La tecnica Delphi
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La tecnica Delphi è una metodologia tipica della ricerca sociale, che permette di intervistare un gruppo selezionato (detto anche panel) di esperti, anche geograficamente distanti, chiamati ad esprimere, in forma anche anonima, i propri pareri ed opinioni su una determinata tematica, allo scopo di validarne alcuni tramite il confronto reciproco e la condivisione progressiva permettendo di affrontare in modo sistematico un compito, o un problema complesso.
Venne messa a punto ed utilizzata per la prima volta nel 1953, all’interno della Rand Corporation (Organismo del Dipartimento della Difesa statunitense con finalità di studi e previsioni scientifiche e tecnologiche, impegnato nello specifico a raccogliere l’opinione di esperti sulla possibilità di un eventuale e imminente attacco atomico da parte dell’URSS) (vedi: Futures studies).
Prevede fasi successive di raccolta dati, caratterizzate dall’utilizzo di strumenti di ricerca sociale di diversa natura (questionari, interviste semi-strutturate, ecc.), finalizzate ad una progressiva esplorazione e valutazione del tema in oggetto. A tale scopo, l’intervistatore ha il compito di mediare il confronto e la valutazione dei pareri raccolti favorendo la sintesi dei giudizi raccolti in ogni fase con i risultati di quella precedente.
Per una descrizione esaustiva dei diversi passaggi, si veda “Elementi di base della tecnica Delphi” in Ziglio E., 1996http://qualitapa.gov.it/sitoarcheologico/www.urp.it/sito-storico/www.urp.it/allegati/delphi1.pdf
Delphi standard:
panel costituto da esperti.
È un modo per ottenere indicazioni in fase di pianificazione di progetti innovativi in cui il team di progetto non ha tutte le competenze per formulare stime e valutazioni. In questi casi è necessario consultare le persone più esperte interne o esterne e che non necessariamente fanno parte del team di progetto.
Metodologicamente può essere considerata un’efficace tecnica di natura qualitativa per la conduzione di un’intervista di gruppo che, però, a differenza ad esempio del focus group, permette di conservare l’eterogeneità dei partecipanti e di preservarne l’anonimato e di evitare le possibili distorsioni dovute al prevalere di una specifica professione, o di interessi di gruppo acquisiti o di forti personalità, che possono condizionare fortemente il processo comunicativo.
Inoltre, il suo utilizzo come tecnica di intervista ad un gruppo di persone permette di evitare l’organizzazione di frequenti incontri diretti e di ovviare a tempi limitati e a costi elevati, nell’eventualità di esperti molto impegnati e lontani come collocazione geografica.
Caratteristiche
È caratterizzata da alcuni aspetti fondamentali:
il gruppo di soggetti da coinvolgere nelle interviste può prevedere dalle 6 alle 30 unità
la tecnica prevede più fasi nel corso delle quali si alternano la somministrazione di questionari ad un panel e la restituzione di feedback dei pareri raccolti
ciascun questionario è costruito sulla base dei risultati del precedente: nelle fasi iniziali i questionari possono essere a domande aperte, in quanto finalizzati ad esplorare l’oggetto di ricerca, mentre nelle fasi successive i questionari prevedono domande a risposta chiusa perché finalizzati all’analisi e valutazione degli aspetti emersi.
i risultati di ciascuna fase, oltre che servire alla costruzione dei questionari successivi, vengono restituiti agli intervistati. In questo modo si attua un processo di intermediazione tra ogni singolo esperto e il gruppo nel suo complesso.
Finalità
L’applicazione di tale tecnica può essere utilizzata per il raggiungimento di differenti finalità, in particolare:
lo sviluppo delle possibili soluzioni di un problema
la valutazione della desiderabilità e fattibilità di possibili alternative
l’individuazione di possibili strategie di azione
l’elaborazione di informazioni per concludere efficacemente un processo decisionale
la costruzione di possibili scenari di sviluppo e la formulazione di previsioni
lo sviluppo della comunicazione interpersonale all’interno di un’organizzazione, di un’istituzione o gruppo di lavoro.
È spesso utilizzata in situazioni in cui manca il consenso o l’accordo sugli interventi e/o soluzioni da adottare. Infatti, man a mano che il processo di comunicazione si sviluppa, sempre mediato dall’intervistatore, i giudizi espressi dai membri del gruppo, originariamente eterogenei, tendono a fondersi, a convergere per individuare una linea di azione condivisa.
Occorre sottolineare come il parere soggettivo degli esperti, progressivamente raccolto nelle varie fasi, non vada considerato come una semplice somma di opinioni, ma piuttosto come una sorta di progetto comune condiviso da realizzare. Si può infatti parlare della tecnica Delphi come dello strumento altamente interattivo e strutturato, ideale per la negoziazione in situazioni di mancanza di accordo e per la creazione di una realtà condivisa tra attori diversi.
Policy Delphi
La metodologia sopra descritta si può declinare nella variante di Policy Delphi quando sono coinvolti stakeholders e policy-makers invitati a valutare eventi futuri che in parte dipendono dalle loro stesse azioni.
Il Policy Delphi viene utilizzato prevalentemente nell’analisi delle politiche pubbliche non solo come metodo di previsione, ma anche come procedura di verifica e perfezionamento del consenso e come strumento di decision making finalizzato alla ricerca di soluzioni innovative.
