ABITAZIONE

modalità di intervento

INDICE ANALITICO GENERALE

tutte le voci del sito

l tema dell’abitazione è trattato in diverse schede:

IL DIRITTO ALLA CASA - Esiste una gerarchia dei diritti?

LA NORMATIVA: excursus storico

IL DISAGIO ABITATIVO: definizioni

IL FABBISOGNO ABITATIVO: una prima analisi nel territorio della provincia di Torino: esempio 

EDILIZIA POPOLARE : cenni storici degli interventi pubblici nel settore

PIANO CASA - Piano nazionale 2014

Vedi anche: RISORSE PER IL WELFARE: ricognizione di tutte le risorse per il welfare



Scheda a cura di Martina Ferraris


La risposta al disagio abitativo può essere trovata e articolata attraverso una strategia plurilivello, volta a[1]

La necessità da parte dei diversi attori, pubblici e privati, di programmare interventi in ambito abitativo deriva dal fatto che il solo mercato non è in grado di soddisfare da solo tutte le esigenze dell'intera popolazione. Nel caso italiano il mercato ha prevalso nel costruire le condizioni dell'attuale situazione abitativa e lo Stato ha introdotto alcuni correttivi[2]. Inoltre le differenze che possono emergere tra le aree territoriali derivano dalle differenti tradizioni amministrative di Comuni e IACP.

Gli attori che contribuiscono alla creazione di un intervento possono essere sia pubblici che privati, individuali o collettivi, istituzionalmente demandati o coinvolti per proprio interesse.

In particolare nell'interpretazione di Anna Minelli[3] vengono distinte le opzioni a disposizione di un potere pubblico per intervenire nel mercato delle abitazioni.

POLITICHE ED INTERVENTI PER LA CASA

L'Italia si è in presenza di un sistema misto in cui le modalità principali si sono articolate in[4]

In applicazione del principio di sussidiarietà il Decreto Legislativo 112 del 1998[5] ha attribuito alle Regioni le competenza su: 

Gli interventi che quindi si sono venuti a creare risultano essere molti e di diversa natura, creando uno scenario nazionale disomogeneo.

L'Edilizia Residenziale Pubblica

L'edilizia residenziale pubblica (ERP) è: “L'attività diretta all’acquisizione, alla costruzione o al recupero di fabbricati da destinare ad abitazioni per le persone meno abbienti o per quelle che, dotate di un reddito fisso da lavoro dipendente, non potrebbero reperire un’abitazione ai prezzi di mercato[6]”. 

Schemi di edilizia residenziale pubblica in Italia[8]

NORMATIVA

PROBLEMATICHE

A partire dal 1971 con la Legge 865 il Ministero dei lavori pubblici e i Comitato edilizia residenziale (CER) divengono la struttura di comando e di coordinamento per l'organizzazione dell'edilizia residenziale pubblica, in merito alle varie tipologie di intervento pubblico in materia di ERP. In tale organizzazione lo Stato interviene assumendo un ruolo di finanziatore e pianificatore degli interventi costruttivi, mentre Regioni, Comuni e aziende territoriali per l'edilizia residenziale concorrono alla realizzazione degli edifici, alla definizione delle regole di accesso e all'allocazione degli alloggi, il tutto facendo riferimento a criteri di bisogno sociale ed economico[7]. Il sistema prevede tre modalità di realizzazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica.

Schemi di edilizia residenziale pubblica in Italia[8]



Social Housing

La definizione viene introdotta con il Decreto Ministeriale del 22 aprile 2008 che, all'articolo 1, comma 2, definisce come alloggio sociale: “l'unità immobiliare adibita ad uso residenziale in locazione permanente che svolge la funzione di interesse generale, nella salvaguardia della coesione sociale, di ridurre il disagio abitativo di individui e nuclei familiari svantaggiati, incapaci di accedere alla locazione di alloggi nel libero mercato”.

Secondo la definizione del Comitato europeo di coordinamento per l'edilizia sociale (Cecodhas), il social housing è[9]: “l'insieme di attività utili a fornire alloggi adeguati a coloro che hanno difficoltà a soddisfare, alle condizioni di mercato, il proprio bisogno abitativo perché incapaci di ottenere credito o perché colpiti da problematiche particolari”. 

