Fabbisogno abitativo
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Sul tema si vedano anche le schede:
IL DIRITTO ALLA CASA - Esiste una gerarchia dei diritti?
LA NORMATIVA: excursus storico
IL DISAGIO ABITATIVO: definizioni
EDILIZIA POPOLARE : cenni storici degli interventi pubblici nel settore
PIANO CASA - Piano nazionale 2014
La questione abitativa è un tema di grande complessità, per comprendere il quale non basta soffermarsi sulla disponibilità e qualità degli alloggi: l’analisi delle diverse forme di povertà, la pressione demografica, la capacità di spesa delle famiglie e la cosiddetta “affordability” (accessibilità economica) della casa sono tutti fenomeni che aggiungono livelli di lettura utili alla comprensione più allargata della domanda di abitare. A cui occorre aggiungere una dimensione temporale che parte dalla definizione delle esigenze attuali e la previsione di quelle future (dimensioni sincroniche e diacroniche: vedi Glossario).
È un tipico problema di osservazione che nel nostro campo ha molteplici obiettivi:
rappresentare la realtà in cui si intende operare
ridurre la complessità attraverso processi di sintesi
ricercare somiglianze, diversità e differenze del fenomeno in questione nella sua distribuzione territoriale
cogliere le tendenze nel territorio
suggerire relazioni tra elementi diversi.
Quali possono essere gli indicatori quantitativi per individuare i territori maggiormente coinvolti? Di seguito alcune indicazioni:
Domande insoddisfatte di casa popolare
Famiglie in disagio abitativo
Famiglie assistite economicamente
Famiglie che hanno ottenuto il contributo del sostegno all'affitto
Famiglie in morosità incolpevole assegnatari di casa popolare
Pensionati al minimo INPS nell'ERP
Sfratti convalidati per morosità
Homeless
Altri potrebbero essere aggiunti (famiglie assistite a fini abitativi, morosità incolpevoli di inquilini ERP , domande al fondo di sostegno all’affitto, etc.).
In ogni caso è possibile costruire un indice composto o utilizzare forme di macro analisi territoriali con cui descrivere il fabbisogno e prendere le opportune decisioni politiche. Che andrà anche raccordato con osservazioni di carattere qualitativo.
Il dimensionamento di un piano può essere articolato in 3 fasi:
Quantificazione: formulare il bilancio tra domanda e offerta corrente e futura.
Dimensionamento: determinare le risorse necessarie a soddisfare le quantità di domanda calcolate.
Allocazione territoriale.
Approfondimenti:
Per un aggiornamento sui dati vedi la scheda Osservatori
Agostini C., Chi sono le persone senza dimora?, Secondo welfare 2015
http://www.secondowelfare.it/primo-welfare/inclusione-sociale/lindagine-istat-sui-senza-fissa-dimora.htmlAuser - CGIL, 2° Rapporto sulle condizioni abitative degli anziani in Italia che vivono in case di proprietà - 2015
http://www.retecaad.it/sites/default/files/Sintesi%20rapporto%20auser%202015%20condizione%20abitativa%20anziani.pdfChiara Lodi Rizzini, La condizione abitativa in Europa, Secondo Welfare, maggio 2015
http://www.secondowelfare.it/primo-welfare/la-condizione-abitativa-in-europa.htmlDi seguito si presenta, a mo’ di esempio, una scheda sul tema del fabbisogno abitativo del territorio della provincia di Torino per la predisposizione di piani d’ambito a carattere sociale (anno 2010).
Provincia di Torino
UFFICIO DI PIANO PROVINCIALE - STRUTTURA DI SUPPORTO
SCHEDA
FABBISOGNO ABITATIVO
CONTESTO
Pur in presenza di una percentuale di proprietari di casa di quasi lo 80% (circa il 16% paga una rata di mutuo mediamente pari a € 465) siamo in presenza di un aumento della domanda abitativa per motivi demografici (aumento nuclei famigliari, fenomeni migratori, invecchiamento popolazione) così come per motivi economici (insufficienza del reddito, povertà unidimensionale).
La percentuale di famiglie in affitto risulta, pertanto, del 20%, con una significativa coincidenza tra affitti e fasce sociali medio-basse (si concentrano nel 58% circa nelle fasce di reddito più basse), per cui l’incidenza sul reddito è pesante. Conseguentemente l’80% degli sfratti avviene a causa della morosità, mentre 20 anni fa ciò accadeva per finita locazione (dati semestrali del Ministero degli Interni).
Limitato è il numero di alloggi a canoni sociali, mentre lo stock abitativo pubblico è gravemente sottodimensionato (rapporto 100/4 tra case private e pubbliche, mentre la media europea è di 16 su 100) con una diminuzione negli ultimi anni del 20% (800 mila alloggi nel 2007) per cartolarizzazioni e per limitato numero di nuove costruzioni.
Contestualmente risulta ingente e persistente il patrimonio abitativo sfitto (dati Istat 2001, in Piemonte circa 424 mila alloggi di cui 158.000 circa in provincia di Torino).
L’ammontare del Fondo Sociale per la Locazione previsto nella legge di stabilità 2010 è ridotto, al momento e salvo ulteriori modifiche, a 33,5 milioni (-76.7% rispetto al 2010 e destinato a giungere a 14,9 milioni nel 2014).
La Provincia di Torino tiene sotto osservazione il fenomeno attraverso l propri Osservatorio Politiche Sociali e Osservatorio Pianificazione Territoriale provinciale, mentre gli elementi qualitativi, che provengono principalmente dai Piani di Zona e dal Programma contro la vulnerabilità, indicano quali problemi emergenti: gli sfratti per morosità incolpevole, la presenza di rate mutuo per scarsità reddito, i ricongiungimenti familiari, le persone vittime di violenza familiare, i nuclei familiari disgregati oltre a specifiche emergenze territoriali.
Dal Piano territoriale di coordinamento 2008 risulta che in tutta la provincia di Torino nel 2007 erano 54.381 le famiglie in fabbisogno abitativo (5.3% sul totale) di cui:
10.295 famiglie assistite a fini abitativi (1% del totale famiglie)
2.124 famiglie in situazione di disagio (0.2% del totale famiglie)
10.490 morosità incolpevoli di inquilini ERP (1% del totale famiglie)
20.184 domande al fondo di sostegno all’affitto (2% del totale famiglie).
mentre l’Osservatorio sulla condizione abitativa della Città di Torino rappresenta la situazione nello schema che segue.
LA SITUAZIONE TERRITORIALE ALLO STATO DELLE INFORMAZIONI
Anche in questo caso la situazione abitativa presenta grandi differenze territoriali.
Di seguito due esempi tratti da documentazioni diverse su alcuni degli aspetti precedentemente indicati.
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“Mi piace” per avere le notifiche. Suggeriscilo ai tuoi amiciGiorgio Merlo luglio 2014, marzo 2032