I lettori ci scrivono...

QUELLE PAROLE DEL PRESIDENTE...

Molti lettori ci scrivono a seguito dell'invio dei "Lanci"...pubblichiamo, questa volta, le riflessioni di una lettrice a seguito delle significative parole del Presidente Mattarella in occasione dell'avvio dell'anno scolastico.

Carissima redazione,
leggo con vivo interesse i vostri suggerimenti...questo in particolar modo.
Le parole del nostro Presidente sono di buon senso e di visione ad ampio respiro. Vi chiedo: ma oggi la scuola ha la volontà di includere? Non generalizzo, molti i docenti che si spendono, ma molti altri preferiscono lo status quo...vivono il diverso dallo standard (da chiedersi quale sia) come un problema, lo straniero un ostacolo.
Una corsa alla conta dei vari "casi" per scaricare eventuali nuovi ingressi...certo le fatiche sono tante, i riconoscimenti pari allo zero siderale, il portafoglio piange.
Ma come detto e riportato nell'articolo, la scuola ha il compito di forgiare gli uomini del domani che, senza retorica, sarà multiculturale. Per troppo tempo il nostro lavoro è stato derubricato e defraudato da tagli ingiustificati, tutto perché dai politici la scuola è voce di "spesa" non di investimento. Si è concesso ai genitori di entrare nel nostro ambito, di essere loro servitori perché lo Stato non ha saputo tutelarci; noi docenti abbiamo preferito diventare amici con il genitore, piuttosto che figura di riferimento per la crescita del figlio e supporto alla famiglia, senza però dimenticare i ruoli.  



Tanti pedagogisti scrivono articoli sprezzanti e folcloristici sulle nuove generazioni genitoriali!
Disarmante l'incapacità  ad assolvere alle minime richieste fatte,  vittime delle varie dinamiche che creano loro stessi, si fatica a comprendere chi sia l'adulto.
L'Ente Scuola: ci siamo trasformati in aziende, si parla solo di numeri, registri elettronici, commissioni, fare "fatturato".  Interessante lettura, ma quanti avranno  ascoltato e compreso queste parole, chi ha ancora l'ideale del Presidente?
Alle ultime maturità i maturandi  non sapevano rispondere alle più banali richieste, del tipo "chi fosse Mattarella": molti non hanno saputo rispondere... questa è la triste storia della nostra Scuola, dove ogni giorno vado con desiderio e piacere e lotto con volenterose colleghe per dare opportunità ai nostri ragazzi, ma l'angoscia si addormenta con me ogni sera. 

Scritta di getto, non curando molto l'italiano.


RISPOSTA DALLA REDAZIONE:
Cara lettrice,
la tua analisi piuttosto cruda e spietata è pienamente condivisibile.
Le parole più pregnanti sono le ultime: "l'angoscia si addormenta con me ogni sera"...
In effetti la scuola, come tu dici, è stata in gran parte abbandonata e negli ultimi anni, a seguito anche del tempo del  Covid, i mutamenti sono stati troppo rapidi, incomprensibili e irreversibili.
Il Ministero dell'Istruzione  non è mai stato affidato ad un "maestro"!
Inoltre un susseguirsi di riforme che non hanno mai messo a fuoco i veri problemi sul tappeto (e tra questi sicuramente la mancata o difficile inclusione)  e che hanno peggiorato il quadro.
Purtroppo poi, rispetto a molti anni fa, è venuto a mancare, spesso, il "movimento dal basso" dei docenti: negli anni '70 e seguenti, gli insegnanti sia da singoli che in gruppo, rivendicavano il loro ruolo, facevano proposte e sperimentavano, non si facevano mettere i piedi in testa da nessuno.  Gli organi collegiali funzionavano per davvero ed erano consessi democratici.
Nella mia vita ho sempre creduto nei processi spontanei che nascono dal singolo o dai piccoli gruppi: tutte le volte che non ho dato forza al mio cammino, sono stato respinto inesorabilmente...
Confido quindi che arrivi presto una nuova stagione dove, come dici tu, chi vuol lottare riesca a farlo per dare opportunità ai nostri ragazzi nell'ottica di applicare per davvero il dettato costituzionale.
Anche la tua descrizione del rapporto scuola - famiglia è molto veritiero e mette in luce la troppa fragilità di tanti docenti; quando facevo il dirigente dicevo ai miei cari maestri: "non date del "tu" alle mamme (i padri sembravano non esistere...), non diffondete il vostro numero di cellulare! In verità pochi mi ascoltavano...
Buon lavoro cara lettrice e forza! 
Una nuova primavera, fortemente "pedagogica", prima o poi dovrà arrivare! Speriamo presto!