I centri per l'impiego

G. Merlo, La programmazione sociale: principi, metodi e strumenti, Carocci 2014

Capitolo: 2.4 La programmazione pubblica: perché e quando

BOX DI APPROFONDIMENTO  n.11

N.B. I riferimenti bibliografici si riferiscono alla sito bibliografia del testo. Nel caso di citazione si consiglia la seguente notazione: “Merlo G., La programmazione sociale: principi, metodi e strumenti”, allegato web box n. 11, Carocci, 2014

INDICE ANALITICO GENERALE

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I servizi per l'impiego si rivolgono a lavoratori e imprese con l'obiettivo di favorire l'incontro tra domanda e offerta di lavoro: si occupano della prima accoglienza e dell'orientamento del lavoratore, dell’incontro tra richieste delle aziende ed offerta dei lavoratori, nonché dell’assistenza alle fasce deboli.

"In Italia siamo in presenza di un sistema misto, ed in grande evoluzione, in cui coesistono approcci diversi in molte articolazioni e differenze nei diversi settori (assistenza, sanità, previdenza, lavoro, ma anche casa, trasporti, etc.). In particolare nel nostro campo si passa da esempi storici di monopolio esclusivo dello Stato, come nel caso del mercato del lavoro, alla programmazione pubblica tipica del welfare state, ai regimi di welfare mix e welfare comunity[1], ciascuno dei quali impone l’utilizzo di metodi e strumenti altrettanto articolati." (Merlo G., 2014 p. 58)

La nascita dell’attuale sistema può essere fatta risalire all’immediato dopo guerra quando si affidò all’esclusivo monopolio dello Stato l’intermediazione del mercato del lavoro con l’istituzione degli Uffici di collocamento[2] (ancora prima, sotto il fascismo, era di competenza altrettanto esclusiva dei sindacati corporativi).

Si noti come utilizzando usualmente il termine di «mercato» in riferimento al lavoro questo viene assimilato ad una merce, mentre l’affidamento esclusivo allo Stato indica un interesse generale affinché vi sia una tutela particolare nella intermediazione.

A livello internazionale la Convenzione siglata dalla Conferenza generale dell’Organizzazione internazionale del Lavoro (OIL 1997), così come il Trattato di Amsterdam dell’UE (EU 1997), aprono e suggeriscono l’ampliamento del mercato ai privati e l'adozione di un sistema di compresenza pubblico-privato con l’obiettivo di generare un processo virtuoso.

Da noi il mutamento è iniziato con la Legge Bassanini[3] e l’istituzione degli attuali Centri per l’Impiego (competenza attribuita alle Regioni e da queste alle Province), per passare al «pacchetto Treu»[4] e poi alla Legge Biagi[5] attraverso un processo in cui si delinea un mercato del lavoro nel quale operatori pubblici e operatori privati autorizzati (Agenzie per il lavoro) svolgono la propria attività in regime di competizione e concorrenza. 

Con la legge Delrio che ha abolito le Province (a cui i centri per l’impiego facevano capo) i Centri per l’impiego dovrebbero passare temporaneamente sotto il cappello delle Regioni per poi confluire sotto il coordinamento dell’Agenzia Nazionale Politiche Attive Lavoro.

Accordo quadro Governo-Regionihttp://www.regioni.it/newsletter/n-2775/del-30-07-2015/centri-per-limpiego-firmato-accordo-quadro-governo-regioni-14230/


[1] Per un approfondimento sulle funzioni, principi e risorse dei diversi attori delle politiche sociali (famiglia, mercato, Stato, Terzo settore), delle loro reali integrazioni nei sistemi pensionistici, politiche del lavoro, sanitarie e socio assistenziali, nonché dei meccanismi di funzionamento vedasi Borzaga e Fazzi 2005.
[2] LN 264 del 29 aprile 1949, Provvedimenti in materia di avviamento al lavoro e di assistenza dei lavoratori involontariamente disoccupati
[3] LN 9/1997
[4] LN 24 giugno 1997, n. 196
[5] Dlgs 276/2003

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Giorgio Merlo 2014