o non utilizzati affatto: aumento dell’efficienza o della produttività del bene/risorsa in questione; riduzione assoluta del suo utilizzo; miglioramento delle esternalità positive e/o riduzione di quelle negative conseguenti la sua utilizzazione.
Forza e sostenibilità economica: i meccanismi in cui si manifesta devono essere tali da raggiungere autonomamente ed entro un ragionevole arco temporale, un equilibrio economico. La sostenibilità riguarda una componente essenziale e tipica dell’innovazione sociale che la distingue dalle pratiche tradizionali di assistenza e promozione sociale.
La presenza di elementi dell’economia della sharing economy, del dono, dell’uso gratuito, che mettono al centro la relazione persone-comunità, costruiscono comunità e tendono a disintermediare facendo sparire i confini tra finanziatore, produttore e consumatore.
Utilizzo di tecnologie, su cui talvolta si tende a concentrare l’attenzione, ma che è componente non necessaria (né sicuramente sufficiente a definire l’innovazione come sociale).
In questo l'innovazione sociale è molto più ampia delle politiche sociali ed il suo fine non è la semplice evoluzione del contenuto di una policy o di un intervento rivolto ad una determinata categoria di portatori di bisogni, quanto del processo attraverso cui le politiche e le azioni sono concepite, realizzate, valutate e governate. Il risultato atteso da una innovazione sociale è dunque la modificazione stabile dei comportamenti e delle relazioni di un insieme ampio di attori, istituzionali e non, finalizzata a rispondere ad un bisogno in modo migliore e più sostenibile: “l'innovazione sociale risponde alla società ed al contempo ne rafforza la capacità di azione”[6].
Tutto questo apre alla riflessione di cosa sia un impatto sociale e come, e se, lo si possa valutare.
LE POLITICHE DELL'UNIONE EUROPEA
Il tema dell’innovazione compare nella programmazione europea già nella fase 2007-2013 all’interno della politica di coesione essenzialmente collegato e coniugato come uno dei temi relativi allo sviluppo economico.
A partire dal rapporto del 2006 “Social Silicon Valleys. A manifesto for Social Innovation”[7] della Young Foundation, lo specifico approccio al sociale trova la sua prima definizione nel 2011 nel Rapporto del Bureau of European Policy Advisers[8] e verrà adottato come linea di indirizzo chiave per il rilancio dello sviluppo economico e sociale nella prospettiva di “Europa 2020”[9].
Con il 2013 viene pubblicata la “Guida all’innovazione sociale”[10] e, per migliorare la visibilità e permettere lo scambio tra le varie esperienze di innovazione sociale, viene aperta “Social Innovation Europe”[11]: una piattaforma online su cui chiunque può raccontare la propria storia di innovazione legata al sociale.
Il tema è ampiamente sviluppato:
nella programmazione strutturale: introdotto nel 2013 nei Regolamenti del Fondo Sociale Europeo[12] con la finalità generale di indirizzo ed integrazione di tutta la programmazione, prevede la possibilità che vi siano dedicati assi specifici (in particolare si veda l’art. 11).
nei programmi diretti e per tema: con “EaSI - Programma dell'Unione europea per l'occupazione e l'innovazione sociale”[13], specificamente orientato alla definizione e sperimentazione di modelli ed approcci innovativi, a fini di successiva valutazione dei loro esiti ed implementazione a scala ampia; Horizon 2020[14] che finanzia tutte le fasi della ricerca e dell’innovazione, dall’idea di base all’applicazione sul mercato, con un'attenzione particolare all’impatto che i risultati dei progetti finanziati avranno sulla società su problematiche, quali ad esempio la salute, l'inclusione sociale, i cambiamenti climatici, la ricerca marina e marittima, l'energia, e lo sviluppo del patrimonio culturale; “Erasmus+ - Programma dell'Unione per l'istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport”[15] orientato all’accrescimento dei livelli di occupazione, allo sviluppo del capitale sociale e alla promozione della cooperazione fra gli Stati attraverso il sostegno a “forme di partenariato strategico tese a sviluppare e realizzare iniziative congiunte, comprese iniziative per la gioventù e progetti di cittadinanza che promuovono la cittadinanza attiva, l'innovazione sociale, la partecipazione alla vita democratica e l'imprenditorialità attraverso l'apprendimento tra pari e gli scambi di esperienze”.
[1] OECD, Oslo Manual: Guidelines for Collecting and Interpreting Innovation Data, 3rd Edition http://www.oecd.org/sti/inno/oslomanualguidelinesforcollectingandinterpretinginnovationdata3rdedition.htm
[2] Regolamento n. 1296/2013 dell’11 dicembre 2013 http://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:32013R1296&from=IT vedi anche: “Empowering People, Driving Change. Social Innovation in the European Union” (2010) http://www.net4society.eu/_media/Social_innovation_europe.pdf
[3] Murray R., Grice J.C., Mulgan G., Libro bianco sull’innovazione sociale, Societing 2015 http://www.felicitapubblica.it/wp-content/uploads/2016/01/Libro_bianco_innovazione_sociale.pdf originale “The open book of social innovation” 2010
[4] Caroli, II Rapporto sull’innovazione sociale, CERIIS 2015 p. 30
[5] http://www.socioeco.org/bdf_dossier-5_it.html
[6] Caulier-Grice, J. Davies, A. Patrick, R. Norman, W. (2012) “Defining Social Innovation”. A deliverable of the project: The theoretical, empirical and policy foundations for building social innovation in Europe (TEPSIE), European Commission – 7th Framework Programme, Brussels, European Commission, DG Research.
