Rassegna stampa

DIMINUISCE LA SPESA PER LA SCUOLA...

Ecco la notizia riportata da tanti giornali riguardo alla percentuale di spesa per l'istruzione prevista nel DEF...

Secondo quanto si legge nel documento, diminuisce la spesa per la scuola. Nel 2020 la spesa pubblica è stata pari al 4% del totale, ma scenderà al 3,5% nel 2025 per mantenersi intorno a quella cifra negli anni successivi.

Partendo da un livello pari al 3,4 per cento del PIL nel 2026, l’indice di spesa presenta un andamento stabile nei primi anni e lievemente decrescente fra il 2030 e il 2040. Tale riduzione è dovuta al calo degli studenti indotto dalle dinamiche demografiche previste. Tuttavia, tra il 2040 e il 2055, la dinamica di spesa evidenzia un leggero aumento di circa 0,2 punti percentuali di PIL, che si riassorbe successivamente. Al 2070 la spesa in rapporto al PIL converge verso un valore pari al 3,4 per cento.

AUMENTA L'ABBANDONO SCOLASTICO...

Dall'inserto "Specchio" dell'8 maggio 2022 (testo liberamente riassunto) :
In Europa l'abbandono scolastico è misurato sulla quota di 18-24enni che è fuori dal sistema d'istruzione. L'Italia ha una delle quote più alte di abbandoni dell'UE: nel 2020 era stimata al 13,1 % pari a 543 mila ragazzi, la media europea è al 9,9 %.
Tra i maschi siamo al 15,6 %, tra le femmine al 10,4 %; 11 % al Nord, 16,3 nel Mezzogiorno.
I fattori che spiegano l'abbandono scolastico sono: la situazione socio-economica dei ragazzi, il background formativo della famiglia, i fattori di attrazione del mercato del lavoro, i programmi educativi offerti, le caratteristiche degli studenti.

LA POVERTA' EDUCATIVA E CULTURALE AUMENTA...

Secondo i dati Istat riportati dal rapporto Impossibile, nei minori della fascia d'età 6 - 17 anni, il 48,1 % non ha mai letto un libro non scolastico.

NON SI TROVANO I MEDIATORI LINGUISTICI

PER I BAMBINI UCRAINI PRESENTI NELLE SCUOLE

Sono 17.657 gli studenti ucraini nelle nostre scuole ad oggi. Per loro si è attivata una straordinaria macchina della solidarietà: ogni preside, ogni maestro o professore ha fatto tutto il possibile per accogliere nel migliore dei modi i bambini fuggiti dalle bombe. Anche il ministero dell’Istruzione si è dato subito da fare mettendo a disposizione 1 milione di euro per il sostegno di questi ragazzi. Due gli interventi messi in campo: lo psicologo e i mediatori linguistici. Ma proprio su questi punti non sono mancate le difficoltà. I mediatori linguistici che parlano la lingua dei bambini non si trovano. Non è facile avere nelle comunità delle figure professionali che sappiano l’idioma usato in Ucraina.

La soluzione è arrivata dai dirigenti scolastici: c’è chi ha coinvolto le badanti ucraine già presenti nei paesi e chi ha chiesto alle mamme arrivate con i bambini (che magari conoscono un po’ l’italiano) di restare in classe per dare una mano alle maestre. Altro tema quello dello psicologo. A sollevarlo è il dirigente dell’istituto di Lozzo Atestino: “Se i bambini non parlano italiano, lo psicologo come fa a dialogare con loro? Non si è pensato che un sostegno di questo tipo passa attraverso la conoscenza dell’alunno, la narrazione delle sue emozioni. A questo punto servirebbe un mediatore per lo psicologo”.

ARRIVANO GLI INSEGNANTI DI EDUCAZIONE FISICA ALLA PRIMARIA...

Arriva l’insegnante di educazione motoria in quarta e quinta elementare. Si tratta di una delle novità previste dalla Manovra 2022, come ha reso noto il ministro dell’Economia, Daniele Franco, nella conferenza stampa successiva alla riunione del Consiglio dei ministri che ha dato il via libera alla legge di bilancio.

NUOVI PERCORSI DI FORMAZIONE DEI DOCENTI

Si definiscono le modalità di formazione iniziale, abilitazione e accesso all’insegnamento nella scuola secondaria.