CARATTERISTICHE FONDAMENTALI

ATTORI COINVOLTI

NORMATIVA

PROBLEMATICHE

Il sistema di finanziamento degli interventi di social housing può essere di competenza esclusiva dello Stato, delle Regioni, dei Comuni o di più soggetti contemporaneamente. In Italia le istituzioni pubbliche possono finanziare tali interventi anche indirettamente, ad esempio concedendo terreni a prezzi scontati o agevolazioni fiscali in favore dei privati[10].

In Italia l'intervento pubblico si articola principalmente in due tipologie:

Autocostruzione associata e autorecupero

Con il termine autocostruzione associata[11] si fa riferimento ad iniziative di edilizia sociale in cui l'abitazione viene costruita attraverso il lavoro dei futuri proprietari riuniti in cooperative con vantaggi per i finanziamenti, il reperimento di aree edificabili e la presenza di agevolazioni fiscali e tributarie. È prevista la presenza di un'organizzazione permanente, dello Stato o del Terzo Settore, con il compito di controllare e dirigere l'organizzazione e di assicurare l'efficienza nel corso dell'intero processo di costruzione.

A livello nazionale non esiste una normativa che regoli il tema dell'autocostruzione. Tale intervento rientra tra quelli definiti dalla legge dell' 8 febbraio 2007 n.9 “Interventi per la riduzione del disagio abitativo per particolari categorie sociali”, la quale ha proposto obiettivi di carattere generale ai fini della realizzazione di “alloggi sociali”.

Alcune Regioni presentano delle leggi specifiche in tale ambito: Regione Lazio, Legge Regionale 11 dicembre 1998 n. 55; Regione Umbria, Legge Regionale 28 novembre 2003 n. 23, art. 1 e 17; Regione Marche, Legge Regionale 27 dicembre 2006 n. 22, art 16. 

CARATTERISTICHE FONDAMENTALI

ATTORI COINVOLTI

NORMATIVA

PROBLEMATICHE

Abitare collettivo

Forme di abitare collettivo che prevedono sia spazi privati per ogni nucleo familiare, sia zone e servizi condivisi.

In questo ambito non vi è una normativa nazionale chiara e definita, per tali interventi è possibile fare riferimento a:

Molti Comuni hanno emanato e promosso bandi a favore della realizzazione di insediamenti caratterizzati da forme di abitare collettivo. 

NORMATIVA

PROBLEMATICHE


Su questo approccio Davico e Sgambetterra hanno rilevato quattro categorie principali[12]

I FONDI PER L'ABITARE

Il Fondo sociale per l'affitto

La Legge 9 dicembre del 1998 n. 431, “Disciplina delle locazioni e del rilascio degli immobili adibiti ad uso abitativo”, ha istituito il fondo nazionale per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione contestualmente alla liberalizzazione del mercato dell'affitto che si indirizza alle famiglie povere, distinguendo[13]

Il sussidio ha come obiettivo l'aumento della sostenibilità dei canoni correnti, tuttavia prevede un limite per cui il rapporto tra l'affitto, dopo il primo trasferimento, e il reddito non può essere al di sotto del 14% per le famiglie più povere, e del 24% per le famiglie con i requisiti per accedere all'ERP. Esistono anche limiti riguardanti l'importo massimo ricevuto da ciascun beneficiario, mentre sono previste condizioni migliori applicabili a coloro che si trovano in condizioni di particolare bisogno, come: famiglie con molti figli a carico, con invalidi o con anziani ultrasessantacinquenni.

In tale contesto definito a livello nazionale, le Regioni e i Comuni hanno la possibilità di fissare propri criteri applicativi, con facoltà di incidere su procedure, requisiti di accesso, forme di prova dei mezzi e importi da trasferire, in particolare questi ultimi possono essere incrementati mettendo a disposizione risorse proprie.

La procedura prevede che ogni anno il Governo suddivida le risorse allocate al fondo affitto tra le Regioni, sulla base di una stima effettuata in relazione alle varie esigenze abitative. Tali trasferimenti vengono integrati mediante fondi regionali e comunali.

