Pillole di didattica e di pedagogia

NOVEMBRE 2019 LA PEDAGOGIA DELLA LUMACA

è possibile assumere la pedagogia in pillole ? Certamente sì, meglio che niente ! Ecco allora la prima pillola riguardante un atteggiamento in controtendenza nella scuola attuale : parliamo della pedagogia della lumaca (altrimenti nominata “slow school” ) . La variabile temporale in una buona didattica è decisiva e va pensata da subito e sempre . Ridare quindi valore al fattore tempo di chi apprende è un passo necessario per valorizzare le varie esperienze che si possono fare a scuola.

Fautore di questa impostazione è il compianto G. Zavalloni che pubblicò lo splendido testo “la pedagogia della lumaca” ; si trova anche su vari siti il suo “manifesto della lentezza” . Per l’autore riappropriarsi del tempo a scuola vuol dire anche portare i ragazzi a “saper perdere tempo” in modo intelligente…

DICEMBRE 2019

LA VALIGIA...

questa volta non parliamo di una vera teoria ma di una suggestione pedagogica in voga tanti anni fa, soprattutto sul versante continuità tra la scuola dell’infanzia e la scuola primaria ; mi ha sempre affascinato ma non sono mai riuscito a sperimentarla….. parlo della “valigia” ….. nelle riviste didattiche dell’epoca venivano riportate esperienze in cui i bambini , prima di passare nel segmento scolastico superiore preparavano una vera valigia dove mettevano le cose per loro più importanti…..nella nuova scuola , nei primi giorni di attività, tutte le valigie venivano aperte per dare modo agli alunni di “fare memoria” dell’esperienza precedente e di condividerla con i nuovi compagni ed educatori .

La ”valigia” non è un modo concreto per valorizzare tutto il lavoro fatto e per dare un significato concreto al termine “continuità” , una delle parole più abusate e male interpretate in tante scuole?

GENNAIO 2020

LA CONVERSAZIONE

Necessaria prima una doverosa precisazione, visto che mi fanno spesso questa domanda : “ma queste pedagogie / tecniche hanno ancora senso e si possono ancora attuare nella scuola del 2020, ipertecnologica, ma non solo ? Certo che si’ ! Sono procedure , metodi e idee che si riferiscono a competenze di base che avranno sempre una loro dignità e importanza in ogni ambito sociale. Non possono essere sostituite totalmente da alcuna novità tecnologica.

In questo numero, ispirandoci a M. Lodi, parliamo della CONVERSAZIONE ; dice il “MAESTRO” (dal libro “la scuola di M. Lodi” ed. Casa delle Arti e del Gioco 2016) : “è una tecnica fondamentale , difficile da imparare ma necessaria per comprendere gli altri, capire i problemi in profondità, progettare insieme” ….”non è facile stare all’argomento, ascoltare sino alla fine chi parla, ricordare o annotare i punti essenziali del discorso altrui, attendere per intervenire, portare avanti il discorso collettivo…. CONVERSANDO VIENE ALLA LUCE UNA MINIERA INESAURIBILE DI FATTI E SITUAZIONI EMOZIONALI….

E ora qualche dettaglio tecnico/consiglio :

ETA’ CONSIGLIATA : tutte, …le migliori conversazioni si vedono alla scuola dell’infanzia….

QUANTITA’ : almeno una volta alla settimana….

DURATA : non più di un’ora…..

SPAZIO : non in classe! Ci vuole uno spazio libero !

SISTEMAZIONE DEGLI ALUNNI : in cerchio, tutti si devono vedere !

SISTEMAZIONE DEL “MAESTRO” : anche lui nel cerchio !

ATTIVITA’ INIZIALI : stabilire le regole , motivare gli alunni , creare la giusta concentrazione…..

RUOLI DA INDIVIDUARE : un ragazzo presidente dell’assemblea, un segretario che annota i nomi di coloro che vogliono intervenire, uno o più che prendono appunti. I prescelti possono essere individuati dal gruppo, su base volontaria e in modo democratico…

SCELTA DEGLI ARGOMENTI : meglio se vengono proposti dagli alunni

COMPITI DEL MAESTRO : stare più zitto possibile, saper aspettare che gli alunni riflettano con calma, richiamare il rispetto delle regole stabilite, aiutare a rendere più chiari i discorsi poco comprensibili, rilanciare il discorso se la conversazione si incaglia….

