Merlo G., Bordone G., “Guida alla programmazione sociale. Teorie, pratiche, contesti”, Carocci faber 2025
BOX n. 18
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In argomento:
Relativamente agli strumenti per la costruzione si veda la scheda Strumentari per la parte Lavorare con i gruppi
Per una rassegna dei Piani Nazionali: PIANI NAZIONALI IN ESSERE
Il Piano di Zona (PdZ), di durata triennale, è lo strumento obbligatorio previsto dalla LN328/2000 per governare le politiche sociali, progettare e realizzare il sistema integrato di interventi e servizi sociali a livello di Ambito, attraverso il coinvolgimento dei diversi soggetti che intervengono sui bisogni e sulla domanda sociale. La legge indica come debbano trovare integrazione con le politiche dell’ambiente, dell’istruzione, della formazione, del lavoro, della casa, del tempo libero e dei trasporti (Merlo G., 2014, p.67).
Per quanto previsto dalla normativa nazionale, trova la sua concreta attuazione nelle norme regionali. Ciò deriva dal Titolo V della Costituzione che dispone una ampia autonomia legislativa in materia di servizi sociali e sanitari sia nella loro organizzazione che nel loro finanziamento. Questo significa che possono definire le modalità specifiche di attuazione adattandoli alle diverse realtà territoriali, ma anche provocando, inevitabilmente, differenze nei servizi offerti e le modalità di accesso.
È un tipico caso di normativa e programmazione multi level governance e plurilivello integrata che utilizza metodi di concertazione e negoziazione.
Gli attori coinvolti sono molteplici: il Comune, le ASL, la Provincia, il Terzo settore, gli enti gestori dei servizi sociali, i soggetti espressione dell’associazionismo, i cittadini che intendono contribuire al processo di elaborazione del piano, le istituzioni scolastiche e della formazione, le amministrazioni giudiziarie ciascuno con le proprie competenze e risorse.
Deve individuare gli obiettivi, le priorità e gli strumenti con cui realizzare il sistema integrato degli interventi e dei servizi sociali; definire le modalità organizzative dei servizi, le risorse finanziarie, strutturali e professionali a disposizione, nonché i requisiti di qualità; individuare le forme di concertazione con l’Asl (ulteriori contenuti sono descritti alle lettere a-b-c-d-e-f-g comma 1 dell’articolo 19 L. 328/2000)
Sono in gioco due ruoli convergenti, a cavallo tra la competenza tecnica e quella politica:
ruolo politico: facilitare la confluenza delle energie sulle priorità;
ruolo tecnico: promuovere capacitazione (capacity building) e incremento di know-how tra gli Attori e gli stakeholder, orientando le energie prodotte verso gli Esiti.
Per questo normalmente viene svolta da due organismi differenti che dialogano tra loro:
tavolo politico: costituito dai Sindaci dell’Ambito, avvia la procedura di adozione, invita i soggetti a partecipare alla progettazione, convoca i tavoli tematici e indica la direzione;
tavolo tecnico: operatori del sociale, esperti, testimoni privilegiati, che si riuniscono per effettuare un’analisi dei bisogni della popolazione, raccogliere informazioni sulle specificità della popolazione residente e sui servizi già presenti sul territorio. I tecnici normalmente si riuniscono in tavoli tematici suddivisi per aree (es. minori, anziani, adulti, disabilità);
a cui si affianca un Ufficio di piano: organismo tecnico-gestionale che opera in forte connessione sia con gli organi politici che con i tavoli tecnici per garantire il buon andamento del processo di elaborazione.
Al termine del processo il PdZ viene adottato attraverso uno specifico strumento giuridico: l’Accordo di programma, con il quale i soggetti coinvolti si assumono la responsabilità di realizzare quanto è stato concordato.
Approfondimenti:
Arcari B., 28 elementi da osservare per valutare la qualità della rete nel Piano di Zona, Blog 2013
http://www.valut-azione.net/blog/tag/piano-di-zona/De Ambrogio, Piani di zona tra innovazione e fragilità, Quid Prospettive sociali e sanitarie 2014
http://issuu.com/prospettivesocialiesanitarie/docs/quidD’Emilione M., Giuliano G., Ranieri C., La programmazione sociale di zona a vent’anni dalla 328, Welforum 2021
https://welforum.it/la-programmazione-sociale-di-zona-a-ventanni-dalla-328/Falco A., L’informatizzazione dei Piani di Zona della Provincia di Torino, Tesi di Laurea Magistrale Un. Torino 2012 (allegato)
ISFOL, “Monitoraggio dei Piani sociali di Zona” 2013
https://oa.inapp.gov.it/items/2999c95c-01ae-406c-9dfd-52c1c8bb3b74Leone L., La valutazione dei Piani sociali di Zona, Cevas 2011
http://www.cevas.it/wordpress/wp-content/uploads/2010/10/DISPENSE_LEONE_PdZ-Valutazione_2011.pdfMotta M., Serve fare i piani di zona dei servizi sociali? Welforum 15 sett 2022
Pesaresi F., Il sistema di governo dei piani sociali di zona, In Appunti sulle politiche sociali, n. 2/2003
Ranieri C., Giuliano G., D'Emilione M., La programmazione sociale di zona a vent’anni dalla 328, Welforum 15 ge 2021
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