Indicatori, Indici, Rapporti

INDICE ANALITICO GENERALE

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“Se in generale l’osservazione “costituisce la procedura di costruzione della documentazione empirica più diffusa nelle scienze sociali” (Cardano, 2001, p. 19), nel nostro campo è la base di una programmazione intesa come attività razionale: si tratta di acquisire tutte le informazioni, tutti gli elementi necessari ad assumere le migliori decisioni sul fenomeno che si intende affrontare in un dato ambito territoriale, superando o contemperando gli aspetti di una decisione superficiale o esclusivamente impressionistica ed emotiva. Cioè l’osservazione costituisce il momento conoscitivo- operativo che si propone di individuare lo stato di fatto della realtà socio territoriale oggetto della pianificazione, nonché le tendenze dello sviluppo in atto (Martini, 2002).” (Merlo G., 2014, p. 135)

In questo senso si distingue tra un approccio qualitativo ed uno quantitativo: “... mentre con l’approccio qualitativo per comprendere un certo fenomeno occorre accostarsi alla realtà senza frammentazioni, cioè nella sua interezza di significati, atteggiamenti e valori (Natale, 2007, p. 10), con l’approccio quantitativo l’analisi avviene al contrario attraverso la scomposizione dei soggetti in variabili, cioè nelle loro caratteristiche componenti (ad es. sesso, età, altezza, provenienza, ecc.). (Merlo G., 2014, p. 139)

Pertanto. nell’approccio quantitativo per "indicatore" si intende un indice sintetico di descrizione e di misura di un fenomeno frutto di elaborazioni di dati statistici che, pertanto, si differenzia  dagli indicatori “soggettivi” che si riferiscono ad insiemi di elementi che non hanno carattere concreto (atteggiamenti, opinioni, desideri, giudizi, etc.).

Soffermiamoci sull’approccio quantitativo.

Per una disamina della possibile composizione degli approcci quantitativi con quelli qualitativi si veda la relativa scheda: Osservazione quantitativa e qualitativa. 


In generale possiamo distinguere tra Indicatore, che si riferisce ad una singola variabile (unità di osservazione), ed Indice, che è una creazione artificiale di sintesi, composta da un set di singole variabili tra loro affini, al fine di “rappresentare” in un unico “numero” coerente le singole diverse informazioni. Esiste poi l’approccio utilizzato dal Rapporto che approfondisce un focus specifico utilizzando metodi e strumenti misti ed anche qualitativi. È la logica della Sintesi orientata alla programmazione.

 Indicatore

Molto in sintesi si può dire che è uno strumento, un numero (un indicatore statistico: es. media moda, varianza, etc), con il quali si può descrivere un fenomeno statistico. Può esprimere le osservazioni relative alle caratteristiche di un fenomeno (I. assoluto) oppure la relazione intercorrente fra più fenomeni (I. relativo).

Ci si riferisce, pertanto, ad una informazione quantitativa, misurabile, indipendente da valutazioni personali, una misura numerica confrontabile, quasi sempre raccolta routinariamente ad intervalli costanti nel tempo, su un qualsiasi aspetto della realtà (in relazione ad un territorio o ad un gruppo sociale) che permetta di descrivere l’evoluzione della situazione in cui quel territorio o quella collettività si pongono, rispetto al fenomeno considerato. Nonché di confrontarla con situazioni analoghe.

Un indicatore dovrebbe assicurare:

Per descrivere il fenomeno in osservazione si può utilizzare un singolo indicatore o un set di più indicatori ritenuti correlati tra di loro.

In campo di programmazione queste caratteristiche appaiono particolarmente utili in quanto permettono di rappresentare (o suggerire) in forma sintetica un evento o una teoria, individuare i divari nella fruizione del bene comune in questione, eventuali tendenze nel tempo, che in tal modo diventano analizzabili in modo semplificato.

Tendenzialmente essi si distinguono dai dati statistici grezzi in quanto questi ultimi sono stati sottoposti ad elaborazioni atte a trasformarli in indicatori. Generalmente non si presentano singolarmente, ma in forma di batteria ed i criteri che guidano la loro scelta e la costruzione di una batteria sono funzione dell’obiettivo che lo studio si prefigge.

Tuttavia, la scelta degli indicatori dipende, spesso, anche dal mero accesso a dati disponibili, accordando la preferenza a quelli per la cui costruzione possono essere utilizzati quelli già raccolti per altri scopi, ovvero dati “secondari” (in quanto già esistenti in qualche forma ed utilizzati in seconda battuta, come ad esempio: censimenti, dati anagrafici, etc). In questo senso si può parlare di “proxy” (Indicatore statistico che descrive il comportamento di un determinato fenomeno non osservabile direttamente).

In generale le fonti di dati sono:

In linea generale si può dire che un indicatore si ottiene attraverso un processo complesso, ed opinabile, che coniuga l'astrazione teorica con una misurazione statistica, come nell'esempio che segue che collega il livello culturale ad un titolo di studio.

“Sarebbe a dire che, partendo dagli eventi sociali, dalle norme, dai valori, attraverso la loro classificazione, si arriva alla costruzione di un dato statistico di base.

