Il Welfare fiscale
e la fiscalità incentivante
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Tra le molteplici accezioni di welfare, si può parlare di welfare fiscale per riferirsi a forme di particolari agevolazioni a sostegno della domanda privata di beni e servizi di welfare, in molteplici configurazioni ed in diversi ambiti.
Concettualmente si contrappone al welfare universalistico pubblico basato sulla tassazione generale con funzione redistributiva (attivare flussi di tipo verticale dalle fasce di reddito più elevate ai gruppi sociali svantaggiati e/o orizzontale da aree geografiche ad altre).
La tassazione incentivante.
A lato della tassazione generale, le forme di tassazione incentivante (tax expenditures, leve fiscali specifiche, agevolazioni che riducono il prelievo per alcuni contribuenti) sono utilizzate dai policy makers nelle politiche di sviluppo economico per perseguire obiettivi generali: stimolare settori economici nascenti, mercati regionali in via di sviluppo, comportamenti o consumi considerati meritevoli, etc. Consentono ai governi di perseguire una varietà di politiche pubbliche senza ricorrere ad espliciti programmi di spesa, pur gravando indirettamente sulle casse dello Stato. Tuttavia non sono rari i casi in cui vengono definite sotto la spinta di lobbies per redistribuire la ricchezza a vantaggio di un determinato settore sociale o economico.
Spesso sono presentate, percepite, ed addirittura contabilizzate, come riduzione della pressione fiscale anziché come spesa, nonostante ne siano l’equivalente. Infatti, riducono le entrate complessive dello Stato che, a parità di spesa, dovranno essere coperte in altra maniera.
Uno degli obiettivi espliciti è quello di innescare un effetto leva: cioè che si instauri un circuito virtuoso di ulteriori investimenti privati nella produzione di nuovi prodotti e servizi e di conseguente occupazione.
In ogni caso sembrano essere diventate un tratto distintivo del sistema fiscale italiano che da un lato si caratterizza per l’elevato livello di tassazione generale (poco meno del 50%), ma dall’altro prevede un numero altrettanto elevato di agevolazioni (in molti casi frutto di micro-concessioni).
Il campo delle agevolazioni fiscali è molto ampio e riguarda settori eterogenei con interventi diversi ed affastellati nel tempo: agricoltura, editoria, Mezzogiorno, edilizia e casa, imprese, spese relative agli enti ecclesiastici, Terzo Settore, fino a quelle più specificamente sociali (anziani, disabili, canone TV, locazione, etc.)
Le modalità sono svariate: deduzioni, detrazioni, crediti di imposta, riduzioni di aliquota, esenzioni, esclusioni dal reddito, regimi speciali, riduzioni d'accisa, imposte sostitutive, regimi forfetari, differimenti di imposta.
Giacobini C., Agevolazioni fiscali e tributari: concetti generali, HandyLex. OrgLe dimensioni.
In Italia le misure classificate come tax expenditures sono centinaia, con una platea che varia da poche decine di migliaia a decine di milioni di contribuenti interessati. Ma sul loro numero esatto, sugli importi per i beneficiari o sulle varie conseguenze sul gettito, le diverse ricognizioni degli ultimi anni hanno proposto un quadro ogni volta differente.
Il Rapporto annuale 2017 sulle spese fiscali ha censito 466 spese fiscali erariali e 170 spese fiscali locali, per un totale di 636 misure, con un impatto finanziario negativo sulle entrate dello Stato stimato da -72,5 a -175,7 miliardi di euro (ma altre stime arrivano a -254 miliardi).
Senato della Repubblica, Le spese fiscali in Italia. Il Rapporto annuale 2017Senato della Repubblica, Rapporto annuale sulle spese fiscali 2019La loro moltiplicazione, senza un quadro generale chiaro e definito, ha suggerito da anni, nel quadro della cosiddetta revisione della spesa pubblica (spending review), una loro strutturale ridefinizione con l’obiettivo di incrementare l’efficacia della spesa rispetto agli obiettivi e favorire una maggiore efficienza nell’utilizzo delle risorse materiali e umane a disposizione.