Per le caratteristiche appena descritte tale strumento si presenta nel complesso molto differenziato sul territorio nazionale; in alcune Regioni viene inteso ed applicato come un'alternativa all'edilizia residenziale pubblica, escludendo gli inquilini della stessa, mentre in altre Regioni, dove gli affitti nell'ERP sono stati fissati a livelli vicini a quelli di mercato, il fondo sociale viene considerato complementare, ammettendo quindi a ricevere l'incentivo sia gli inquilini del settore pubblico, sia quelli del mercato privato.

Il Fondo destinato agli inquilini morosi incolpevoli

In base all'art. 2 comma 1 del Decreto Legislativo 102/2013 “Disposizioni urgenti in materia di IMU, di altra fiscalità immobiliare, di sostegno alle politiche abitative e di finanza locale, nonché di cassa integrazione guadagni e di trattamenti pensionistici rientra nella definizione di morosità incolpevole quella situazione in cui sopraggiunge l'impossibilità da parte dei soggetti a provvedere al pagamento del canone di locazione a causa di una forte riduzione, o della perdita, del reddito familiare.

In particolare sono considerati incolpevoli quei soggetti che hanno visto un ingente riduzione del reddito a causa del presentarsi di situazioni quali[14]: perdita o riduzione dell'orario di lavoro; cassa integrazione ordinaria o straordinaria; cessazione di attività libero-professionali per cause di forza maggiore; malattia grave, infortunio o decesso di un componente del nucleo familiare.

Il DL istituisce presso il Ministero delle infrastrutture e dei Trasporti un Fondo di garanzia a copertura del rischio di morosità,

Ai Comuni spetta il compito di assegnare il sostegno (fino ad un massimo di 8mila euro) e di emanare propri provvedimenti che ne regolino l'erogazione; mentre alle Regioni è affidata la funzione di individuazione dei Comuni ad alta tensione abitativa cui destinare le risorse del Fondo e di definizione delle linee guida che i Comuni dovranno seguire.

L'assegnazione delle risorse del fondo prevede che esse vengano attribuite prioritariamente alle Regioni che hanno emanato norme al fine di ridurre il disagio abitativo mediante l'ideazione di percorsi di accompagnamento sociale dei soggetti sottoposti a sfratto.

Il Fondo di solidarietà per i mutui per l'acquisto della prima casa

La Legge del 24 dicembre 2007 n. 244, “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2008)”, ha istituito presso il Ministero dell'Economia e delle Finanze, il Fondo di solidarietà per i mutui per l'acquisto della prima casa.

Con tale legge viene stabilita la possibilità da parte dei titolari di un mutuo, contratto per l'acquisto della prima casa, di vedere concessa la sospensione, fino a 18 mesi, del pagamento delle rate in caso di situazioni di temporanea difficoltà.

La sospensione viene concessa a quei soggetti che risultano avere un mutuo di importo inferiore a € 250.000 e un indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) inferiore a € 30.000.

Inizialmente la Legge finanziaria 2008 aveva assegnato al fondo 10 milioni di euro per gli anni 2008 e 2009, successivamente il Decreto Legge 6 dicembre 2011 n. 201 ha rifinanziato il fondo con 10 milioni di euro per gli anni 2012 e 2013, mentre il Decreto Legge del 31 agosto 2013 n. 102 ha previsto ulteriori 20 milioni di euro per gli anni 2014 e 2015.

Il Fondo è stato regolato da ulteriori normative quali: 

Il Fondo per l'accesso al credito per l'acquisto della prima casa

Il Decreto Legge del 25 giungo 2008 n. 112, “Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione Tributaria”, all'art. 13 comma 3-bis ha istituito il Fondo per l'accesso al credito per l'acquisto della prima casa presso la Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento della gioventù. Si tratta di un fondo destinato alle giovani coppie o ai nuclei familiari monogenitoriali con figli minori, con priorità per quelli composti da soggetti che non risultano occupati a tempo indeterminato.

Il Decreto Legge del 31 agosto 2013 n. 102, “Disposizioni urgenti in materia di IMU, di altra fiscalità immobiliare, di sostegno alle politiche abitative e di finanza locale, nonché di cassa integrazione guadagni e di trattamenti pensionistici”, all'art. 6 comma 3, ha esteso l'accesso al Fondo anche ai giovani di età inferiore a 35 anni che siano titolari di un rapporto di lavoro atipico ed ha aumentato la dotazione del fondo di 10 milioni di euro per gli anni 2014 e 2015. Il Decreto Legge del 24 giugno 2013 n. 103, “Regolamento recante la disciplina del Fondo per l'accesso al credito per l'acquisto della prima casa da parte delle giovani coppie o dei nuclei familiari monogenitoriali”, ha disciplinato e regolamentato il Fondo.

