Il welfare aziendale
G. Merlo, La programmazione sociale: principi, metodi e strumenti, Carocci 2014
Capitolo: 3.6. Dimensioni della spesa sociale
BOX DI APPROFONDIMENTO n.25
N.B. I riferimenti bibliografici si riferiscono alla sito bibliografia del testo. Nel caso di citazione si consiglia la seguente notazione: “Merlo G., La programmazione sociale: principi, metodi e strumenti”, allegato web n.25, Carocci, 2014tutte le voci del sito
Un minimo di storia.
Nell’Italia dell’Ottocento il welfare aziendale prese forma soprattutto nell’ultimo quarto del secolo, una realtà non generalizzata ma significativa perché caratterizzava le imprese più avanzate e perché sarà un riferimento per tutte le esperienze successive.
Le prime forme di welfare si collocano all’interno degli esperimenti di «paternalismo industriale», un fenomeno di dimensione europea che si configura storicamente come un insieme strutturato di mezzi materiali, ideologici e politici che regola i rapporti di lavoro allo scopo precipuo di formare e rinnovare la manodopera necessaria a rendere efficiente il processo produttivo.
Si possono distinguere tre approcci al paternalismo : 1) l’analisi «culturalista», che enfatizza l’aspetto del consenso; 2) le analisi ideologiche centrate sulla lotta di classe; 3) l’approccio economico, che prende in esame, prioritariamente, i vincoli e le opportunità (tecnologia, mercato del lavoro) che un imprenditore deve affrontare in una specifica fase storica.
Conca Messina S., Alle origini del welfare aziendalehttps://air.unimi.it/retrieve/handle/2434/527572/913942/2017_CONCA%20MESSINA_WELFARE%20POST%20PRINT.pdfPer welfare aziendale si intende la gestione integrata dell’insieme di tutte le iniziative e servizi che le aziende mettono in atto, sia per autonoma decisione che per accordo con le rappresentanze sindacali, finalizzate a incrementare il benessere individuale e familiare dei lavoratori dipendenti sotto il profilo economico e sociale e venire incontro alle esigenze dei lavoratori e dei loro famigliari nei campi più vari (dall’assistenza sanitaria alla necessità di cura dei figli, dall’accesso al credito, al tempo libero), nonché al miglioramento dei risultati dell’impresa.
Ai diversi «strati» del welfare da alcuni anni si stanno affiancando forme di integrazione di tipo aziendale al welfare, senza una diretta corresponsione di denaro, anche perché questa sarebbe gravata da oneri fiscali tali da renderla troppo onerosa per il datore di lavoro e forse anche poco percepibile dal dipendente (Treu 2013).
Un approccio anche criticato, in quanto alternativo al welfare di stato, ma pur sempre una risposta alle sue difficoltà, nonchè assunzione di responsabilità sociale dell’azienda (Censis 2011)." (Merlo G., 2014, p. 95)
Nella definizione di welfare aziendale definizione possono essere ricompresi sia i benefit, che rappresentano risorse destinate dal datore di lavoro a soddisfare bisogni previdenziali e assistenziali dei lavoratori, sia i perquisite, che consistono invece in beni o servizi messi a disposizione dei dipendenti stessi.
In generale prevede l’utilizzo di strumenti di remunerazione alternativi a quelli più tradizionali riducendo il divario tra costo aziendale e il reale potere d’acquisto trasferito al dipendente con obiettivi di ottimizzazione fiscale e contributiva, fidelizzazione, motivazione e attrazione delle risorse umane, costruzione di una solida e duratura corporate identity.
Dal punto di vista aziendale al di là di approcci di Responsabilità Sociale di Impresa, l’idea è che se ogni persona vive meglio le sue giornate sul posto di lavoro, aumenta il clima aziendale ed il beneficio individuale tende a diventare benessere collettivo con conseguente aumento del livello di produttività.
Almeno in Italia, alcuni dei servizi in oggetto sono soggetti a regolamentazione del Testo Unico delle Imposte dei Redditi e nella loro implementazione aziendale è possibile usufruire di agevolazioni fiscali.
Attraverso piani di welfare aziendale è possibile in questo modo ridurre (se non addirittura eliminare) il cuneo fiscale, vale a dire la differenza tra quanto costa un dipendente al datore di lavoro e quanto riceve al netto lo stesso lavoratore, calcolata in percentuale del salario lordo.