Il welfare: approccio universalista, la tassazione generale e quella incentivante.
L’attuale sistema di welfare italiano di carattere universalista si basa sulla assunzione di responsabilità da parte dello Stato del benessere sociale e individuale di ogni cittadino e, pertanto, sulla fiscalità generale attraverso il principio della progressività della contribuzione (art.53 della Costituzione). È attraverso i doveri di contribuzione finanziaria e la tassazione che gli Stati moderni hanno finanziato le due basilari funzioni che hanno caratterizzato la storia delle democrazie nel ’900: l’erogazione di servizi e la redistribuzione del reddito. In particolare, proprio la spesa sociale, con la sua entità, sposta notevoli risorse.
Prendendo in considerazione il welfare state nel suo complesso essa è stata, nel 2018, il 57,7% (493,5 miliardi di euro) della spesa pubblica italiana nell’anno: la componente previdenziale assorbe la quota maggioritaria (il 58,5%), a cui seguono la spesa sanitaria (23,0%) e quella in politiche sociali (18,5%).
Welfare Italia, Rapporto 2020A lato di questo approccio generalista anche il campo sociale, negli anni, è stato fortemente coinvolto in forme di tassazione incentivante con molte e particolari agevolazioni per affrontare specifiche situazioni connesse ad un interesse generale. Alla base ritroviamo anche un pensiero politico più vasto: che si debba sostenere, anche economicamente, la libertà dei cittadini nella privata costruzione di sistemi di protezione sociale.
Questi particolari regimi riguardano molti aspetti e specifiche attività. Se ne ricordano, tra i tanti:
alcuni players finanziari (es. banche etiche, fondazioni), il cinque per mille, le sponsorizzazioni, attività connesse alla Responsabilità Sociale di Impresa, il welfare aziendale, l’assistenza integrativa ed il mutualismo, il Terzo Settore (Social bonus, Titoli di solidarietà, Social lending, abolizione della tassa di registro per la transazione di immobili, fundraising, misure per chi dona denaro e beni),
le Imprese sociali,
i singoli cittadini (es. detrazione di una parte delle spese medico-sanitarie, alcuni specifici interventi per disabili, pensionati a basso reddito, badanti, funerali, istruzione, cultura, etc.).
Dal Rapporto sulle spese fiscali del 2017 sappiamo che in campo sociale sono presenti 188 misure (su 636) di questo tipo (diritto alla mobilità, casa, salute, istruzione, diritti sociali, politiche sociali e famiglia, previdenza, lavoro, giovani).
Alcuni problemi.
In campo sociale l’applicazione della fiscalità incentivante pone alcuni specifici problemi.
Se in generale è chiaro che questo tipo di fiscalità carica sulla collettività il costo di interventi che ne riguardano solo una parte (i beneficiari delle agevolazioni), tale aspetto in campo sociale mette in particolare luce un possibile scontro con i principi di giustizia e equità.
Infatti, è un approccio che prefigura un superamento del principio di universalità e solidarietà e una confusa commistione di sistemi fiscali, almeno per alcuni soggetti economici, alcune branche di prestazioni sociali e/o sanitarie, alcuni gruppi di cittadini, finanziati da risorse fiscali alternative a quelle della fiscalità generale.
L’esempio più macroscopico è quello delle agevolazioni introdotte in ambito aziendale e occupazionale:
se a favore di chi acquista servizi aggiuntivi vuol dire che ne beneficia chi ha già risorse sufficienti rispetto a quelle universalmente disponibili ed i contribuenti, nel complesso, finanziano prestazioni a favore di chi è meno bisognoso;
se introdotte in ambito aziendale e occupazionale ne beneficiano unicamente un gruppo di lavoratori: chi ha la fortuna di essere occupato in imprese e/o in settori che offrono tutele addizionali. Gli altri restano scoperti;
sono essenzialmente regressive, invece di essere progressive, in quanto nella loro applicazione i benefici possono crescere con l’aumentare del reddito.
