Il racconto
di Natale
(di A. Cabona)

Piante da frutto antiche

di Ainino Cabona - ORTAM - CAI LIGURIA

Premessa

A Natale le mie piante da frutto antiche hanno le gemme pronte. Sono solo coperte per difendersi dal freddo e dall’acqua. Si preparano all’inverno e alla primavera, quando fioriranno e riprenderanno la piena vegetazione. In effetti, il 21 dicembre è il solstizio d’inverno e da allora la durata del giorno comincerà ad aumentare. Le mie piante se ne accorgono e cominciano a lasciare il periodo di riposo. In particolare nelle drupacee (pesco, ciliegio, albicocco, susino, mandorlo, mirabolano), alla caduta delle foglie a inizio dicembre si distinguono le gemme a fiore più grandi e tondeggianti che daranno origine a fiori e frutto e le gemme a legno più piccole e appuntite che daranno origine a nuovo legno. Nel ciliegio si vedono i mazzetti di maggio formati da 4 -7 gemme a fiore e una apicale a legno.

La storia

Nella mia famiglia, come in tutta Santa Margherita di Fossa Lupara, Sestri Levante –(GE) da secoli coltiviamo piante: la Repubblica di Genova (1097 – 1797) la teneva in gran cura tale territorio. La pianura fino al 1970 era un giardino di frutteti (prevalentemente pescheti), di oliveti, di vigneti e di castagneti. Poi l’Autostrada, le escavazioni di argilla e l’abbandono della campagna hanno in parte cambiato il volto del territorio agricolo. Rimangono oliveti, vigneti orti soprattutto nelle parti collinari. Nel terreno contiguo al mio Ernesto “Nestin” (n. 1926) coltiva fruttiferi dal dopoguerra e in seguito si è trasformato in un vivaio importante.


Il pensionamento

Dal 2008 sono andato in pensione e mi sono dedicato, fra l’altro, alla coltivazione di piante da frutto antiche. Gli olivi e alcune viti erano ancora produttivi ma dei pescheti del dopoguerra non vi era più traccia. Solo poche piante, rinnovate nel tempo precedente con mio padre. Resisteva e c’è ancora un pero di varietà coscia che stimo, avrà almeno cento anni e che anche quest’anno ha dato buone pere, qualche vite di trebbiano e albarola con qualche fico di varietà “binello” e”fiorone”. Il terreno per fortuna era integro: “profondo e di medio impasto” come attestò una perizia di un famoso agronomo di Chiavari alla fine degli anni settanta. Il pozzo costruito da mio padre era perfettamente funzionante. Così iniziò l’avventura delle piante da frutto antiche.


Le piante da frutto antiche

Intanto vediamo cosa sono le piante da frutto antiche. Sono varietà rare o dimenticate, risultato di selezioni e incroci che vanno indietro nel tempo. E’ un settore di ricerca recente di alcune Università, Istituti di ricerca, Istituiti agrari e vivai pionieri che ora ha preso campo. Come tutte le nuove attività il successo non è dietro l’angolo ma richiede impegno e determinazione, una vera e propria attività sperimentale. Facile trovare le piante: ho due vivai di riferimento uno in Toscana e un altro in Emilia, oltre ai vivai locali, primo di tutti il contiguo di “Nestin”. Anche alcuni amici hanno condiviso con me questa avventura.


Le prime difficoltà

Non ancora superati i problemi del fico abbondante in zona e di antica coltivazione, colpito da un verme al colletto. Invece l’albicocco e il castagno hanno problemi di seccagione del domestico (nesto) con crescita del selvatico (portainnesto). Difficoltà non previste per il susino, caco e nespolo germanico per l’attacco di funghi e soprattutto insetti. Abbiamo buoni successi con pesche agostane, mele, ciliegio, noci, gelso. Successo pieno invece per agrumi e melograni.

Di questa nuova frutta si sono accorti diversi animali: il cinghiale, il capriolo, l’istrice, il tasso e il topo, e naturalmente gli uccelli e gli insetti, che hanno un vantaggio competitivo nel volare. In seguito è giunta la cimice asiatica che predilige pesche e pere.


