Merlo G., Bordone G., “Guida alla programmazione sociale. Teorie, pratiche, contesti”, Carocci faber 2025
BOX n. 37
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Il tema dell’utilizzo “etico” del denaro attraversa tutta la storia dell’umanità, da Aristotele ai giorni d’oggi. Tuttavia, non esistono definizioni univoche e discriminanti di queste forme. (Merlo G., Bordone G., 2025 p. 71)
Finanza etica e finanza sociale sono due accezioni di un unico ambito della finanza in cui conta non soltanto il rendimento/rischio, ma anche il ritorno sociale/ambientale: due termini che si rincorrono ed in larga parte si sovrappongono.
Dal punto di vista degli investimenti finanziari e/o strumentali si parla di Venture Philanthropy (VP). L’European Venture Philanthropy Association (EVPA) la definisce come “a high-engagement and long-term approach whereby an investor for impact supports a Social Purpose Organisation (SPO) to help it maximise its social impact.”
“The impact ecosystem includes all types of capital and service providers supporting a wide range of social purpose organisations. It goes from traditional philanthropy (included) to sustainable and responsible investing (excluded), and in-between, EVPA has identified two main “impact strategies”: investing for impact and investing with impact.”
Gli “investimenti socialmente responsabili” (Social Responsible Investment, RSI, Social impact banking), pur alla ricerca di un profitto, limitano il loro intento evitando o riducendo gli impatti negativi selezionando titoli (azionari[1], obbligazionari[2]) anche a seconda della loro aderenza ai criteri ESG (Environment, Social, Governance) in modo da garantire un utilizzo etico del denaro.
Nell'analisi costi benefici di un investimento etico sono valorizzate sia le esternalità positive che le esternalità negative, rispettivamente con valori positivi o negativi. Ad esempio, un'attività edilizia nella foresta pluviale può garantire un elevato rendimento privato, ma anche un grandissimo costo esterno per la società derivante dalla deforestazione. Nella finanza etica questo aspetto viene valorizzato in senso negativo. Viceversa, un'attività con basso rendimento economico potrebbe consentire di migliorare la protezione delle risorse naturali e dare lavoro alla popolazione locale nel rispetto delle tradizioni: questi aspetti sono valorizzati in senso positivo.”[2]
Se il tema dell’utilizzo etico del denaro attraversa tutta la storia dell’umanità, da Aristotele ai giorni d’oggi, allo stato attuale l’espressione è intesa in almeno tre diverse accezioni; indica, infatti:
sia gli intermediari finanziari che destinano una parte dei profitti dell’attività a scopi di beneficenza,
sia quelli che assumono partecipazioni nelle imprese al fine di orientarne attivamente la gestione verso una maggiore responsabilità sociale (si veda il capitolo),
sia quelli che dichiaratamente non investono in imprese che abbiano violato alcuni criteri etici individuati a priori dai loro clienti[3].
L’Associazione per la finanza etica (Afe), ha creato, nel 1998, il suo "Manifesto della finanza etica"[4], basandosi sulla considerazione delle esperienze ’storiche’ e di qualità nei vari paesi e culture, per cui la finanza eticamente orientata:
Ritiene che il credito, in tutte le sue forme, sia un diritto umano.
Considera l’efficienza una componente della responsabilità etica.
Non ritiene legittimo l’arricchimento basato sul solo possesso e scambio di denaro.
E’ trasparente.
Prevede la partecipazione alle scelte importanti dell’impresa non solo da parte dei soci, ma anche dei risparmiatori.
Ha come criteri di riferimento per gli impieghi la responsabilità sociale ed ambientale.
Richiede un’adesione globale e coerente da parte del gestore che ne orienta tutta la attività.
Operativamente in questo ambito si collocano gli investimenti[5] etici e sociali quando questi sono orientati a progetti che hanno ambedue le finalità sia etiche (ambiente, società, religione, politica, ideologia, ecc.) che finanziarie (rischio e rendimento). E’ il caso in cui l'investitore è disponibile ad accettare un rendimento inferiore rispetto al mercato pur di conciliare i propri interessi economici con quelli etici.
Ancora una volta siamo di fronte ad un campo molto vasto e variegato che può comprendere finanziamenti a capitale medio-alto (talvolta associato anche a un fondo comune[6] in cui il flusso finanziario raccolto viene utilizzato per finanziare progetti) fino a comprendere forme di cowfunding, nonché forme operative ed organizzative diverse.