Un sistema win-win-win: vantaggioso per le aziende, che possono incentivare e motivare i propri dipendenti dando loro un contributo spendibile a seconda delle loro esigenze con un investimento fiscalmente vantaggioso, un risparmio sul bilancio complessivo ed un vantaggio competitivo; per i lavoratori, che mantenendo gli stessi soldi in busta paga ottengono maggiori servizi e maggiore conciliazione vita-lavoro; per lo Stato, che vede un alleggerimento della pressione sulle proprie strutture.
La casistica dei servizi offerti è la più vasta e differenziata a seconda delle situazioni: da forme di lavoro flessibile per migliorare il rapporto tra tempi di lavoro e tempi di vita, a congedi e permessi per studenti-lavoratori, borse di studio, tirocinii, corsi di lingua, interventi per l'istruzione scolastica, campus estivi; dalla classica mensa ed aiuti per l'uso di mezzi di trasporto, a fondi pensione, assistenza sociale e domiciliare di sostegno destinata ai familiari bisognosi che vivono con il dipendente o soli di cui il dipendente deve prendersi cura, aiuto alle famiglie con la presenza di portatori di handicap, di tossicodipendenti in comunità, di anziani, ad interventi per supportare il potere d'acquisto come accordi catene commerciali per acquistare beni di uso primario, fino a convenzioni con centri di medicina preventiva e diagnostica, cure odontoiatriche, pediatriche e specialistiche. A cui è possibile aggiungere anche forme di assistenza integrativa.
Operativamente fino ad ora i problemi più rilevanti nella diffusione del welfare aziendale derivavano principalmente da un contrasto tra la normativa giuslavoristica e fiscale, nonché per le diversità di un approccio al welfare aziendale di tipo “unilaterale” (decisione autonoma dell’azienda) con quello “bilaterale” (inserimento nella contrattazione aziendale o territoriale).
http://www.bollettinoadapt.it/legge-di-stabilita-e-welfare-aziendale-un-mezzo-favore-alle-relazioni-industriali/Da un altro punto di vista se il welfare aziendale sembra essere uno strumento per migliorare le condizioni dei lavoratori e delle loro famiglie, dal’altro canto tende ad accentuare le differenze tra lavoratori e disoccupati, nonchè tra categorie occupazionali e dipendenti di differenti aziende, mettendo a rischio, soprattutto in campo sanitario, l’universalismo del sistema.
I possibili sviluppi verso il welfare locale, territoriale.
si veda in Accezioni di welfare
In una logica di Responsabilità Sociale d’Impresa può aprirsi alle esigenze ed alle risorse pubbliche e private del territorio (vedi Welfare territoriale) contribuendo al superamento del carattere intrinsecamente non universalistico degli interventi di natura aziendale, nonché allo sviluppo socio economico dello stesso.
Mauro A., Dizionario breve sul welfare aziendale a cura di ADAPT e AIWA, AIWA 2018https://www.aiwa.it/2018/01/27-welfare-territoriale/Le agevolazioni fiscali.
si veda anche la scheda: Welfare fiscale
A partire dalla Legge di Bilancio 2016, il Governo ha intrapreso una serie di provvedimenti finalizzati a incentivare il welfare aziendale per i lavoratori del settore privato attraverso essenzialmente due strumenti: il premio di produttività, come fonte di risorse per garantire beni e servizi di welfare ai lavoratori dipendenti, e l’ampliamento del paniere dei servizi tramite l’aggiornamento dell’art.51 del TUIR.
Il modello a cui si è ispirata la Legge di Stabilità è il CESU francese.
http://www.cesu.urssaf.fr/cesweb/home.jsp).In Francia dal 2005 è stato introdotto un voucher universale per i servizi alla persona, fortemente sostenuto dallo Stato, che prevede nell’ambito del welfare aziendale una retribuzione “in natura” tramite il CESU, totalmente defiscalizzato fino alla soglia di 1.830 euro annui.
