La composizione tra osservazione qualitativa e  quantitativa

INDICE ANALITICO GENERALE

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In campo di programmazione sociale l’osservazione è la base di una programmazione intesa come attività razionale: si tratta di acquisire tutte le informazioni, tutti gli elementi necessari ad assumere le migliori decisioni sul fenomeno che si intende affrontare in un dato ambito territoriale, superando o contemperando gli aspetti di una decisione superficiale o esclusivamente impressionistica ed emotiva. Cioè l’osservazione costituisce il momento conoscitivo- operativo che si propone di individuare lo stato di fatto della realtà socioterritoriale oggetto della pianificazione, nonché le tendenze dello sviluppo in atto (Martini, 2002).  (Al proposito si veda la scheda La costruzione di un progetto)

La rappresentazione della realtà, secondo materiali e metodi codificati, può avvenire essenzialmente su due versanti: quantitativo e qualitativo. D’altronde si è da tempo consolidata una linea di pensiero (Cardano (2001, p. 15) che insiste sul tema dell’incerta distinguibilità e netta distinzione tra i due stili di ricerca, mentre si ritrova sempre più frequentemente una combinazione di tecniche di ricerca qualitativa e quantitativa.

Molto sinteticamente possiamo dire che :

Come se si contrapponesse una logica “esplorativa” o della “scoperta” (ma anche la profondità, l’intuizione, il comprendere) a quella del “controllo” o “confermativa” (l’oggettività, il rigore e la tecnica) (Ricolfi, 1997, p. 39).

Così l’approccio qualitativo richiede un’analisi di tipo interpretativo in cui si possa trovare qualcosa di diverso e più ricco rispetto ai numeri, privilegiando con ciò l’indagine in profondità rispetto alla possibilità di generalizzazione statistica.

Nondimeno, non sempre le risultanze che ne derivano concordano, ponendo quindi ulteriori problemi di comprensione del fenomeno che si intende affrontare. Per mettere un po’ di ordine vale la pena provare a collocare su un diagramma i risultati sintetici delle due diverse osservazioni. (Merlo G., 2014 p.135 e seg) 

E' la stessa logica utilizzata per lo studio della relazione tra due variabili quantitative (o semi quantitative) rilevate sulle stesse unità di osservazione. (diagramma di dispersione)

Sull’asse delle ascisse (x) si collocheranno i risultati relativi alle risultanze dell’analisi qualitativa in forma semiquantitativa: una sintesi delle informazioni del tipo presenza/assenza del fenomeno (sì/sì, sì/no, no/no, no/sì), o un peso, spesso arbitrario, delle osservazioni qualitative (poco, abbastanza, molto, etc).

Su quello delle ordinate (y) si collocheranno le risultanze dell’analisi quantitativa.

Nel primo quadrante si ritroveranno le osservazioni concordanti di forte evidenza del fenomeno in studio, mentre nel terzo  quadrante le osservazioni concordanti di scarsa evidenza. In questi due casi l’analisi del fenomeno appare chiara.

Quando vi siano discordanze (secondo e quarto quadrante), occorre domandarsi se siano le rilevazioni qualitative o quelle quantitative a non rilevare un problema ed il perché. È una situazione che si ritrova facilmente nelle fasi di programmazione (soprattutto locale) e che permette di approfondire con i diversi attori il tema in questione, indicare, suggerire analisi o approfondimenti su entrambi i versanti, alla ricerca di una visione condivisa.

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Giorgio Merlo febbraio 2023