La Theory Based Evaluation (TBE)
G. Merlo, La programmazione sociale: principi, metodi e strumenti, Carocci 2014
Capitolo: 11.1. Strumenti partecipati orientati alla coerenza interna
BOX DI APPROFONDIMENTO n. 52
N.B. I riferimenti bibliografici si riferiscono alla sito bibliografia del testo. Nel caso di citazione si consiglia la seguente notazione: “Merlo G., La programmazione sociale: principi, metodi e strumenti”, allegato web n.52, Carocci, 2014tutte le voci del sito
Vedasi anche le schede:
LA PROGRAMMAZIONE LOGICO FORMALE
LOGICA e RAZIONALITA' nella programmazione
EFFETTI INATTESI DI UN PROGRAMMA
In campo valutativo “L’apprendimento (learning) sposta l’attenzione su quello che si può apprendere nel programmare, cioè se, quando e in quali condizioni le assunzioni che stanno alla base reggono alla prova dei fatti. Le domande sono del tipo: che cos’è che funziona? E perché? E in quale contesto?”
(Merlo G., 2014, p.158)“Senza entrare nel merito di differenze teoriche e di metodo, nonché di alcuni disallineamenti, si può sostenere che in generale ci si trova di fronte a un approccio orientato alla ricostruzione, e quindi alla possibile valutazione, della coerenza interna (logical framework) sul versante sia della catena causale di come si è originato il problema che si intende affrontare (problem tree: catena ascendente) sia di quella della costruzione degli obiettivi (objective tree: catena discendente), comprensiva delle condizioni o ipotesi perché questi siano raggiungibili.” (vedi: Logica e razionalità nella programmazione)
(ivi p. 159)--------------
La Theory Based Evaluation (TBE) nasce negli Stati Uniti intorno agli anni Settanta del Novecento e fa parte di quegli approcci valutativi, orientati alla teoria, tesi ad individuare gli assunti sottostanti i programmi e le politiche pubbliche.
Già a partire dagli anni '60, infatti, si sono sviluppati nei paesi anglosassoni diversi filoni e approcci di valutazione che mirano ad entrare nel “cuore”, nella “scatola nera” (processi interni) del programma, attraverso lo studio e la comprensione dei meccanismi responsabili dei cambiamenti osservati. Tra questi possiamo individuare la valutazione realista di Pawson e Tilley e la Theory Based Evaluation: entrambi sostengono che quando si disegna un programma e si realizza un intervento si fanno sempre, volontariamente o meno, delle ipotesi (del tipo: se faccio questo in questo tipo di situazione, allora dovrebbe accadere quest’altro).
L'approccio della valutazione realista si caratterizza per un'impostazione di tipo “sistematico”, il cui scopo è quello di articolare le teorie sottostanti al programma e successivamente interrogare le evidenze esistenti per scoprire se e dove tali teorie siano state pertinenti e produttive.
Il metodo si sviluppa verso la fine degli anni '90 con l'obiettivo di spiegare gli effetti di un programma, cosa funziona, per chi e in quali circostanze, adottando una concezione di causalità non lineare-sequenziale[1]. Leone[2] ha evidenziato le caratteristiche e i vantaggi di questo tipo di valutazione, la quale:
obbliga a disegnare bene i progetti, a monitorarli e a valutarli in modo analitico e ragionato. In mancanza di un ragionamento nel disegno del progetto/intervento/programma, non si può infatti ex post valutarne l’impatto. Nei progetti di ricerca invece spesso non si riflette sulle relative ipotesi né sui risultati attesi, e si enunciano solo genericamente gli obiettivi;
utilizza le evidenze (prove di efficacia) e facilita le conoscenze nella fase di progettazione politica e disegno del programma;
pone l’attenzione sull’analisi degli impatti attesi e inattesi di programmi complessi (dovuti a maggiore intersettorialità, interdipendenza tra sistemi e servizi e a gradi elevati di incertezza ambientali) e ai meccanismi responsabili dei cambiamenti nell’implementazione in diversi contesti;
è possibile coinvolgere da subito gli stakeholders nell’esplicitare le loro domande e teorie (si veda la scheda La valutazione), gli effetti che si aspettano dagli interventi, impegnandoli nel corso dell’intero progetto, via via che si producono evidenze e conoscenze.
L'approccio realista definisce la valutazione come il “capire cosa funziona meglio e dove, per chi, in quali circostanze e perchè”[3]. La valutazione realistica prende le mosse dalla critica alla “causalità sequenziale” dell’approccio positivista che, basandosi unicamente sulla dimostrazione di un cambiamento avvenuto nello stato di una variabile in un intervento successivo all'intervento, non consente una spiegazione del perchè ciò sia avvenuto. Ad essa contrappone la “causalità genetica”, che osserva in che modo (per quale meccanismo) un soggetto (una situazione), situato in un contesto, si sia modificato a contatto con il programma. Ciò viene sintetizzato nella formula della configurazione realista “contesto + meccanismo = risultato (outcome)” (CMO)[4].
