La soggettività a scuola non conta...

La redattrice GiulianaParrucci vuol condividere il seguente pensiero, come al solito pungente, sintetico ed efficace di Umberto Garimberti: " a scuola non si fanno più i temi in classe con i quali invece salterebbe fuori la soggettività della persona, si fa la comprensione del testo scritto che è una prestazione, si va a guardare se un ragazzo ha una competenza linguistica però chi sia questo studente non interessa più a nessuno. Poi c'è da chiedersi che cosa voglia dire se la nostra scuola educhi o non educhi: dobbiamo dire con forza che non educa. E che la soggettività non conta proprio niente".

Commento: e se Garimberti avesse ragione? Come fare per riprendere una strada che fino a pochi anni fa era molto visibile?
Ci vuole un altro tipo di docente? Ci vogliono momenti formativi più variegati e non confinati nello spazio-classe?