In linea teorica e generale, pertanto, “Si parte in sostanza dalla definizione di un oggetto di indagine, che viene precisato sul piano concettuale scomponendolo in dimensioni e indicatori, per poi individuare definizioni operative e creare variabili che ne diano una rappresentazione il più possibile attendibile.

La sequenza proposta si basa su di un presupposto fondamentale, ovvero che sia il ricercatore a costruire la documentazione empirica sulla base delle considerazioni teoriche e della selezione degli indicatori operate a monte. Ciò non è, evidentemente, possibile nel caso dell’analisi secondaria, in cui un ricercatore si trova a lavorare con basi dati costruite da altri, per scopi spesso differenti dal suo.

Nel caso specifico dell’analisi secondaria esisteranno dunque due logiche differenti: la prima analoga all’analisi primaria (dall’alto al basso lungo la scala di astrazione), che parte da concetti astratti per definire degli indicatori; la seconda che alla scelta di questi ultimi arriva muovendo dai dati disponibili per stabilire definizioni operative.” (Busso S., Manocchi M. 2008)

In ogni caso ci si può ragionevolmente chiedere se, in questo caso, il livello culturale sia effettivamente espresso dal titolo di studio.

Quale che sia il processo seguito. sarebbe a dire che occorre chiarire la relazione esistente tra il fenomeno in osservazione ed i dati di base che vengono utilizzati: sulla base di quale assunzione sono scelti? È la stessa logica che viene utilizzata nella Teoria del cambiamento e nella Theory Based Evaluation. In questo caso occorre dichiarare, conoscere e valutare il quadro teorico concettuale utilizzato per “selezionare, combinare e pesare gli indicatori elementari”.

Nell’esempio che segue è stato possibile costruire una graduatoria di gravità dei temi sociali in un determinato territorio (tra differenti Consorzi di servizi) utilizzando un indicatore sintetico dei valori: Assistenza domiciliare anziani, Affidamenti minori, Segnalazione anziani incapaci, Telesoccorso.  (Si veda la scheda: Profili e Piani di Salute).

Figura 1. Set Servizi sociali. Provincia di Torino 2010

La scelta degli indicatori derivava dalla loro disponibilità per tutti i territori e, quindi, dalla loro comparabilità. Ma, sicuramente, ci si può chiedere se fossero quelli adeguati a rappresentare la situazione in analisi.

L’utilizzo contemporaneo di diversi indicatori per descrivere il fenomeno in studio, come in questo caso, rimanda all’utilizzo degli indici.

Indice

“Un indice composito (o indice sintetico) è una combinazione matematica (o aggregazione) di un insieme di indicatori elementari (variabili) che rappresentano le diverse componenti di un concetto multidimensionale da misurare (per es., sviluppo, qualità della vita, benessere, ecc.). Un indicatore elementare è un dato 'elaborato' costruito, generalmente, rapportando un dato 'grezzo' ad un altro che ne costituisce una base di riferimento (per es., "reddito pro-capite"). Quindi, gli indici sintetici sono usati per misurare concetti che non possono essere catturati da un unico indicatore.

Generalmente, un indice sintetico dovrebbe essere basato su un quadro teorico concettuale che consenta di selezionare, combinare e pesare gli indicatori elementari in modo da riflettere le dimensioni o la struttura del fenomeno che si sta misurando. Tuttavia, la sua costruzione non è semplice e, spesso, richiede una serie di decisioni/scelte (metodologiche o no) da prendere.”

Istat, Costruzione e valutazione di indici compositihttps://www4.istat.it/it/strumenti/metodi-e-strumenti-it/analisi

Pertanto, nella costruzione, elaborazione, di un indice si pongono molteplici problemi che vanno considerati nella lettura e nel loro utilizzo. Proviamo ad accennarli.

In effetti "Gli algoritmi non sono “neutrali”, non possono essere scambiati per tecnologie oggettive. Replicano, invece, gli assunti e le credenze di chi decide di adottarli e programmarli." (Siza 2021). In particolare l'elemento fondamentale è quello del "peso" che viene attribuito a ciascun indicatore nella costruzione dell'indicatore complessivo.

Ad esempio nel caso precedente relativo ai Servizi sociali (Fig.1) ci si può ragionevolmente chiedere se siano questi gli indicatori adeguati. Non solo: il “peso” dei quattro indicatori era lo stesso, ottenendone la conseguente graduatoria tra i diversi territori. Ma la cosa è assolutamente opinabile in quanto alcuni potrebbero ritenere che, per esempio, il telesoccorso siamo meno importante dell’assistenza domiciliare agli anziani, ottenendone una graduatoria differente.

Se poi questo set di indicatori (o dominio) entra a far parte di un ulteriore Indice ancora più ampio, la questione si ripresenta ulteriormente. In effetti nell’esempio in questione il set “Servizi sociali” contribuiva ad un "Indice complessivo di Benessere” di ciascun territorio, insieme a simili set per: “Ambiente”, “Occupazione”, “Sicurezza sociale”, “Trasporti” e “Sanità”. Pertanto il problema del “peso” di ciascun set si amplifica ulteriormente. (L’esempio è ampiamente discusso e rappresentato nella scheda: Profili e Piani di Salute).