L’aspetto più interessante del processo è in questo caso la possibilità data ai partecipanti sia di confrontarsi con i diversi punti di vista, sia di prendere consapevolezza e valutare il proprio ruolo nella creazione degli eventi futuri presentati.
Le principali caratteristiche che la distinguono dal Delphi standard sono:
una maggiore ampiezza ed eterogeneità del panel utilizzato, che comprende anche amministratori pubblici, soggetti politici, dirigenti aziendali, ecc., selezionati secondo criteri di rappresentatività piuttosto che di competenza tecnica;
una diversa idea di consenso: nel decision making, il decisore non deve avere a disposizione un giudizio unanime, ma una mappa esplosa di punti di vista diversi tra cui scegliere;
l’articolazione degli item in proposte, obiettivi, linee d’azione, il cui contenuto può essere completato dagli stessi partecipanti secondo regole prefissate, e supportato da argomentazioni favorevoli o contrarie;
l’introduzione di diversi criteri di valutazione: oltre alla probabilità e prossimità nel tempo di un determinato evento o decisione politica vengono anche valutate la sua desiderabilità e fattibilità;
una struttura organizzativa più complessa.
Nel campo delle decisioni pubbliche e nella PA, il Policy Delphi trova applicazioni particolarmente interessanti soprattutto in relazione alle politiche di sviluppo nell’uso delle nuove tecnologie e dell' e-democracy principalmente per due ragioni:
genera flussi di comunicazione strutturata e dal contenuto molto specifico e non crea un’elevata ridondanza d’informazione tipica di mail, newsgroup, forum dove spesso la discussione va oltre i temi stabiliti;
fornisce la possibilità di affiancare al panel altri gruppi di partecipanti che seguono via web le proposte-opinioni del gruppo di esperti ed esprimono le loro argomentazioni, permette ai decisori di condividere con gruppi auto selezionati della popolazione la fase esplorativa del processo decisionale, dando vita a forme di partecipazione politica alternative.
L’applicazione ai Forum
La tecnica Delphi per le sue caratteristiche di supporto al processo decisionale diretto alla costruzione di un giudizio condiviso all’interno di un gruppo eterogeneo è spesso usata in ambienti di condivisione on-line come ad esempio i forum. In questo contesto i diversi attori in gioco considerano gli aspetti di un problema, e dialogano fino ad arrivare ad una decisione condivisa.
In particolare, all’interno dei forum, un processo Delphi si sviluppa attraverso due o più cicli di:
discussione a partire da una o più domande/questioni elaborate da un gruppo di esperti;
feedback;
discussione ulteriore.
Dopo ogni ciclo al gruppo di esperti viene chiesto di riflettere sulle domande più significative sulla base dell’opinione di gruppo. L’opinione di gruppo viene riassunta tramite una elaborazione statistica di ciò che è emerso nel corso del ciclo precedente. Il ciclo viene iterato fino a quando si ottiene un soddisfacente livello di convergenza
Tratto da: PA, Tecnica Delphi.http://qualitapa.gov.it/sitoarcheologico/relazioni-con-i-cittadini/utilizzare-gli-strumenti/tecnica-delphi/
Vantaggi e svantaggi della tecnica Delphi
I principali vantaggi legati all’applicazione di questo metodo sono:
consente di fare tesoro di esperienze e lezioni apprese da parte delle persone più esperte in materia;
consente di valutare l’applicazione di tali esperienze alla situazione attuale individuando le eventuali controindicazioni;
facilità una libera adesione e partecipazione da parte degli esperti evitando contaminazioni, manipolazioni e timori reverenziali.
I principali svantaggi dell’applicazione della tecnica Delphi sono:
richiede tempo per preparare i questionari, raccogliere e analizzare le risposte e sviluppare i cicli successivi di approfondimento;
può portare a conclusioni non obiettive se il project manager non protegge l’anonimato dei componenti il panel di esperti ed orienta le risposte in modo manipolativo per giustificare le proprie convinzioni;
può risultare particolarmente costosa se occorre pagare esperti e consulenti esterni.
Approfondimenti:
Bezzi C. Fare ricerca con i gruppi. Guida all’utilizzo di Focus group, Brainstorming, Delphi e altre tecniche. Milano: Franco Angeli; 2014
Bolognini M. Democrazia elettronica. Metodo Delphi e politiche pubbliche: Bologna: Carocci; 2001
Dalkey N.C., 1969, The Delphi Method: an experimental study of group opinion, Rand.
Locatelli R., Ossola P., 2003, Aspetti metodologici e statistiche del Delphi, in L’analisi di correlazione tra alcune risposte salienti al Delphi, del par. 6.2.b., Università dell’Insubria, documento interno.
PA, Tecnica Delphi. Come intervistare un gruppo di esperti in maniera strutturata e anonima
http://qualitapa.gov.it/sitoarcheologico/relazioni-con-i-cittadini/utilizzare-gli-strumenti/tecnica-delphi/Ziglio E., 1996, La tecnica Delphi. Applicazione alle politiche sociali. In Rassegna italiana di Valutazione, 2/1996.
http://qualitapa.gov.it/sitoarcheologico/www.urp.it/sito-storico/www.urp.it/allegati/delphi1.pdfTutti gli aggiornamenti del sito sulla
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