[7] The Young Foundation (2006), Social Silicon Valleys. A manifesto for Social Innovation. What it is, why it matters and how can be accelerated, The Basingstoke Press, The Young Foundation, London.
[8] BEPA (2011), Empowering people, driving change. Social innovation in the European Union
[9] Europa 2020 è la strategia decennale dell'Unione europea per la crescita e l’occupazione. È stata varata nel 2010 per creare le condizioni favorevoli a una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. http://ec.europa.eu/europe2020/europe-2020-in-a-nutshell/index_it.htm
[10] http://ec.europa.eu/regional_policy/sources/docgener/presenta/social_innovation/social_innovation_2013.pdf
[11] https://www.siceurope.eu/
[12] Regolamento (UE) 1303/2013
[13] Regolamento (UE) n. 1296/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell’11 dicembre 2013, relativo a un programma dell'Unione europea per l'occupazione e l'innovazione sociale ("EaSI") e recante modifica della decisione n. 283/2010/UE che istituisce uno strumento europeo Progress di microfinanza per l'occupazione e l'inclusione sociale http://ec.europa.eu/social/main.jsp?langId=it&catId=1081
[14] https://ec.europa.eu/programmes/horizon2020/sites/horizon2020/files/H2020_IT_KI0213413ITN.pdf
[15] Regolamento (UE) n. 1288/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'11 dicembre 2013 http://www.erasmusplus.it/erasmusplus/erasmus/
Approfondimenti
Il testo completo in allegato
Anheier H., Krlev G., Mildenberger G., "Social Innovation - Comparative Perspectives", Routledge New York 2019, open access
https://www.taylorfrancis.com/books/e/9781351655354Crepaldi C., Innovazione sociale nella programmazione europea, Prospettive sociali e sanitarie, inverno 2016
Caroli M.G., Secondo rapporto CERIIS sull’innovazione sociale, FrancoAngeli 2015
Caroli M.G., Terzo rapporto CERIIS sull’innovazione sociale, FrancoAngeli 2016
Testa P., L’innovazione sociale e i Comuni, istruzioni per l’uso, ANCI
https://community.agendaurbana.it/sites/community.ifel.it/files/attachments/Innovazione%20sociale%20e%20Comuni.pdfSalvatori G., Il lavoro del futuro: nuove prospettive per l'economia sociale e per la "care economy", Secondo welfare aprile 2017
http://www.secondowelfare.it/primo-welfare/lavoro/il-lavoro-del-futuro-nuove-prospettive-per-leconomia-sociale-e-per-la-care-economy.htmlMaino F., Innovazione sociale in Europa, un processo che viene da lontano, Secondo welfare 2014
http://www.secondowelfare.it/privati/investimenti-nel-sociale/innovazione-sociale-in-europa-un-processo-che-viene-da-lontano.htmlProspettive sociali e sanitarie, numero dedicato alla Innovazione sociale, inverno 2016
http://1kj7jb1p25y2btst631y6azp.wpengine.netdna-cdn.com/wp-content/uploads/2012/08/PSS-innvoazione-sociale-2016.pdfPirone F., Innovazione sociale:l’estensione semantica di un concetto in ascesa politica, Rivista delle politiche sociali, 4/2012
Lissoni F., “La diffusione delle innovazioni”, in F.Malerba (a cura di), Economia dell’innovazione, Carocci, 2000
European Commission (2013), Social innovation research in European Union. Approaches, findings and future directions,
https://ec.europa.eu/research/social-sciences/pdf/policy_reviews/social_innovation.pdfUE, Social policy innovation Meeting the social needs of citizens, 2015
file:///C:/Users/giorgio/Desktop/Publication%20on%20Social%20policy%20innovation%20%20Meeting%20the%20social%20needs%20of%20citizens.pdfUE, Guida all’innovazione sociale (European Commission, 2013)
http://ec.europa.eu/regional_policy/sources/docgener/presenta/social_innovation/social_innovation_2013.pdfPiangerelli L.,Cooperazione è innovazione aperta. Una guida all’open innovation per sostenere le imprese cooperative sulla strada della contaminazione e della collaborazione, Secondo welfare, maggio 2017
http://www.secondowelfare.it/terzo-settore/cooperazione-e-innovazione-aperta.htmlTutti gli aggiornamenti del sito sulla
“Mi piace” per avere le notifiche. Suggeriscilo ai tuoi amiciGiorgio Merlo, maggio 2017