Per mitigare possibili effetti distorsivi, nella costruzione di Indici particolarmente sofisticati, si utilizzano specifici metodi statistici, come suggerito dall’esempio seguente. (vedi l’analisi Benessere Equo e Sostenibile dell’ISTAT -BES)

A questo proposito si può segnalare che l’OCSE, già dal 2011, ha messo a punto uno strumento interattivo che permette di valutare il benessere (individuale e di ogni singolo Stato) su 11 dimensioni (Condizioni abitative; Reddito e sostenibilità finanziaria; Lavoro: Sicurezza e salute sul luogo di lavoro, disoccupazione; Comunità: qualità della vita sociale; Istruzione; Ambiente: qualità dell'ambiente; Governance: democrazia; Salute; Soddisfazione di vita: livello di felicità; Sicurezza: sicurezza pubblica; Bilancio lavoro-vita). È interessante notare che per la valutazione individuale, come prima domanda, si chiede di valutare “gli argomenti in base alla loro importanza per te”, poiché è su questa base che si ottiene un risultato.

Better Lifehttps://www.oecdbetterlifeindex.org/it/about/better-life-initiative/

Metodologie radicalmente diverse per rappresentare sinteticamente un concetto, un fenomeno multidimensionale è illustrata nelle schede: L'analisi multivariata per la descrizione di un territorio e L'analisi per macro obiettivi: la salute

Per una breve rassegna degli Indici più conosciuti: Scheda: Indicatori di benessere

Rapporto

Moltissime organizzazioni pubbliche e private pubblicano, spesso con regolarità, dei Rapporti su focus specifici. Non esistono standard e metodologie consolidate e validate dalla comunità scientifica. Un Rapporto è uno strumento, un percorso di riflessione di lavoro e di orientamento, sul tema trattato. Mira a fornire informazioni sulla situazione, segnalando i cambiamenti, i nuovi fenomeni, spesso inquadrandole nel contesto e sui principali fattori di rischio, e valutandone il possibile impatto. Pertanto, spesso, utilizza un mix di metodi qualitativi e quantitativi, tra cui sia Indicatori che Indici, con tutte le avvertenze ed i limiti loro connessi.


 



Approfondimenti:

 AA., Evaluation of data availability on population health indicators at the regional level across the European Union, Population Health Metrics, 2019

https://pophealthmetrics.biomedcentral.com/articles/10.1186/s12963-019-0188-6

Aiello F., Fibrizzi L., Gli indicatori nelle scienze sociali: dal qualitativo al quantitativo, in Diamond I., Jefferies J., Introduzione alla statistica per le scienze sociali, McGraw-Hill, 2006

Arlotti A., Barberis E., Kazepov Y., La statistica per la programmazione sociale

http://www.academia.edu/3703419/Indicatori_sociali_e_indici_qualche_istruzione_per_luso_con_M._Arlotti_e_Y._Kazepov_

Arlotti A., Barberis E., Kazepov Y., Indicatori sociali e indici: qualche istruzione per l'uso

https://www.researchgate.net/publication/229176209_Indicatori_sociali_e_indici_qualche_istruzione_per_l'uso/link/0046352e227e9e78e3000000/download

Bezzi C., Cannavò L., Palumbo M., Costruire e usare indicatori nella ricerca sociale e nella valutazione, Angeli 2010

Bianchino A., Cariello S., Fullone F., Mazziotta M., Indicatori socio-economici per la misurazione del benessere dei comuni, EyesReg 2018

https://www.eyesreg.it/2018/indicatori-socio-economici-per-la-misurazione-del-benessere-dei-comuni/

Corbetta P., Metodologia e tecnica della ricerca sociale, Il Mulino, Bologna 1999

Delvecchio F., Scale di misura e indicatori sociali, Cacucci Ed., Bari 1995

Migliore M.c., L'indagine statistica in campo sociale. Variabili e indicatori, Angeli 2007

Montesperelli P., Dagli indicatori agli indici, Uniroma

https://www.coris.uniroma1.it/sites/default/files/13_Indicatori_Indici.pdf

Nardo M., Saisana M., Tarantola S., Hoffman A., Giovannini E., Handbook on Costructing Composite Indicators – Methodology and user guide, OCSE 2005

OECD, Handbook on Constructing Composite Indicators. Methodology and user guide, 2008

https://www.oecd.org/els/soc/handbookonconstructingcompositeindicatorsmethodologyanduserguide.htm

Parra Saiani P., Gli indicatori sociali, Angeli 2009

Siza R., Gli algoritmi e le decisioni inevitabili, Welforum 2021

https://welforum.it/gli-algoritmi-e-le-decisioni-inevitabili/

WHO, Health indicators: Conceptual and operational considerations, 2014

https://www3.paho.org/hq/index.php?option=com_content&view=article&id=14411:health-indicators-conceptual-and-operational-considerations-section-4&Itemid=0&lang=en

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Giorgio Merlo nov 2021