SE C’E’ CONTEMPORANEITA’ : consigliabile che l’aggiunto osservi e annoti tutto quello che succede (partendo dal modo in cui si sono seduti gli alunni nel cerchio….)I due docenti durante l’attività possono anche scambiarsi i ruoli….

ATTIVITA’ FINALI : fare una sintesi scritta da diffondere poi usando anche le tecnologie alle famiglie, in esterno…. Riprendere gli spunti emersi in altre attività più specifiche e disciplinari…

DISCIPLINE/AREE DI RIFERIMENTO : tutte!

FEBBRAIO 2020

IL LAVORO DI GRUPPO

Nel numero scorso abbiamo parlato dell’importanza della conversazione ; oggi parliamo del lavoro di gruppo, tecnica didattica e comunicativa che, se ben impostata, si collega facilmente alla problematica precedente . Ancora una volta introduciamo l’argomento riportando quanto scritto nel testo ” la scuola di Mario Lodi” : “le attività dei gruppi prendono l’avvio dagli spunti che emergono durante le conversazioni…ogni fatto raccontato è un varco nella cortina che ci separa dagli altri e ci nasconde..... I fatti possono essere comunicati e approfonditi in gruppo con il disegno, con il testo orale o scritto o con altro mezzo…. A poco a poco, dai primi momenti di confusione , siamo passati al lavoro autonomo dei gruppi fissi fatto a turno (come la stampa) e al lavoro di gruppo di studio che durava fino alla conclusione dell’impegno….”

E ora facciamoci qualche domanda al riguardo :

>> Quali sono le valenze pedagogico-didattiche del lavoro di gruppo ?

Si trovano in questi settori : sviluppo competenze comunicative, riduzione delle barriere disciplinari, incremento delle abilità sociali, superamento di una didattica trasmissiva, aumento della flessibilità; non dimentichiamo che lo sviluppo delle competenze sociali e civiche è indicato dall’UE come una competenza chiave di cui si parla in maniera diffusa nelle Indicazioni Nazionali per il curricolo…

>> Come mai è così poco praticato ?

Perché è giudicata un’attività dispersiva e molto faticosa per il docente e piuttosto caotica, se non ben organizzata….

>> Come fare a ridurre queste giuste preoccupazioni ?

Intanto bisogna che i docenti in team mettano a fuoco questi aspetti :

- Tema del lavoro e obiettivi specifici;

- Attività in contemporaneità di docenti o no ;

- Spazi dell’agire ;

- Tempi;

- Composizione dei gruppi;

- Restituzione alla classe o alla comunità dei lavori svolti;

- Verifica e valutazione dell’attività svolta

E’ evidente poi che è meglio essere in contemporaneità ; in questo caso è saggio utilizzare due spazi , per ridurre il giusto rumore di fondo….. è chiaro che si prestano al lavoro spazi con tavoloni, ecc e possibilmente con dotazioni PC e collegamento Internet.

>> Quanti componenti in ogni gruppo ?

Direi da 3 a 5 membri.......attività propedeutica, per vedere se ci sono le condizioni ottimali per procedere, può essere il ” lavoro di coppia...

>> E riguardo agli alunni, come comportarsi ?

Intanto, come in tutte le attività, vanno motivati e responsabilizzati a dovere; è importante poi la formazione dei gruppi…..Può essere sia diretta dal docente che , in una seconda fase, diretta dai ragazzi stessi, dando un ruolo attivo possibilmente ai più fragili…..

Il docente quindi deve dare , prima di iniziare, semplici regole :

- “ragazzi, distribuitevi in breve tempo, questi incarichi (che possono anche “girare durante il lavoro..)” : il coordinatore, l’incaricato dei contatti con il maestro ( chiede aiuto alzando la mano..) , lo scrivano, il/i ricercatore/i di notizie…….

- Quello che producete è di tutti, non solo di chi l’ha proposto……

- Se discutete, valutate le idee e le proposte, non le persone ! Se non siete tutti d’accordo, scegliete la soluzione democraticamente, magari facendo ricorso al voto…

- Ecc.

>> Cosa devono fare i docenti durante il lavoro?

Non devono prevaricare, devono stare a disposizione per chiarimenti, risoluzione conflitti…… è evidente che ci può essere scambio di ruoli tra il docente di classe e di sostegno…..spesso, comunque, durante questo tipo di lavoro il sostegno agli alunni più fragili lo possono fare i compagni…

>> C’è un’età “ideale” per iniziare tale attività?