L’esperienza del CESU francese, un voucher erogato da aziende o enti pubblici a favore dei propri dipendenti e cittadini per l’utilizzo di servizi per l’infanzia, per la non autosufficienza, di lavoro domestico, e di recente anche per il sostegno scolastico, ha portato a risultati significativi non solo in termini di fruizione dei servizi ma anche di emersione di lavoro nero. Il network di fornitori accreditati è stato costituito dall’Agence nationale services à la personne, un organismo creato appositamente per gestire lo strumento del CESU, che gode tra l’altro di un particolare trattamento fiscale a beneficio di azienda e dipendente.
In Gran Bretagna si parla invece di Childcare Voucher che sostiene le famiglie con figli fino ai 16 anni, mentre in Belgio hanno scelto i Titres Services per i lavori domestici.
Childcare Voucher http://www.childcarevouchers.co.uk/http://www.dienstencheques-rva.be/La legge di Bilancio 2017 art. 1 commi 160, 161 e 162) estende la possibilità di fruire dei premi di produttività e potenzia il welfare aziendale per i lavoratori dipendenti del settore privato.
La legge di Bilancio 2017 (11 dicembre 2016 n. 232 (G.U. 21 dicembre 2016, n. 297 http://www.camera.it/temiap/2016/12/23/OCD177-2628.pdfParallelamente, appare evidente l’intenzione del legislatore di potenziare il ruolo del contratto collettivo nazionale di lavoro, degli accordi interconfederali e dei contratti collettivi territoriali, attraverso i quali sarà possibile disporre l’esclusione, dalla base imponibile a fini IRPEF, dell’uso delle opere e dei servizi forniti direttamente dall’imprenditore, ed utilizzabili dalla generalità dei dipendenti per specifiche finalità di educazione, istruzione, ricreazione ed assistenza.
Estende, a decorrere dal 1° gennaio 2017, la possibilità di fruire dei premi di produttività e potenzia il welfare aziendale per i lavoratori dipendenti del settore privato. Oltre all’innalzamento, da 50.000 a 80.000 euro, del tetto massimo di reddito di lavoro dipendente previsto per l’accesso alla tassazione agevolata, la manovra finanziaria prevede l’aumento degli importi dei premi erogabili. Viene, inoltre, rafforzato il ruolo della contrattazione collettiva, anche territoriale, che potrà estendere il beneficio a opere e servizi forniti direttamente dall’imprenditore ed utilizzabili dalla generalità dei dipendenti per specifiche finalità di educazione, istruzione, ricreazione ed assistenza.
Premi di produttività. Si prevede un sostanzioso innalzamento, da 50.000 a 80.000 euro, del tetto massimo di reddito di lavoro dipendente, relativo al periodo d’imposta precedente, che consente l’accesso alla tassazione agevolata.
Gli importi dei premi erogabili aumentano:
- da 2.000 a 3.000 euro, nella generalità dei casi;
- da 2.500 a 4.000 per le aziende che coinvolgono pariteticamente i lavoratori nell’organizzazione del lavoro.
La legge dispone inoltre che non vanno assoggettate all’imposta sostitutiva le somme determinate secondo il valore normale di specifici benefit aziendali, fruiti per scelta del lavoratore in sostituzione dell’imposta sostitutiva sui premi in argomento.
Si prevede inoltre che non concorrono a formare reddito di lavoro dipendente, né sono soggetti all’imposta sostitutiva del 10%:
- i contributi alle forme pensionistiche complementari, anche se superano il limite di deducibilità pari a 5.164,65 euro;
- i contributi di assistenza sanitaria versati a enti o casse aventi esclusivamente fini assistenziali;
- le azioni distribuite ai dipendenti a condizione che non siano riacquistate dalla società emittente o dal datore di lavoro o comunque cedute prima che siano trascorsi almeno tre anni dalla percezione, anche oltre il limite di esenzione pari a 2.065,83 euro.
Servizi aziendali.
In materia di welfare aziendale, rientrano tra le misure agevolabili:
- i contributi e i premi versati dal datore di lavoro a favore della generalità dei dipendenti o di categorie di dipendenti per prestazioni, anche in forma assicurativa, aventi per oggetto il rischio di non autosufficienza nel compimento degli atti della vita quotidiana;
- l’utilizzazione di opere e servizi riconosciuti dal datore di lavoro, del settore privato o pubblico, in conformità a disposizioni di contratto collettivo nazionale di lavoro, di accordo interconfederale o di contratto collettivo territoriale.
