Programmazione orientativa, indicativa e operativa

G. Merlo, La programmazione sociale: principi, metodi e strumenti, Carocci 2014

Capitolo: 4.6.1. Il modello assi, misure, azioni

BOX DI APPROFONDIMENTO  n. 35

N.B. I riferimenti bibliografici si riferiscono alla sito bibliografia del testo. Nel caso di citazione si consiglia la seguente notazione: “Merlo G., La programmazione sociale: principi, metodi e strumenti”, allegato web n.35, Carocci, 2014

INDICE ANALITICO GENERALE

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In argomento si vedano anche le schede:

Pianificazione, programmazione, progettazione

La costruzione di un progetto

Assi, misure, azioni

Multi level governance



La programmazione può essere di tipo:

Dalla UE arriva uno schema logico a tre livelli:

"Questo schema può essere applicato facilmente a tre differenti livelli di programmazione (pianificazione, programmazione, progettazione) passando da ambiti generali a quelli di area più ristretta e delimitata. Ad esempio, la LN 328-2000 prevede che allo Stato sia riservata la pianificazione (Piano Sociale Nazionale), alle Regioni la programmazione (Piano Sociale Regionale) ed ai Comuni singoli o associati la programmazione locale e la progettazione (Piano di Zona)." (Merlo G., 2014, p.127)

E richiama il modello "frattale" in cui si ritrova una catena logica che si muove dal macro al micro, dal logicamente superiore all’inferiore: ognuno di essi rappresenta l’output del processo rispettivamente di pianificazione, programmazione, progettazione, ovvero di un percorso le cui fasi si ripetono, come in un “modello frattale”, nello stesso ordine, ma su scale di grandezza diverse, relativamente alle loro principali dimensioni (campo di intervento, metodi di confronto e partecipazione, risorse ecc.). 


Un esempio

In Regione Piemonte il tema degli anziani è da tempo all’attenzione della programmazione pubblica, con particolare riferimento alla presenza di ultra settantacinquenni che vivono da soli. La rappresentazione cartografica indica come vi siano notevoli differenze nella distribuzione territoriale tra le diverse province. 

PRESENZA DI PERSONE SOLE SUI RESIDENTI >75 ANNI – Regione Piemonte

Ma, approfondendo l’analisi territoriale per ambiti provinciali questa appare ulteriormente diversificata: in alcune province vi è una maggiore presenza di ultra 75enni rispetto alla popolazione generale, ma in altre una maggiore presenza di ultra 75enni in condizione di solitudine.

RAPPORTO TRA PRESENZA DI ULTRA 75enni E PRESENZA DI ULTRA 75enni SOLI – Province della Regione Piemonte 

Si comprenderà, pertanto, che le problematiche degli anziani possano essere messe al centro di una programmazione orientativa a livello regionale, ma che le priorità a livello provinciale saranno piuttosto differenti a seconda della situazione locale (programmazione indicativa) e troveranno azioni specifiche e particolari ad un ulteriore livello territoriale (programmazione operativa) anche per tipicità di diverse arre territoriali (es. montagna, pianura, etc.) e di modalità di intervento.

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Giorgio Merlo 2014