Differenze verticali
la distribuzione del reddito
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Sul tema si veda in AREE TEMATICHE: la voce DISEGUAGLIANZE
Dal punto di vista della programmazione pubblica, una volta definito che cosa rientra nel bene comune e per quale territorio, nonché chi abbia il diritto a goderne e con quali regole, il fine ultimo sarà quello di mettere in campo azioni per ridurre le eventuali differenze presenti e osservate (divari) nella distribuzione territoriale, nella distribuzione tra i singoli cittadini e/o loro gruppi, rispetto agli obiettivi che ci si pone relativamente a risultati auspicati e/o a punti di riferimento (benchmarks). (Programmazione pubblica: i diritti e la riduzione delle differenze)
"Ovviamente un programma può contemperare ambedue gli obiettivi e, ad esempio, porsi un determinato obiettivo nel tempo (strategia diacronica), ma ponendo già da subito maggiore attenzione laddove la situazione sia più arretrata (strategia sincronica)." (ivi, p. 55)
"Caso particolare, che può riferirsi ad ambedue le dimensioni, evidenziandone nel contempo una terza, è quello delle diseguaglianze sociali per cui viene spesso utilizzato il concetto di differenza verticale, evocando il fatto che le differenze vengono riscontrate (dal basso all’alto reddito) all’interno della struttura sociale." (ibidem)
“Secondo l’organizzazione non governativa Oxfam, le 67 persone più ricche del pianeta possiedono la stessa ricchezza della metà più povera della popolazione mondiale. I calcoli di Oxfam si basano sulla lista dei miliardari stilata dalla rivista Forbes.”
(Internazionale, numero 1069, 19 settembre 2014, Disuguaglianze, mappe di Ingiusto D. http://archivio.internazionale.it/atlante/disuguaglianze)La distribuzione del reddito nel mondo viene anche spesso rappresentata da una figura classica chiamata “calice della disuguaglianza”: non è altro che la curva di Lorenz specchiata sull'asse orizzontale (% delle famiglie) e poi ruotata per farla apparire come un calice. La percentuale delle famiglie è divisa in cinque parti (detti 'quintili') ciascuna pari al 20% della popolazione mondiale. (Futuro sostenibile, Wuppertal Institut, Bologna, EMI della Coop Sermis, 1997):
Lo studio dell'Oxfam riporta nella maniera seguente la situazione italiana:
Secondo il Gini-Growing inequality impact" gennaio 2014, l'Italia è tra i paesi che registrano le maggiori disuguaglianze nella distribuzione dei redditi, seconda solo al Regno Unito nell'Unione europea e con livelli di disparità superiori alla media dei paesi Ocse.
http://www.gini-research.org/articles/homeDallo studio emerge che, alla fine della prima decade degli anni Duemila, l'Italia ha un indice di Gini pari a 0,34: ovvero, due individui presi a caso nella popolazione italiana hanno mediamente, tra di loro, una distanza di reddito disponibile pari al 34% del reddito medio nazionale.
Nel 2011 l'indice di Gini, la misura più comune della disuguaglianza, era pari al 40 per cento. Nel Mezzogiorno l'indice era superiore di oltre 3 punti percentuali rispetto al Centro Nord, soprattutto a causa della minore quota di reddito detenuta dalla coda bassa della distribuzione. La disuguaglianza è inoltre più elevata nelle maggiori aree metropolitane. L'indice di Gini è aumentato negli anni interessati dalla crisi economica, a fronte di una tendenza di segno opposto nella prima metà degli anni duemila. Tali dinamiche sono state trainate da una flessione dei redditi, più accentuata per quelli inferiori alla mediana. Sono tornati, inoltre, ad ampliarsi i (già marcati) divari territoriali. (Acciari P., Mocetti S., Una mappa della disuguaglianza del reddito in Italia, Banca d’Italia, 2013)
Il tema delle differenze verticali é tornato di grande evidenza negli ultimi tempi a partire dall'analisi di Thomas Piketty nel suo "Le Capital au XXIe siècle", Paris School Economics, 2013 (in italiano edizioni Bompiani 2014), recensito da Paul Krugman.
http://www.nybooks.com/articles/archives/2014/may/08/thomas-piketty-new-gilded-age/Approfondimenti:
Il portale web disuguaglianzesociali.it è un progetto della «Fondazione Ermanno Gorrieri per gli studi sociali» finalizzato alla creazione di una biblioteca virtuale sulla vasta problematica delle disuguaglianze sociali e delle politiche per contrastarle.
http://www.disuguaglianzesociali.it/Il tema della mobilità sociale verticale come uguaglianza delle opportunità è al centro di una ricerca di Giovanni Pica: “Geografia della mobilità sociale in Italia”, lavoce.info, 05.05.15
http://www.lavoce.info/archives/34540/geografia-della-mobilita-sociale-in-italia/Piccola biblio sitografia (Internazionale, numero 1069, 19 settembre 2014)
J. E. Stiglitz, Il prezzo della disuguaglianza. Come la società divisa di oggi minaccia il nostro futuro, Einaudi, 2014
T. Piketty, Capital in the twenty-first century, Belknap Press, 2014
C. Collins, 99 to 1: how wealth inequality is wrecking the world and what we can do about it, Berrett-Koehler, 2012
M. Franzini, E. Granaglia, M. Raitano, Dobbiamo preoccuparci dei ricchi? Le disuguaglianze estreme nel capitalismo contemporaneo, Il Mulino, 2014
P. Acciari, S. Mocetti, Una mappa della disuguaglianza del reddito in Italia, Banca d’Italia, 2013
F. Bourguignon, La globalizzazione della disuguaglianza, Codice edizioni, 2014
Credit Suisse, Global Wealth Report 2014
https://publications.credit-suisse.com/tasks/render/file/?fileID=60931FDE-A2D2-F568-B041B58C5EA591A4Giovanni Pica, Geografia della mobilità sociale in Italia
http://www.lavoce.info/archives/34540/geografia-della-mobilita-sociale-in-italia/inequality.orginequality.cornell.edu
web.stanford.edu/group/scspiocsid.politics.ox.ac.uk
www.oecd.org/social/inequality.htmISTAT
www.istat.it/it/archivio/disuguaglianzapovertyactionlab.org
http://www.oecd.org/italy/economic-survey-italy.htmTutti gli aggiornamenti del sito sulla
“Mi piace” per avere le notifiche. Suggeriscilo ai tuoi amiciGiorgio Merlo settembre 2014