Merlo G., Bordone G., “Guida alla programmazione sociale. Teorie, pratiche, contesti”, Carocci faber 2025
BOX n. 22
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Sul tema si veda in AREE TEMATICHE: la voce DISEGUAGLIANZE
Differenze territoriali nella scuola
Differenze territoriali in sanità
Differenze territoriali nei servizi sociali
Dal punto di vista della programmazione pubblica, una volta definito che cosa rientra nel bene comune e per quale territorio, nonché chi abbia il diritto a goderne e con quali regole, il fine ultimo sarà quello di mettere in campo azioni per ridurre le eventuali differenze presenti e osservate (divari) nella distribuzione territoriale, nella distribuzione tra i singoli cittadini e/o loro gruppi, rispetto agli obiettivi che ci si pone relativamente a risultati auspicati e/o a punti di riferimento (benchmarks). (Programmazione pubblica: i diritti e la riduzione delle differenze)
"Ovviamente un programma può contemperare ambedue gli obiettivi e, ad esempio, porsi un determinato obiettivo nel tempo (strategia diacronica), ma ponendo già da subito maggiore attenzione laddove la situazione sia più arretrata (strategia sincronica)." (ivi, p. 55)
Il tema delle differenze è derivato dalla definizione delle Partizioni amministrative e conseguenti diritti e servizi. Infatti, considerando che seppur “In molti ambiti di intervento pubblico può sorgere l’esigenza di suddividere e delimitare il territorio, sono ben note le prese di posizione di geografi come Sestini (1949), Muscarà (1968) e Gambi (1964, 1977 e 1995) in merito all’artificiosità delle delimitazioni di enti politici generali quali i Comuni, le Province, le Regioni”1, appaiono sicuramente paradossali le situazioni in cui sono i confini delle partizioni amministrative (anche fino al livello di Circoscrizione di grandi città, e, quindi, da una via ad un’altra) a determinare la tipologia e la qualità dei servizi offerte ai cittadini. (scheda Partizioni amministrative, servizi e diritti)
Celata F., L’individuazione di partizioni del territorio nelle politiche di sviluppo locale in Italia: ipotesi interpretative, Rivista geografica italiana, 115-1, 2008Questi temi possono essere studiati da due punti di vista differenti e concorrenti: l’analisi dei servizi offerti nei differenti territori e le strategie di mobilità adottate dai cittadini per poter usufruire delle migliori opportunità. Cambiando totalmente prospettiva possono, al contrario, concorrere alla definizione dei bacini di utenza: vedi le schede: BACINI DI UTENZA, IDENTIFICAZIONE, BACINI "NATURALI" PER LE POLITICHE GIOVANILI
Qualche esempio relativo ai servizi offerti.
Al 1° gennaio 2022, i presidi residenziali attivi nel nostro Paese sono 12.576. L’offerta è di circa 414mila posti letto, sette ogni 1.000 persone residenti.
A livello territoriale, l’offerta è maggiore nel Nord-est con 10 posti letto ogni 1.000 residenti, nel Sud del Paese è invece poco al di sopra di tre posti letto ogni 1.000 residenti e copre solo l’11% dei posti letto complessivi.
Gli ospiti ammontano a 356.556, dei quali oltre tre su quattro sono anziani.
Nelle attività svolte in queste strutture i lavoratori impiegati sono più di 341mila, ai quali va sommata una componente di oltre 31.500 volontari e poco più di 4mila operatori del servizio civile.
ISTAT nov 2023https://www.istat.it/comunicato-stampa/le-strutture-residenziali-socio-assistenziali-e-socio-sanitarie-anno-2021/Al di là dell’analisi a livello macro (Regioni, zone dell’Italia) che presenta, come abbiamo visto, notevoli differenze nella disponibilità dei servizi, il problema si presenta anche a livello locale nella effettiva collocazione territoriale delle strutture.
A semplice titolo di esempio nel 2009 nella USSL 17 della Regione Veneto su 46 Comuni solo 9 erano sede di qualche presidio.
La disponibilità di servizi educativi per la prima infanzia è molto variabile sul territorio: al Sud e nelle Isole, anche comprendendo il settore privato, la media dei posti per 100 bambini residenti è di 17,3 e 17,8 rispettivamente, meno della metà rispetto al Centro (38,8) e al Nord-est (37,5) e circa la metà del Nord-ovest (35).
Istat, I servizi educativi per l’infanzia in Italia 2022/23Anche in questo caso l’analisi a livello micro (almeno a livello comunale, se non sub comunale) individua ulteriori differenze, aggravate dal fatto che per questa tipologia di servizi il fattore vicinanza appare cruciale.
A titolo di puro esempio si riporta l’esito di uno studio realizzato dalla Regione Campania sulla distribuzione territoriale in cui si rileva come “osservando la cartografia, sotto riportata, si notano alcune aree totalmente sprovviste di servizi per l’infanzia come la provincia di Caserta, alcune zone interne della provincia di Benevento nonché le aree del Cilento e le zone interne della provincia di Salerno, al confine con la Basilicata.” In particolare in una Regione di 551 comuni risultano presenti 121 strutture.
Approfondimenti:
Ylenia Brilli, Nevena Kulic, Moris Triventi, Asili nido e diseguaglianze sociali in Italia
http://www.ingenere.it/articoli/asili-nido-e-diseguaglianze-sociali-italiaFantozzi R., Il caro asilo nido, EticaEconomia, 2016
http://www.eticaeconomia.it/il-caro-asilo-nido/Asili nido, quanto spendono i Comuni italiani, Open bilanci, 2016
http://blog.openpolis.it/2016/02/10/asili-nido-quanto-spendono-i-comuni-italiani/5775Indagine di Cittadinanzattiva sugli asili nido comunali, 2015
http://www.grusol.it/informazioni/10-09-15_1.PDFIndagine di Cittadinanzattiva sugli asili nido comunali, 6-2014
http://www.cittadinanzattiva.it/comunicati/consumatori/6336-indagine-di-cittadinanzattiva-sugli-asili-nido-comunali.htmlMolti sono i campi in cui l’autonomia dei Comuni nell’erogazione dei servizi sociali ai cittadini determina una diversa esigibilità dei diritti. Di seguito due cartografie relative alla provincia di Torino su alcuni temi, relative all’anno 2009.
Approfondimenti:
ISTAT, Gli interventi e i servizi sociali dei comuni singoli e associati, 2010
http://www.istat.it/it/archivio/91610ISTAT, Spesa per interventi e servizi sociali, 2011
http://dati.istat.it/Index.aspx?DataSetCode=DCIS_SPESESERSOCMilan G., Nidi e servizi integrativi in Italia: l’indagine sulla spesa sociale dei Comuni, 2013
http://www.politichefamiglia.it/media/86179/milan%20istat.pdfISTAT, I presidi residenziali socio-assistenziali e socio-sanitari , 2014
http://www.istat.it/it/archivio/141572I servizi residenziali in Lombardia: tra dotazione ed equità territoriale
http://www.lombardiasociale.it/2015/05/08/i-servizi-residenziali-in-lombardia-tra-dotazione-ed-equita-territoriale/?c=dati-e-ricercheTutti gli aggiornamenti del sito sulla
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