Un secondo aspetto ha a che vedere con il differente valore sociale dei differenti ambiti in cui vengono applicati questi strumenti che dovrebbe orientare l’entità, le quote e le modalità delle differenti agevolazioni secondo un ordine valoriale, così come anche auspicato dai principi di fondo della spending review.
Il discorso si fa molto complesso e difficile se si guarda in generale il campo delle agevolazioni fiscali in quanto riguarda settori eterogenei, ma diventa evidente anche solo rispetto alle agevolazioni più specificamente sociali.
Per esempio, se l’impatto sociale appare innegabile quando si parla di contributi per l’asilo nido e, in generale, l’istruzione dei figli, oppure di interventi per il sostegno a genitori anziani o non autosufficienti, è giusto dare lo stesso valore, e quindi gli stessi sgravi fiscali e contributivi, anche alle prestazioni che riguardano il tempo libero (viaggi, abbonamenti di varia natura, ecc.) e ai cosiddetti buoni spesa (così come avviene per il welfare aziendale)?
In ultimo va notato che molte delle agevolazioni vengono applicate ad un variegato e mal definito settore imprenditoriale che riconosce alle imprese un ruolo di generatrici di valore sociale. Una applicazione che, al di là di operazioni più o meno truffaldine, non tiene conto delle sempre più presenti, molteplici, ibridazioni tra non profit e profit. Ci si può, pertanto, chiedere quale sia l’obiettivo generale e notare come si creino possibili problemi di concorrenza sleale tra imprese.
Approfondimenti
Babbi F., Nel labirinto delle tax expenditure, LaVoce 2019
https://www.lavoce.info/archives/62095/nel-labirinto-delle-tax-expenditure/Granaglia E., Il welfare fiscale. Alcuni limiti etici, EticaEconomia 2016
https://www.eticaeconomia.it/il-welfare-fiscale-alcuni-limiti-etici/Giacobini C., Agevolazioni fiscali e tributari: concetti generali, HandyLex. Org
http://www.handylex.org/schede/agevgenerale.shtmlJessoula M., Pavolini E., Che cosa è il welfare fiscale, Welforum 2022
https://welforum.it/il-punto/il-welfare-fiscale-in-italia-caratteristiche-ed-effetti-distributivi-della-mano-invisbile-dello-stato-sociale/?fbclid=IwAR1UkefXoDUJ-ZfIC2512l2fhF2SWT7VBZWbnukZOUZ6c9-7n6wsq5ACc9oJessoula M, Pavolini E., La mano invisibile dello stato sociale. Il welfare fiscale in Italia, Bologna, Il Mulino 2022
Rizzo L., Secomandi R., Spese fiscali: costose e regressive, LaVoce 2021
https://www.lavoce.info/archives/86860/spese-fiscali-costose-e-regressive/Senato della Repubblica, Le spese fiscali in Italia. Il Rapporto annuale 2017
http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/01074678.pdfSenato della Repubblica, Rapporto annuale sulle spese fiscali 2019
http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/01125972.pdfSalerno N., Quale welfare fiscale è migliore alleato del pubblico? EticaEconomia 2016
https://www.eticaeconomia.it/quale-welfare-fiscale-e-migliore-alleato-del-pubblico/Volpi A., Welfare State, il miraggio italiano dell’equità sociale, AltraEconomia 2017
https://altreconomia.it/welfare-state-miraggio-italiano-dellequita-sociale/Welfare Italia, Rapporto 2020
https://welfare-italia.com/static/pdf/forum/approfondimenti/2020/Rapporto_Annuale.pdfTutti gli aggiornamenti del sito sulla
“Mi piace” per avere le notifiche . Suggeriscilo ai tuoi amiciGiorgio Merlo, maggio 2021