I ragazzi ebrei di Villa Emma a Nonantola

a cura di: O. Piccinini e K. Voigt
Editore: Nuovagrafica

La vicenda riguarda il soggiorno a Nonantola di 73 ragazzi ebrei, profughi dalla Germania, dall' Austria e dalla Jugoslavia che dal luglio 1942 vengono ospitati prima a Villa Emma, poi nel seminario del paese e presso famiglie nonantolane.
Il soggiorno dura circa un anno al termine del quale i ragazzi riescono a raggiungere la Svizzera.
Alla fine della guerra l'oblio affievolisce la vicenda di Villa Emma; troppi e troppo cruenti sono stati tanti episodi, tutto sommato il silenzio è una coltre sotto la quale si cerca di nascondere tragedie così spaventose.

Da questo momento diventa un'usanza che i profughi ritornino tutti insieme in un giorno concordato a Nonantola ogni anno ospiti delle famiglie che a rischio delle loro stesse vite li hanno ospitati e nascosti alla follia nazista.
Una vicenda tragica, molto profonda, capace di esaltare la solidarietà di un paese intero che senza enfasi si è prestato.
I ragazzi poterono fare ritorno a casa; solo uno, Salomon Papo, si "consuma" nel sanatorio di Pavullo ( MO) per una grave forma di tubercolosi.


Di lui rimane un'affettuosissima ultima lettera rivolta a coloro che si sono presi cura di lui e ai compagni dai quali è stato costretto a separarsi; il suo italiano è incerto e il suo ringraziamento è intenso e commovente.
La sua vita già segnata dalla malattia ebbe fine nel campo di Auschwitz dove non sopravvisse alla deportazione.