Un'esperienza di trekking urbano

                                                                                (A CURA DI F. CODEBO')

Durante la preparazione di questo numero, ho scoperto che quando si esce da scuola per andare a scoprire e vedere punti importanti del territorio, ora si dice che si fa "trekking urbano"...tale attività  viene fatta da tanti anni nella scuola, una volta senza tanta enfasi si chiamavano "uscite didattiche a piedi".
In effetti le cose da vedere nel vicino sono tante: monumenti, lapidi, chiese, aspetti architettonici, punti di interesse ambientale e scientifico, luoghi di lavoro, piazze, vie principali...    

Recentemente ho accompagnato un gruppo di alunni della scuola secondaria di I° grado in un'attività finalizzata alla conoscenza dei luoghi significativi della Resistenza nel territorio locale. Molto spesso, anche a noi grandi, succede di passare tutti i giorni davanti a punti importanti e simbolici senza fermarci un momento a guardare e a pensare. Devo dire che è stata un'esperienza piacevole e molto intensa anche sul piano emotivo.

Un'attività del genere, didatticamente può riguardare molti aspetti di una normale programmazione:
- L'ORIENTAMENTO con o senza l'uso di strumenti specifici;
- L'OSSERVAZIONE;
- L'ASCOLTO;
- LA LETTURA INTERPRETATIVA DI  SEGNI, SIMBOLI E FRASI;
- LA CONDIVISIONE NEL GRUPPO;
-  L'EDUCAZIONE STRADALE.
- L'EDUCAZIONE ALLA CITTADINANZA.
- ECC...
Tra tutte le attività  citate, una delle più importanti è sicuramente l'OSSERVAZIONE:  in tempi non recenti  i lavori per attivare e sviluppare i 5 sensi erano molto presenti  nel lavoro quotidiano; ora non più  ma che idea  di sè e del "mondo" si può fare un ragazzo se non è abituato a osservare qualsiasi tipo di fenomeno? Che maturazione culturale può avere?  
Tali momenti si prestano poi ad approfondimenti di tipo grafico-pittorico, musicale, letterario, multimediale. Possono aver origine anche momenti di ricerca ampiamente motivata dalle attività già svolte.
In una buona situazione sarebbe bello, quindi, uscire almeno una volta al mese: si rompe la routine, si colgono altri significati del tempo che scorre, anche gli adulti di riferimento e i compagni vengono visti sotto un'altra luce...
Le fasi finali  di tutto il procedimento  potrebbero essere due, molto diverse tra loro e compatibili:
- la costruzione di una cartina (o mappa)  dei luoghi più significativi del territorio in cui i ragazzi  abitano e vivono;
- l'adozione di un monumento, di un punto di interesse locale, di qualcosa di significativo per imparare a custodirlo a vantaggio di tutta la comunità... 

Concludendo devo dire che l'esperienza è stata positiva: i ragazzi hanno bisogno di non sentirsi "stranieri in patria", devono sentirsi cittadini custodi della storia e della realtà ambientale locale.
Dove hanno spesso più difficoltà è forse nell'attività più facile: l'osservazione, momento strategico e iniziale per far crescere persone che ragionino con la propria testa!
E poi c'è un vantaggio: queste attività sono molto meno costose e stancanti dei viaggi d'istruzione. Anche sul piano del pericolo non c'è paragone.