Sono previsti: un percorso universitario abilitante di formazione iniziale (corrispondente ad almeno 60 crediti formativi), con prova finale. Un concorso pubblico nazionale con cadenza annuale – Un periodo di prova in servizio di un anno con valutazione conclusiva.
Il percorso di formazione abilitante si potrà svolgere dopo la laurea oppure durante il percorso formativo in aggiunta ai crediti necessari per il conseguimento del proprio titolo. È previsto un periodo di tirocinio nelle scuole. Nella prova finale è compresa una lezione simulata, per testare, oltre alla conoscenza dei contenuti disciplinari, la capacità di insegnamento. L’abilitazione consentirà l’accesso ai concorsi, che avranno cadenza annuale per la copertura delle cattedre vacanti e per velocizzare l’immissione in ruolo di chi vuole insegnare. I vincitori del concorso saranno assunti con un periodo di prova di un anno, che si concluderà con una valutazione tesa ad accertare anche le competenze didattiche acquisite dal docente. In caso di esito positivo, ci sarà l’immissione in ruolo.
Durante la fase transitoria, coloro che non hanno già un percorso di tre anni di docenza alle spalle ma vogliono insegnare potranno conseguire i primi 30 crediti universitari, compreso il periodo di tirocinio, per accedere al concorso. I vincitori completeranno successivamente gli altri 30 crediti e faranno la prova di abilitazione per poter passare di ruolo.

LA FORMAZIONE CONTINUA

La formazione in servizio dei docenti diventa continua e strutturata in modo da favorire l’innovazione dei modelli didattici, anche alla luce dell’esperienza maturata durante l’emergenza sanitaria e in linea con gli obiettivi di sviluppo di una didattica innovativa previsti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
La formazione sulle competenze digitali e sull’uso critico e responsabile degli strumenti digitali sarà parte della formazione già obbligatoria per tutti e si svolgerà nell’ambito dell’orario lavorativo.
Viene poi introdotto un sistema di aggiornamento e formazione con una pianificazione su base triennale che consentirà agli insegnanti di acquisire conoscenze e competenze per progettare la didattica con strumenti e metodi innovativi. Questa formazione sarà svolta in orario diverso da quello di lavoro e potrà essere retribuita dalle scuole se comporterà un ampliamento dell’offerta formativa. I percorsi svolti saranno anche valutati con la possibilità di accedere, in caso di esito positivo, a un incentivo salariale.
I percorsi di formazione continua saranno definiti dalla Scuola di alta formazione che viene istituita con la riforma e si occuperà non solo di adottare specifiche linee di indirizzo in materia, ma anche di accreditare e verificare le strutture che dovranno erogare i corsi, per garantirne la massima qualità. La Scuola, che fa parte delle riforme del Pnrr, si occuperà anche dei percorsi di formazione di dirigenti e personale Ausiliario, Tecnico e Amministrativo.

MALEDUCATI E CONTENTI...

di Massimo Gramellini - 07 aprile 2022 - da Il Corriere della Sera

Si può condannare una maestra a quasi due mesi di reclusione per avere sgridato dei bambini di quinta elementare che, dopo avere imbrattato le pareti dei bagni con le loro feci, avevano ignorato i rimbrotti della bidella con sovrano menefreghismo?
Non riesco più nemmeno ad avercela coi genitori che hanno sporto denuncia.
Ormai tutto quello che si poteva dire sul rimbambimento narcisistico della categoria è stato detto: basta che un figlio racconti di essere stato vittima di un sopruso perché certi padri e certe madri prendano per buona la sua versione e si scaglino contro l’educatore esterno che ha cercato di supplire alle loro carenze. Come se la condanna dell’insegnante servisse ad assolverli.
Sospendo il commento sul tribunale di Parma, anche se i polpastrelli mi prudono sulla tastiera (persino il PM aveva chiesto il proscioglimento). Me la prendo invece con il ministero dell’Istruzione che non ha sentito il dovere di contro-denunciare quei genitori per «culpa in educando».
Ammettiamo pure che, nella sua ramanzina, la maestra abbia usato toni troppo vivaci. Resta l’atteggiamento dei piccoli vandali. E queste sono cose che non si improvvisano. Richiedono un lungo allenamento casalingo e sparring-partner adulti che addestrino a coniugare vittimismo e strafottenza. Dopo una decisione come questa, quale insegnante oserà ancora alzare la voce davanti alle malefatte dei suoi allievi? Trangugerà il rimprovero per quieto vivere e si andrà avanti così, maleducati e contenti.

IN QUATTRO GIORNI DA STUDENTE UNIVERSITARIO A DOCENTE

In quattro giorni da studente universitario a docente di matematica in un liceo scientifico. È quello che succede a Maglie, nel Salento, al liceo “Leonardo da Vinci” dove, a causa della carenza cronica nel reperire insegnanti di matematica, è stato assunto un neo laureato. Tra Andrea Alessandrelli, 23 anni, e i suoi studenti di quinto anno ci sono solo cinque anni di differenza e una cattedra. Ha discusso la sua tesi di laurea il 26 aprile, è stato proclamato dottore in Fisica teorica e astrofica all’Università del Salento e ieri è stato assunto, in sostituzione di una docente in aspettativa, per insegnare matematica in due prime e in una quinta liceo. E ha tenuto la sua prima lezione in jeans e sneakers.