Le misure di welfare possono anche essere previste da contratti nazionali, territoriali, interconfederali e aziendali.
Conciliazione tra vita e lavoro.
- Bonus “mamma domani”: è riconosciuto un premio alla nascita o all’adozione di minore dell’importo di 800 euro. Il premio, che non concorre alla formazione del reddito complessivo, è corrisposto dall’INPS in unica soluzione, su domanda della futura madre, dal compimento del settimo mese di gravidanza o all’atto dell’adozione;
- Voucher asili nido: per i nati dal 1 gennaio 2016, viene istituito un buono di 1.000 euro l’anno parametrato su 11 mensilità per il pagamento di rette relative alla frequenza di asili nido pubblici e privati, nonché per l’introduzione di forme di supporto presso la propria abitazione in favore dei bambini al di sotto dei tre anni affetti da gravi patologie croniche. Il buono è corrisposto dall’INPS. Va precisato che qualora si fruisca del Voucher Asili Nido, non sarà possibile usufruire anche della detrazione fiscale prevista per le spese documentate di iscrizione in asili nido sostenute dai genitori (pari al 19% sul totale delle spese annue documentate, sostenute fino ad un massimo di 632 euro), nè del Voucher Baby Sitter. Per l’implementazione servirà un decreto attuativo;
- Congedo parentale per padre lavoratore dipendente: (già introdotto in via sperimentale nel 2013), aumenta a 2 giorni per il 2017, e a 4 nel 2018 (5 se uno va a valere su quelli della madre). Va fruito entro 5 mesi dalla nascita anche in modo non continuativo;
- Voucher baby sitter: prorogata per gli anni 2017 e 2018 la possibilità per la madre lavoratrice di richiedere, al termine del congedo di maternità ed entro gli undici mesi successivi, in alternativa al congedo parentale, voucher per l’acquisto di servizi di baby sitting o asilo nido. Si tratta di 600 euro mensili erogabili per 6 mesi, 3 per le lavoratrici autonome. La finanziaria ha aumentato le risorse stanziate per le lavoratrici autonome;
- Fondo di sostegno alla natalità per accesso al credito: al fine di sostenere le famiglie e di incentivare la natalità, è istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri un apposito fondo rotativo, denominato «Fondo di sostegno alla natalità» volto a favorire l’accesso al credito delle famiglie con uno o più figli, nati o adottati a decorrere dal 1 gennaio 2017, mediante il rilascio di garanzie dirette, anche fideiussorie, alle banche e agli intermediari finanziari. Anche in questo caso per l’avvio servirà decreto ministeriale.
Tratto da: Lodi Rizzini C., Legge di stabilità 2017: conferme e novità su welfare aziendale e conciliazione, Secondo welfare, 10 dic 2016http://www.secondowelfare.it/privati/legge-di-stabilita-2017-conferme-e-novita-sul-fronte-welfare-e-conciliazione.htmlLo spazio di gestione per le imprese
Tutto il settore del welfare aziendale ha aperto uno spazio commerciale per la sua gestione in quanto molte imprese, soprattutto quelle medio piccole, non hanno interesse e/o le potenzialità per occuparsi della offerta dei servizi per i propri dipendenti.
Tanto che attualmente si registrano in Italia decine di aziende, di cui almeno una dozzina di multinazionali, che offrono, in regime di puro mercato, servizi essenzialmente di intermediazione.
In pratica mettono a disposizione servizi di vauchers sotto forma di piattaforme informatiche sulle quali le aziende versano l’importo complessivo dedicato ed i dipendenti possono acquisire i servizi che loro interessano.