La sintesi realista è definita come “revisione sistematica”, il cui scopo è articolare le teorie sottostanti al programma e successivamente interrogare le evidenze esistenti per scoprire se e dove tali teorie sono pertinenti e produttive[5].
Secondo approccio metodologico della TBE, compito della valutazione è quello di svelare o esplicitare gli assunti sottostanti al programma, mostrando la serie di piccoli passi che dagli input del programma portano agli esiti, al fine di ricostruire i nessi causali che si ipotizza intervengano tra le diverse fasi di realizzazione necessarie per il cambiamento sotteso al programma stesso. Questo approccio basa l'attività valutativa sull'ipotesi che ogni programma poggi su una qualche teoria, esplicita o implicita, su come e perchè l'intervento funzionerà. Tale teoria è frutto delle percezioni che i singoli attori del programma hanno del problema da affrontare, delle sue origini, e sul come e perchè affrontarlo: per questo uno dei punti focali della TBE riguarda il coinvolgimento degli stakeholders implicati in un programma ed il confronto tra di essi.
Carol Weiss, massima esponente della Theory Based Evaluation, sostiene che tale approccio offra diversi vantaggi: il primo di questi è quello di aiutare il valutatore a individuare non solo il “cosa” (what) accade come esito del programma, ma anche il “come” e il “perché” (how and why). Essa si propone di testare i nessi tra cosa si assume che le attività del programma dovrebbero innescare, in termini di cambiamento, cosa attualmente sta avvenendo lungo il percorso e gli outcome (esiti, prodotti) complessivi. Vengono studiati in modo sistematico e cumulativo i collegamenti tra attività, outcome, e contesti delle stesse iniziative.
Secondo l'Autrice, per ricostruire le teorie alla base del funzionamento di un programma è opportuno distinguere due aspetti essenziali:
la teoria dell'implementazione che si focalizza su cosa succede nell’attuazione del programma, concepito come un susseguirsi di fasi e azioni, per capire se, allo stato dei fatti, sono state fedeli a quanto previsto;
la teoria del programma che cerca di spiegare quale meccanismo colleghi input ad effetti: il cambiamento è quindi prodotto dalla risposta che queste attività generano nei beneficiari e nell’ambiente.
Queste teorie hanno contenuti e scopi diversi, ma si intrecciano continuamente ed insieme costituiscono la “teoria del cambiamento” del programma, ovvero un modello plausibile e coerente di come il programma funziona o dovrebbe funzionare.
[1] Dossier 226/2012 “La ricerca e le politiche sociali e socio-sanitarie in Emilia Romagna. Applicazione e approcci per la valutazione”, http://asr.regione.emilia-romagna.it, ultima consultazione maggio 2013.
[2] L. Leone, “La valutazione dei Piani sociali di http://www.cevas.it, ultima consultazione giugno 2013
[3] C. Bezzi, “Glossario del gruppo tematico “Metodi e tecniche” dell'AIV”, versione 25 febbraio 2012 www.valutazioneitaliana.it , ultima consultazione settembre 2013.
[4] ibidem
Manuali
The World Bank, Monitoring and Evaluation: Some Tools, Methods & Approaches, 2002
http://gametlibrary.worldbank.org/FILES/215_M&E%20Guidelines%20on%20Indicators%20and%20Data%20Sources.pdfTreasury Board of Canada Secretariat, Theory-Based Approaches to Evaluation: Concepts and Practices
http://www.tbs-sct.gc.ca/cee/tbae-aeat/tbae-aeat-eng.pdfApprofondimenti:
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Gambardella D., Lumino R., 2012 Il progetto di valutazione, in Gambardella D., La valutazione del Reddito di Cittadinanza a Napoli, Angeli
Leone L., Prezza L., “Costruire e valutare i progetti nel sociale”, Franco Angeli, Milano, 1999
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Palumbo M., Il processo di valutazione, F. Angeli 2001
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http://www.aijcrnet.com/journals/Vol_1_No_3_November_2011/10.pdfStame N., “Theory-based Evaluation and Types of Complexity”, in “Evaluation”, n. 10/2004
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Studio Cevas, Gli approcci di valutazione guidati dalla teoria: la valutazione ‘Theory-based’ e la ‘Valutazione Realista’, 2011
http://www.cevas.it/approcci-valutazione-guidati-da-teoria-theory-based-evaluation.htmlWeissC., “Theory-based evaluation: past, present and future”, in “New Directions for Evaluation”, n. 76/1977
Weiss C., “Evaluation. Methods for studying programs and policies”, Prentice Hall, Upper Saddle River, 1979
Weiss C., “Evaluation”, Prentice Hall, Upper Saddle River, N.J., 2nd ed, 1998
Weiss C., "La valutazione basata sulla teoria: passato, presente e futuro", in N. Stame, “I classici della valutazione”, Franco Angeli, Milano, 2007
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“Mi piace” per avere le notifiche. Suggeriscilo ai tuoi amiciAnna Rapetta (Tesi di Laurea Magistrale: “Programmazione ed approcci valutativi orientati alla teoria. L'applicazione della Theory-based evaluation ad un caso di politica regionale”, Università di Torino, Corso di Laurea “Politiche e servizi sociali”, AA 2013-14)