Diciamo che più presto si comincia meglio è……inoltre questa è un’attività da continuità verticale ; quella in orizzontale la fanno già i ragazzi, visto che molte delle loro attività extrascolastiche sono fatte in gruppo…

>> Questa strategia “ anni ‘50”, come può essere modernizzata ? Tutte le tecnologie offrono spunti per renderla più attuale e accattivante……Le fasi principali della ricerca di informazioni, scrittura, trasmissione a distanza, restituzione di quanto fatto possono essere sviluppate in chiave tecnologica……se si facesse così aumenterebbero le competenze anche nell’area tecnologica e i tempi di lavoro potrebbero essere meno dilatati….

MARZO 2020 : LA METODOLOGIA DELLA RICERCA

Dopo aver parlato nei numeri precedenti dell'importanza della conversazione e del lavoro di gruppo, questa volta parliamo della "ricerca" ; tale proposta educativo-didattica è più complessa delle altre citate e può essere svolta solo se le attività precedenti sono state svolte con continuità e hanno dato buoni risultati.

Molto importante è l'inizio : deve esserci interesse e motivazione nel gruppo-classe; pertanto l'attività dovrebbe scaturire da un fatto raccontato dagli alunni o di cronaca; di lì deve emergere un problema che può essere generalizzato in modo da portare ad una ricerca sul campo ( come dice il Maestro M. Lodi ) .

E ora facciamoci qualche domanda al riguardo :

>> quali sono le valenze pedagogico-didattiche delle attività di ricerca ?

Si trovano in questi settori : sviluppo competenze comunicative, incremento delle abilità sociali, acquisizione di nuovi contenuti e metodi, ampliamento del linguaggio, soprattutto sui versanti "disciplinari", miglioramento della logica, consolidamento della memoria a breve e medio termine.

>> Quali sono le fasi da seguire nello svolgimento della ricerca ?

Gli esperti individuano chiaramente queste fasi da svolgere nella giusta successione : - individuazione del problema; - formulazione delle ipotesi ; - attività d'indagine sul campo e non ; - verifica delle ipotesi iniziali ; - sintesi finale del lavoro svolto.

>> Quale la fase più affascinante per il maestro e la classe ?

Sicuramente quella della formulazione delle ipotesi : se i ragazzi sono abituati ad esprimersi con una certa libertà e senza timori, escono idee molto puntuali, si supera il modello del pensiero " unico" e si vede quanto sarebbe diffuso il pensiero divergente....

>> Quanto può / deve durare una ricerca ?

Bisogna intanto dire che ci possono essere ricerche brevi ( su un argomento molto circoscritto) e ricerche più lunghe; la ricerca deve durare fino a quando il maestro capisce che nella classe c'è motivazione e tensione verso i nuovi apprendimenti.....

>> Si può "incagliare" una ricerca ?

E' difficile, i ragazzi hanno mille risorse.... se succede, questo avviene nelle prime fasi e allora il tutto può essere interrotto e registrato come tale. Gli alunni devono capire che nelle attività umane non tutte vanno a buon fine.....

>> Cosa devono fare i docenti durante il lavoro ?

Come nel lavoro di gruppo e nella conversazione, non devono prevaricare e anticipare le risposte, devono fare un po' come un buon direttore d'orchestra, dare il tempo, e fare in modo che siano usate più tecniche possibili e al momento giusto.

>> C'è un'età "ideale" per iniziare tale attività ?

Le attività, se rigorose, possono iniziare quando le abilità di lettura, comprensione e calcolo sono ben sviluppate ; c'è però un lavoro propedeutico, quello sulla stimolazione del ragionamento e della curiosità nei piccoli : questo può iniziare già dalla scuola dell'infanzia.

>> In base alla sua esperienza, ci sono settori in cui tali attività riescono meglio ?

Ai bambini e ragazzi piacciono molto i problemi di tipo scientifico e geografico; su quelli di altro tipo ci vuole più tempo per la comprensione dei problemi da analizzare.

>> C'è spazio per il lavoro di gruppo nella ricerca ?

Sicuramente, si devono alternare momenti collettivi a momenti di gruppo; soprattutto le attività di documentazione e sintesi si prestano molto alla divisione del lavoro. Se la situazione lo consente, possono anche essere fatte attività a coppie.

>> E le tecnologie ?

Per molti anni la ricerca è stata fatta con strumenti poveri e solo cartacei ; ora con l'avvento delle tecnologie e del web tutto può diventare più affascinante e ricco ; pensiamo all'uso che si può fare di un "motore di ricerca" o del PC nelle fasi di sintesi finale. Possono trovare spazio anche attività a distanza, come, per esempio, l'intervista di un esperto....