Approfondimenti:
Premi di produttività e welfare aziendale: la mappa delle novità 2017
http://www.ipsoa.it/documents/lavoro-e-previdenza/amministrazione-del-personale/quotidiano/2016/12/14/premi-di-produttivita-e-welfare-aziendale-la-mappa-delle-novita-2017Legge di bilancio 2017: impatti sul welfare aziendale
http://www.focusconsulentidellavoro.it/1/legge_di_bilancio_2017_impatti_sul_welfare_aziendale_11257928.htmlChiara Lodi Rizzini, Legge di stabilità 2017: conferme e novità su welfare aziendale e conciliazione, Secondo welfare, 16-12-2016
http://www.secondowelfare.it/privati/legge-di-stabilita-2017-conferme-e-novita-sul-fronte-welfare-e-conciliazione.htmGuida Welfare Aziendale: il quadro normativo, PMI.it, 14-06-2016
http://www.pmi.it/impresa/business-e-project-management/approfondimenti/124667/guida-welfare-aziendale-quadro-normativo.htmlConvertire premi in benefit, guida pratica, PMI.it, 17-06-2016
http://www.pmi.it/economia/lavoro/approfondimenti/125069/premi-produttiva-convertiti-in-welfare-detassati.html?utm_source=tagnewsletter&utm_medium=email&utm_campaign=Newsletter+detassazione-produttivita,welfare:+pmi.it&utm_content=2016-06-17+premi-produttiva-convertiti-in-welfare-detassatiPremi, benefit e detassazioni: Guida fiscale al Welfare, Vademecum Agenzia delle Entrate , PMI.it, 17-06-2016
http://www.pmi.it/impresa/contabilita-e-fisco/approfondimenti/125195/premi-benefit-detassazioni-guida-fiscale-welfare.html?utm_source=tagnewsletter&utm_medium=email&utm_campaign=Newsletter+detassazione-produttivita,welfare:+pmi.it&utm_content=2016-06-17+premi-benefit-detassazioni-guida-fiscale-welfareLorenzo Bandera, Welfare Index PMI: quanto vale il welfare aziendale nelle piccole e medie imprese?, Percorsi di Secondo welfare, 25 febb 2016
http://www.secondowelfare.it/privati/aziende/welfare-index-mix-lindice-che-calcola-il-valore-del-welfare-aziendale-nelle-pmi-italiane.htmlPremi di produttività e welfare aziendale: la mappa delle novità 2017
http://www.ipsoa.it/documents/lavoro-e-previdenza/amministrazione-del-personale/quotidiano/2016/12/14/premi-di-produttivita-e-welfare-aziendale-la-mappa-delle-novita-2017Premi di risultato e detassazione - Accordo Confindustria / CGIL, CISL UIL
http://www.slc-cgil.it/wp-content/uploads/2016/07/DETAX-CONFINDUSTRIA-FIRMATO-2016.pdfWelfare e premio di risultato: siglato l’accordo territoriale per le PMI
http://www.secondowelfare.it/welfare-contrattuale/welfare-e-premio-di-risultato-laccordo-territoriale-per-le-pmi.htmlWelfare aziendale e servizi alla persona come motore dell'economia
http://www.secondowelfare.it/privati/aziende/welfare-aziendale-e-servizi-alla-persona-come-motore-delleconomia.htmlSalario produttività: la mappa dei contratti
http://www.pmi.it/economia/lavoro/news/129067/salari-produttivita-mappa-dei-contratti.html?utm_source=tagnewsletter&utm_medium=email&utm_campaign=Newsletter+detassazione-produttivita:+pmi.it&utm_content=2016-08-01+salari-produttivita-mappa-dei-contrattiRapporto 2016 Welfare Index PMI, Generali Italia
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http://www.secondowelfare.it/welfare-contrattuale/welfare-e-produttivita-la-contrattazione-alla-corneliani-di-mantova.htmlAngiari B., Il welfare aziendale: attori, esperienze e spazi di riflessione, Prospettive Sociali e Sanitarie, n. 2.1, maggio 2014
Wiki csr: Indagine sull'impegno sociale delle aziende. 2014
http://www.wikicsr.it/wordpress/indagine-sullimpegno-sociale-delle-aziende-in-crescita-le-imprese-italiane-responsabili/Maino F., Ferrera M., Il primo Rapporto sul secondo welfare in Italia, Percorsi di Secondo Welfare, novembre 2013
http://www.secondowelfare.it/primo-rapporto-2w/primo-rapporto-sul-secondo-welfare.htmlCensis, Lo sviluppo del welfare aziendale può migliorare la produttività e aumentare l’occupazione, 2013
http://www.censis.it/7?shadow_comunicato_stampa=120919AA.VV., Welfare contrattuale e aziendale, La Rivista delle Politiche Sociali, n. 3 2012, Ediesse
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