I criteri di accesso prevedono:

La Legge del 27 dicembre 2013 n. 147, “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2014)”, ha previsto la sostituzione del Fondo con un nuovo Fondo di garanzia per la prima casa per la concessione di garanzie su mutui ipotecari. A quest'ultimo sono state attribuite risorse pari complessivamente a 600 milioni di euro nel triennio 2014-2016.

Il nuovo Fondo prevede una garanzia pari a massimo il 50% della quota capitale sui finanziamenti riguardanti l'acquisto e gli interventi di ristrutturazione di unità abitative destinate ad abitazione principale. Rispetto al precedente esso prende in considerazione anche le situazioni caratterizzate da ristrutturazione o accrescimento dell'efficienza energetica della prima casa, inoltre l'ambito di applicazione viene esteso assumendo portata generale con priorità alle categorie prese in considerazione dal Fondo precedente.

Gli interventi del nuovo Fondo sono sostenuti dalla garanzia dello Stato, inoltre la dotazione dello stesso può venire incrementata grazie al versamento di contributi da parte delle Regioni e di altri Enti e organismi pubblici. Mentre la gestione è affidata alla società Concessionaria Servizi Assicurativi Pubblici (CONSAP s.p.a.). 


[1] Cittalia – Fondazione Anci ricerche, “I comuni e la questione abitativa. Le nuove domande sociali, gli attori e gli strumenti operativi”, Seconda edizione febbraio 2010. p. 10
[2] Minelli A.R., “Le politiche pubbliche in Italia. La politica per la casa”, Il Mulino, Bologna, 2004. p. 18
[3] Ivi. p. 27
[4] Ivi. p. 116
[5] Decreto Legislativo 31 marzo 1998 n. 112, “Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle regioni ed agli enti locali, in attuazione del capo I della legge 15 marzo 1997, n. 59”.
[6] http://www.treccani.it/enciclopedia/edilizia-residenziale-pubblica/
[7] Bardolini A., Saraceno C., Schizzerotto A., “Dimensioni della disuguaglianza in Italia: povertà, salute, abitazione”, Il Mulino, Bologna, 2009. p. 336
[8] CECODHAS, “Alloggio sociale europeo 2012. Gli ingranaggi del settore”, Bruxelles, Ottobre 2011. p. 94. http://www.federcasa.it/circolari/2012/04/055a.pdf
[9] Plebani F., “Housing sociale e futuro delle politiche abitative”, in Autonomie locali e servizi sociali, marzo 2011. p. 494
[10] Ferrera M., Maino F., “Primo rapporto sul secondo welfare in Itaia”, 2013. http://www.secondowelfare.it/edt/file/PRIMO_RAPPORTO_SUL_SECONDO_WELFARE_IN_ITALIA.pdf. p. 251
[11] Franzoni F., “Alloggi sociali: Esperienze di autocostruzione e autorecupero”, in Autonomie locali e servizi sociali, marzo 2007. pp. Da 527 a 533
[12] Davico L., Sgambetterra L., “Residenze collettive, un modello socialmente innovativo”,http://www.secondowelfare.it/governi-locali/enti-locali/residenze-collettive-un-modello-socialmente-innovativo.html
[13] Bardolini A., Saraceno C., Schizzerotto A., “Dimensioni della disuguaglianza in Italia: povertà, salute, abitazione”, Il Mulino, Bologna, 2009. pp. Da 338 a 340
[14] http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-07-26/come-funziona-fondo-anti-sfrattila-morosita-incolpevole-153354.shtml?uuid=ABfbUdeB

Approfondimenti:

Rizzini C.L., Innovazione e politiche abitative: la Fondazione Housing Sociale, Secondo welfare, 2013

http://secondowelfare.it/investimenti-nel-sociale/fondazione-housing-sociale.html

Il monitoraggio sull'housing avviato da Cariplo, Secondo welfare, 2015

http://www.secondowelfare.it/terzo-settore/fondazioni/dalla-lombardia-allitalia-continua-il-monitoraggio-sullhousing-avviato-da-cariplo.html

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maggio 2015