I successi

Dopo un anno di blocco della fruttificazione per la gelata del 9 aprile 2021 il 2022 è stato un anno di grande produzione. Solo l’olivo ha dato poco a causa di una drastica potatura dell’ultimo anno e per l’andamento climatico. Per fortuna a Villa Zarello la tempesta del giovedì 18 agosto 2022 non ha fatto danni.

Un caso particolare si sta verificando da alcuni anni con diverse piante di arancio amaro. Intorno al 1960 mio nonno e mio padre misero a dimora alcuni alberelli di limoni nella parte più bassa della collina. Questi limoni sono cresciuti e prodotto frutti fino a che una gelata a metà degli anni settanta ha fatto morire la parte superiore domestica. La parte sottostante (il selvatico, tecnicamente portainnesto) di arancio amaro è cresciuta. Grazie a potature, irrigazione e concime tre anni orsono ha prodotto abbondanti frutti. Così nel 2021 e 2022. Anche quest’anno si preannuncia un raccolto abbondante anche per ottime marmellate.

Tra le piante antiche coltivate con maggiore successo vi sono pesco: Fior di Maggio, Platipesca Bianca e Gialla, Michelini, Agostana; susino: San Giovanni, Regina Claudia e Ramasin; ciliegio: Bigarreau; mirabolano; giuggiolo; melo: Gambafina, Renetta del Canada, Renetta Rossa, Carla, Gelata; pero: Madernassa; gelso: Bianco e Nero; melograno, nespolo comune, vite : Moscato D’Amburgo, Moscato Trebbiano e Bianchetta.

Nell’area climatica ligure marittima temperata anche in autunno vi sono piante fiorite: il nespolo del Giappone ha il nocciolo con fiori maschili e femminili presenti sulla stessa pianta (pianta monoica). Dopo questi la prima pianta fiorita è il mandorlo in Gennaio.

Agricoltori, hobbisti e sperimentatori

Fino al 2008 mi sono occupato poco di agricoltura. Da giovane controvoglia d’estate, poi dall’Università in avanti più niente salvo un esame di Chimica Agraria. Da giovane gli studi agronomici mi hanno sempre interessato poco. Da adulto su incarico di mio padre mi occupavo di vendemmia, di rivoltare con un motocoltivatore poca terra per un piccolo orto e di mettere a dimora qualche albero da frutto. Improvvisamente ho avuto molto tempo a disposizione. Dopo varie prove di possibili attività mi sono dedicato ai fruttiferi antichi. Gli agricoltori che fanno il mio percorso sono chiamati hobbisti. Il nome deriva dal fatto che non produciamo per vendere, bensì per autoconsumo e per parenti e amici. Io mi definirei meglio uno sperimentatore. Ho seguito molti corsi in varie parti d’Italia. Ho letto riviste e libri antichi e moderni e mi sono creata una piccola biblioteca. Seguo su Internet varie ricerche sui fruttiferi verificando sul terreno.


Autunno 2022

In questo autunno siccitoso ho innaffiato gli agrumi in collina, più di rado rispetto all’estate, per tutto ottobre. Poi è piovuto abbondantemente e spero che la pioggia basti fino a maturazione dei vari agrumi da gennaio 2023. Questi i lavori in campagna da ottobre a dicembre 2022: pulizia e preparazione dell’orto, potatura degli olivi, raccolta dll’uva, delle mele, delle nespole invernali (Mespilus germanica) e dei kiwi.

Ringrazio per l’aiuto i parenti e gli amici, Anna, Marta, Maria, Pino, Ciro, Alberto, Antonio, Aldo, Ernesto “Nestin”, Paride, Maurizio, Maria Teresa, Ugo, Giobatta, Leo e i compianti Duilio e Mauro.

Con i migliori auguri di Buon Natale in compagnia delle piante, silenti ma vive e presenti.

Bibliografia: Sandro Lagomarsini, Coltivare e custodire, LEF, Firenze, 2018 - Miei articoli recenti sulla rivista CAI Chiavari.

Sestri Levante 25/12/2022 - Natale 2022