>> Ci può essere scuola senza attività di ricerca ?

No , la vita è una ricerca continua di soluzioni, quindi la scuola, deve essere una palestra per acquisire questa metodologia che i ragazzi useranno poi non solo in ambito lavorativo ma anche in vari momenti della vita quotidiana e familiare......

MARZO 2020 : LA DIDATTICA A DISTANZA : COSA FARE / COSA NON FARE....


Ci permettiamo di dare alcuni semplici suggerimenti, anche ovvi, per i docenti su alcuni elementi da considerare sotto il profilo pedagogico e didattico :

>> da evitare il “copia incolla” di una lezione tradizionale e frontale ; le situazioni sono troppo diverse;

>> studiare bene i tempi delle attività : le lezioni a distanza in genere durano di meno, stancano di più e l’attenzione sfugge più rapidamente;

>> ravvivare il linguaggio : evitare la monotonia, la ripetizione di intercalari, ecc .;

>> cercare un minimo di interattività, facendo, se possibile, attività in parte dialoganti;

>> non escludere l’operatività : far vedere procedure pratiche, chiedere di ripetere al momento operazioni di varia natura;

>> pensare sempre a qualcuno degli alunni quando si parla : se c’è un alunno a cui pensare per primo è quello più in difficoltà nella classe riguardo alla comprensione del linguaggio orale, dei concetti e delle varie consegne;

>> cercare di alternare attività su “contenuti” affascinanti e momenti di lavoro riguardante l’acquisizione di nuovi strumenti presentati in forma molto operativa;

>> non dare troppi compiti ; trovare un sistema che preveda la restituzione al docente del lavoro fatto dagli alunni.

NOTA CONCLUSIVA : è evidente che la didattica a distanza non si presta o si presta poco per i bambini in tenera età; per quelli che vivono una situazione di difficoltà di apprendimento o di handicap va pensata poi una didattica fortemente individualizzata e specifica. Lo stesso vale per gli alunni di nazionalità non italiana. Va anche detto che non tutte le discipline /materie si prestano in ugual misura per una didattica a distanza : pensiamo a quelle più ” pratiche”, alle educazioni (motoria, artistica,...) alla Religione Cattolica....


APRILE 2020

IL SISTEMA DEI LABORATORI

Dopo aver parlato della metodologia della ricerca, viene automatico parlare dei laboratori a scuola; il modo di procedere è simile, ci si basa sempre sulle osservazioni e sulle ipotesi fatte in classe. Questa metodologia era molto in voga negli anni 70 e 80 , soprattutto nel tempo pieno, poi, lentamente ha perso smalto e seguaci.

Le origini di questa ipotesi di lavoro si trovano in importanti esponenti della Scuola Attiva : Dewey e Freinet, in contesti differenti declinarono le prime proposte operative legate a questa suggestione didattica.

Vediamo ora di fissare alcuni punti principali :

COSA VUOL DIRE LABORATORIO : bisogna risalire alla corretta etimologia della parola che deriva da”laborare”, cioè lavorare ; significa quindi che in questo momento si deve operare lentamente con il cervello e possibilmente con le mani e utilizzando anche i sensi. Si intende che il procedimento e la scoperta deve essere fatta in primo luogo da chi apprende ; il docente è, in gran parte, un facilitatore dell’apprendimento. Azioni collegate a lavorare sono provare, ripetere, procedere, smontare, costruire, sperimentare....

PERCHE’ IL TERMINE ” SISTEMA” : perchè questa metodologia dovrebbe essere attuata, in una classe, in vari rami di attività : il laboratorio può essere linguistico-espressivo, matematico, scientifico, storico-geografico, tecnologico, teatrale, musicale, artistico ... Come non ricordare le idee e le intuizioni di Gianni Rodari che manipolava in un vero laboratorio le parole in modo creativo ma logico.

L’organizzazione dei laboratori in una classe andrebbe quindi discussa e approntata in sede di Consiglio di Classe , per fare in modo che gli alunni possano sperimentare la stessa metodologia in almeno due aree differenti.

Il termine ” sistema dei laboratori” fu coniato negli anni 70 da F. De Bartolomeis che ben rappresentò le istanze di cambiamento presenti nella società e nella scuola di quel tempo.

Attualmente il termine è molto inflazionato nel linguaggio tipico delle programmazioni didattiche, ma in realtà lo spazio dedicato a questo tipo di approccio sembra essere piuttosto scarso e poco sistematico.