Pur essendo un settore di nicchia ha oramai assunto dimensioni interessanti: “La somma delle attività di finanza etica e sostenibile in Europa … è pari a 715 miliardi di euro: quasi il 5% in rapporto al prodotto interno lordo totale dell’Unione europea.”[7]
Approcci molto variegati che non hanno ancora una definizione univoca, ma le cui componenti essenziali e principali sono, in diverso grado di equilibrio tra di loro:
il livello di rendimento dell’investimento,
il suo livello di rischio,
l’impatto sociale
Pertanto, l'approccio economico al sociale si riferisce ad un variegato e mal definito settore di finanziamenti ed interventi che riconosce alle imprese (for profit e non) un vero e proprio settore economico ed un potenziale di impresa, ma anche un ruolo di generatrici di valore sociale. Si tratta di un continuum, con molte forme di ibridazione, che può andare dalle charities fino al traditonal business delle imprese totalmente orientate al profit: differenti forme del volontariato organizzato, cooperazione e mutualismo, Benefit corporation, adesione a forme di Responsabilità sociale di Impresa, Investimenti socialmente responsabili (SRI) ed applicazione dei criteri ESG, imprese sociali, etc.
A cui si devono anche molte delle variegate e differenti accezioni di welfare.
Molti sono gli strumenti operativi attualmente in campo: Contratti Epc, Development Impact Bonds (DIBs), Energy performance contract, Pay by Results (PbR), Pay for Results (PfR), Pay for Success (PfS), project bond, Saving cost bond (Scb), Socially Responsible Investing (SRI).
Banche etiche, Fondazioni: bancarie, di partecipazione, di comunità, di impresa
Approfondimenti:
Cantino V., Coni S., Fiandrino S. ,Venture philanthropy: il supporto non finanziario a sostegno dell'imprenditorialità sociale. Il caso di Fondazione CRT, Impresa sociale 7-2016
EVPA, European Venture Philanthropy Association
https://evpa.eu.com/about-us/what-is-venture-philanthropy#definitionEVPA, Venture philanthropy and social impact investment - A practical guide, 2018
https://evpa.eu.com/knowledge-centre/publications/venture-philanthropy-and-social-impact-investment-a-practical-guideEVPA, Glossary of terms in the impact ecosystem
https://evpa.eu.com/glossaryFondazione CRT, Strategie per le fondazioni, come e perché usare la venture philantropy, 2010
https://evpa.eu.com/uploads/publications/Strategie-per-le-Fondazioni_Pubblicazione-ITA-EVPA.pdfOECD, Venture philantropy in development, 2014
https://www.oecd.org/dev/Venture%20Philanthropy%20in%20Development-BAT-24022014-indd5%2011%20mars.pdfCavallito M., Isonio E., Meggiolaro M., Il primo rapporto europeo sulla finanza etica, Banca Etica 2017, p.8
http://www.bancaetica.it/blog/finanza-etica-vale-5-del-pil-europeoCalderini M., Chiodo V., La finanza sociale: l'impatto sulla dinamica domanda-offerta, Impresa sociale, dic 2016
http://www.rivistaimpresasociale.it/rivista/item/99-la-finanza-sociale-l-impatto-sulla-dinamica-domanda-offerta.htmlCantino V., Coni S., Fiandrino S., Venture philanthropy: il supporto non finanziario a sostegno dell'imprenditorialità sociale. Il caso di Fondazione CRT, Impresa sociale 7-2016
http://www.rivistaimpresasociale.it/rivista/item/160-venture-philanthropy-supporto-non-finanziario-imprenditorialita-sociale-fondazione-crt.htmlCaroli M.G., Terzo rapporto CERIIS sull’innovazione sociale, FrancoAngeli 2016
Cavadini A., Guadagno P., Murelli S., Pitotti G., Sobacchi G., Introduzione alla finanza sociale, Fondazione Solidalits 2015
http://www.sodalitas.it/public/allegati/Quaderno-Sodalitas-DEF_2015324184115309.pdfCavallito M., Isonio E., Meggiolaro M., Il primo rapporto europeo sulla finanza etica, Banca Etica 2017, p.8
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http://www.itinerariprevidenziali.it/site/home/biblioteca/pubblicazioni/quaderno-social-impact-analisi-opportunita.htmlDe Felice R., Impact Investing: un movimento globale in ascesa, Secondo welfare 2017
http://www.secondowelfare.it/privati/finanza-sociale/impact-investing-un-movimento-globale-in-ascesa.htmlGIIN, Annual Impact Investor Survey 2017-07-03
https://thegiin.org/assets/GIIN_AnnualImpactInvestorSurvey_2017_Web_Final.pdfMartin M., Come rendere appetibile l’Impact Investing, Working Papers 2014, Impact Economy Vol. 4
http://www.impacteconomy.com/papers/IE_WP4_IT.pdfRapporto al G7 2014, “La finanza che include: gli investimenti ad impatto sociale per una nuova economia”, rapporto italiano della Social Impact Investment Task Force
http://www.socialimpactinvestment.org/reports/Rapporto%20Italiano%20Ultima%20versione.pdfRossi F., Turrina L., Gli investimenti sostenibili e responsabili, Department of Economics University of Verona, 2013
http://dse.univr.it/workingpapers/wp2013n23.pdfTutti gli aggiornamenti del sito sulla
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