LA DOTAZIONE MINIMA DI UN LABORATORIO : spesso si sente dire che i laboratori non si sono diffusi per la mancanza di dotazioni adeguate; non è del tutto vero. C’è stata tutta una linea pedagogica che ha puntato sui laboratori ”poveri” , allestiti con materiali e attrezzature improvvisate.

IL PROBLEMA DEGLI SPAZI MANCANTI : anche questo è in gran parte un falso problema; può bastare un angolo e poi lo spazio migliore per i laboratori è quello naturale all’aperto....

QUALI LE FASI CORRETTE DEL PROCEDIMENTO : si deve partire da un problema (meglio se scaturito dalla vita della classe ) ; si passa poi alla formulazione delle ipotesi e alla successiva fase di esperimenti, osservazioni e prove pratiche. Quando la procedura è stata ben compresa , si verificano le ipotesi e si fissano i concetti emersi.

Si redige infine la sintesi finale scritta utilizzando i linguaggi preferiti.

GLI ASPETTI PEDAGOGICI : questa metodologia non divide gli alunni, tutti possono essere protagonisti e dare il proprio contributo se una parte del lavoro è fatta in gruppo; sviluppare lo spirito di osservazione è fondamentale nei ragazzi per capire come funziona la realtà circostante. Può anche essere stimolata la creatività, spesso associata alle sole discipline artistiche. In realtà chi inventa e sperimenta in qualunque settore della conoscenza è un vero creativo.

LA DIDATTICA A DISTANZA : queste esperienze si prestano anche per attività a distanza ; in questo caso il docente , con video registrazione, potrebbe proporre un itinerario sperimentale svolto dagli alunni individualmente e concluso poi tutti insieme di nuovo in collegamento video.

ULTIME NOTE : non c’è un’età ottimale per iniziare a fare esperienze di laboratorio; anzi, chi prima comincia è sicuramente avvantaggiato in seguito nella formazione della sua persona. Interessanti anche gli aspetti legati alla verifica e valutazione di queste attività : questa metodologia si presta all’utilizzo di schede di osservazione delle varie situazioni predisposte e compilate dai docenti quando sono in contemporaneità nello spazio-laboratorio.

MAGGIO / GIUGNO 2020 : ANCORA IL SISTEMA DEI LABORIATORI

Abbiamo cercato nei materiali disponibili per i docenti, qualcosa di significativo che riporti anche

esempi pratici.

La Casa Editrice Pearson ha fatto un buon lavoro .

cliccando sull’indirizzo https://it.pearson.com/aree-disciplinari/italiano/didattica-inclusiva/didattica-laboratoriale-esempi-modelli.html, si trovano non solo impostazioni chiare dal punto di vista pedagogico e didattico, ma anche esempi specifici per la scuola superiore.

Bella la seguente definizione : "la didattica laboratoriale è una strategia di insegnamento e di apprendimento

nella quale lo studente si appropria della conoscenza nel contesto del suo utilizzo . "

Più avanti viene detto che “Fare didattica in questo modo implica per l’insegnante una ristrutturazione

del sé professionale e delle sue pratiche didattiche. Infatti:

>> Si rompe la struttura ordinata delle "materie", le discipline vengono scomposte perché si utilizzano i

«contenuti» che servono per realizzare il "prodotto”;

>> I contenuti oggetto della didattica sono sempre finalizzati al loro utilizzo per fare qualcosa; da oggetti

decontestualizzati, cioè trattati nei loro aspetti generali e astratti, diventano contestualizzati in situazioni

e attività autentiche, reali;

>> Le opportunità di apprendimento vanno identificate nel processo di sviluppo del prodotto finale.

Seguono altre riflessioni riguardanti anche la posizione dello studente e poi ci sono 4 esempi concreti di

percorsi già sperimentati.

Cliccando su “https://vivalascuola.studenti.it/5-idee-di-laboratori-didattici-per-le-elementari-4587

11.html#steps_7” si troveranno semplici proposte per la primaria, alcune molto inflazionate, ma non

sempre proposte come “laboratorio”.

Su “https://didatticapersuasiva.com/didattica/didattica-laboratoriale” vengono proposte interessanti

attività riguardanti la Scuola “media” e la materia “italiano”.

La proposta più originale e meno disciplinare si trova su https://www.savethechildren.it/blog-notizie/

5-strategie-educative-e-un-esempio-organizzare-un-laboratorio-di-successo-classe ;

si parla di un tipo di laboratorio organizzato da savethechildren e sperimentato in molte classi diverse ;

l’attività proposta vuole servire a capire se e come ogni ragazzo sta bene a scuola.

OTTOBRE 2020

la scrittura collettiva

Scrivere nella nostra società è sempre più difficile e marginale ; anche a scuola la scrittura individuale sta diventando merce rara, mancano i tempi, la motivazione, i contenuti…… figuriamoci la scrittura collettiva, ne parliamo come fosse un pezzo da museo, però il futuro potrebbe riservare sorprese positive. Per suscitare i giusti sentimenti, come non riportare le parole del grande Maestro Mario : “prima classe, seduti in cerchio si faceva conversazione; un anno dopo nasce la voglia di narrazione, di ripercorrere con le parole le esperienze, di ordinare e sistemare insieme. Il primo atto fu la stesura dell’indice e poi si cominciò tutti insieme a raccontare e a scrivere. E ogni volta io riscrivevo alla lavagna, perché era necessario rileggere insieme, rivedere, trovare le parole giuste, le parole belle…” Azioni semplici, precise , messe in un ordine tassativo, chiare nella testa del maestro ! Per chi vuole approfondire alcuni passaggi fondamentali di questa pratica è consigliabile la lettura del carteggio memorabile tra Mario Lodi e Don Lorenzo. Scrivere insieme porta alla circolarità , al lavoro di gruppo, alla negoziazione, ad un uso condiviso dei tempi e degli spazi, ad un ruolo diverso del maestro ; si supera il timore del foglio bianco , si libera la parola con cui si può giocare anche in modo creativo ! Si combattono le disuguaglianze, spesso figlie di un patrimonio linguistico-lessicale limitato. Quante le attività che si possono fare in forma collettiva ! Testi, poesie, relazioni, giornalini, storie, libri, corrispondenze interscolastiche……


NOVEMBRE 2020

L’ECOPEDAGOGIA COS’E’

Per spiegare correttamente le caratteristiche dell’ Ecopedagogia ci siamo avvalsi di un contributo pubblicato sulla rivista Sapere.it di De Agostini nel nel 2012.

Promuovere un progetto di crescita, vita e civiltà nel pieno rispetto delle risorse umane e naturali. E' questo, in estrema sintesi, il concetto che sta alla base dell'Ecopedagogia, movimento e filosofia che trova le sue basi nel pensiero di Paulo Freire, educatore brasiliano.

In una società basata sempre di più sull'individuo e sullo sfruttamento indistinto delle risorse naturali, su un pianeta vessato dall'inquinamento e dal surriscaldamento globale, l'ecopedagogia diventa un progetto che fa della sostenibilità e della biofilia le sue colonne portanti.

Ecopedagogia significa, prima di tutto, riavvicinarsi alla propria casa, la Terra, ritrovando un rapporto armonico e naturale con essa. Si tratta di un progetto educativo il cui scopo è quello di formare le nuove genera-zioni ad una crescita verde e sostenibile.

Progetto educativo in cui convivono pedagogia ed ecologia, l'ecopedagogia altro non è che una formazione partecipativa e creativa che insegna ad affrontare i problemi del reale con l'azione, la creatività e il dialogo.

L'ecopedagogia, infatti, non è mera educazione esperienziale fatta di attività all'aperto e contatto con la natura. Sono la critica e la comprensione le armi principali che l'ecopedagogia ha a disposizione per cambiare le sorti del mondo, oggi condannate dalla cultura industriale e da stili di vita poco sostenibili.

L'ecopedagogia non è il fine ultimo, ma il mezzo attraverso il quale è possibile un'alfabetizzazione ecologica che vede l'uomo non come dominatore della Terra e della natura, ma come custode delle sue bellezze, delle sue risorse e delle forme di vita che in essa vi abitano.

Non stupisce, quindi, che piano d'azione dell'ecopedagogia è, essenzialmente, la quotidianità e il reale: attraverso un approccio multidisciplinare che attiva tutti i sensi, la vicinanza all'ambito quotidiano fa dell'eco-pedagogia un apprendimento concreto che, in accordo con la Carta della Terra dei Popoli, riscopre l'importanza dell'etica ambientale.

Allo stesso tempo scopo e strumento, l’ecopedagogia è cittadinanza responsabile e modo per educare le nuove generazioni (e non solo) ad abitare la Terra valorizzando e non distruggendo i beni in essa contenuti.

In altri termini, quindi, si può dire che l’ecopedagogia mette al centro la Terra invece dell’Uomo.