La parola ai lettori...

Come mi sono avvicinato al mondo ebraico...
di Ainino Cabona, ex Dirigente Scolastico, già presidente del CIDI del Tigullio (Genova)


Premessa

Tra le tante cose imparate nel periodo che ho dato attività al CIDI (Centro di Iniziativa Democratica degli Insegnanti), dal 1979 al 2008, una la ritengo molto importante: la conoscenza del mondo ebraico.
Sono nato nel 1947 in una famiglia di sinistra. Mio padre era socialista ed esponente dal dopoguerra della sezione di Sestri Levante “Arnaldo Terzi” del PSI, mio nonno, partigiano e nell’immediato dopoguerra segretario della sezione del PCI di Santa Margherita di Fossa Lupara (Sestri L.). Nonostante questa origine in casa si parlava poco della Shoah, anche se mio padre teneva in grande considerazione il popolo ebraico.
Da adolescente leggevo i giornali che entravano in casa, “l’Unità” in abbonamento e “Il Lavoro” che mio padre comprava giornalmente in edicola. La domenica dalla sezione del PSI giungeva “L’Avanti”.

Le prime notizie sulla Shoah

Ricordo il film Exodus di Otto Preminger del 1960 sul ritorno degli ebrei in Palestina nel primo dopoguerra, ai tempi del mandato britannico (finito il 14 maggio 1948).
Dai giornali (allora non avevamo la TV) appresi dell’arresto in Argentina il 11 maggio 1960 e di Adolf Eichmann da parte del Mossad israeliano e del suo processo in Israele nel 1961. Negli anni intorno al 1965 ricordo che mia sorella lesse, su consiglio della scuola media, “Il diario di Anna Frank”.
Dopo il 1968 nelle comunità cristiane del Sestrese che frequentavo, si cantavano le canzoni “Auschiwtz” lanciata nel 1966 dall’Equipe 84 e “Dio è morto” lanciata dai Nomadi nel 1967. Entrambe le canzoni sono state scritte da Francesco Guccini.
Nel tempo dell’impegno politico nel Pdup negli anni settanta per me era un punto di riferimento Vittorio Foa, antifascista di origine ebrea, condannato dal Tribunale Speciale, partigiano, esponente importante della CGIL, ed esponente politico del Partito d’Azione, del PSI, del PSIUP e del Pdup.

La conoscenza da adulto del mondo ebraico

Ho cominciato a frequentare il CIDI nel 1979 a Chiavari. Il CIDI del Tigullio (GE) esisteva già, fondato da Clara Vacchina, Rita Donadio e Ines Paoletti su impulso del CIDI di Genova di Elisabetta Degl’Innocenti.
Ho conosciuto personalmente degli ebrei all’inizio degli anni ottanta frequentando il Coordinamento Nazionale del CIDI a Roma e sentendo parlare Luciana Franzinetti Pecchioli (Torino 1926 – Roma 2019) Presidente Nazionale e fondatrice del Cidi nel 1972 e Bice Foà Chiaromonte (Napoli 1930 – Roma 2017) (allora usava nella scuola il nome del marito), che si è molto dedicata alle pubblicazioni del Cidi.
Diceva Luciana di essere ebrea da parte di madre mentre Bice lo era sia di madre sia di padre e il suo cognome Foà lo attestava. Ho appreso non solo e non tanto dagli interventi e documenti ufficiali quanto dalle conversazioni informali con Luciana e Bice a margine di incontri e viaggi. Da quel momento mi sono maggiormente immedesimato nel mondo ebraico, con una consapevolezza più matura.

Il Cidi dal 1979 al 1992

Luciana Franzinetti Pecchioli è venuta molte volte a Genova e nel Tigullio. Non viaggiava in aereo, si spostava in treno. Ricordo ancora con rincrescimento una sera che, a notte inoltrata, la accompagnai alla stazione di Sestri Levante per prendere una cuccetta di ritorno per Roma, dopo un’iniziativa nel Tigullio.
Luciana Franzinetti Pecchioli Partigiana, laureata in Chimica era traduttrice di opere scientifiche, insegnante di Scuola Media. Bice Foà Chiaromonte era laureata in Architettura e insegnante di Scuola Media.
Mi piace ricordare anche la collega del CIDI di Cosenza Caterina Gammaldi e il suo libro “Una vita tante storie”, edizioni Natan, 2014, che racconta l’odissea di un militare italiano Nicola, padre dell’autrice internato militare italiano nei lager nazisti per 25 mesi. Anche con Caterina parlavo allora di queste cose riportate nel libro.
Nei numerosi viaggi a Roma ho quasi sempre visitato il ghetto, che era vicino alla sede del CIDI, portico D’Ottavia, la scuola ebraica circondata da altissime recinzioni per la paura di attentati.
Al Cidi di Genova dove ho lavorato a tempo pieno dal 1986 al 1992 abbiamo collaborato con il Centro Culturale “Primo Levi” per organizzare annualmente iniziative di ricordo di quei terribili avvenimenti. E’ di questi giorni la scomparsa di Piero Dello Strologo per molti anni presidente del centro “Primo Levi”.
In quel periodo ho fatto un viaggio ai campi di sterminio organizzato dalla Provincia di Genova Con l’ANED (Associazione Ex deportati nei campi nazisti) con insegnanti e studenti di superiore: abbiamo visitato i campi di Dachau, Buchenwald, Ebensee. E’ stata un’esperienza molto toccante e indimenticabile.

Un viaggio importante

Nel 2018, alla fine dell’anno, ho fatto un viaggio in Israele organizzato dalla Diocesi di Chiavari. Ho visitato i luoghi dei Vangeli, il Muro del Pianto e a Gerusalemme il Memoriale Yad Vashem per “documentare e tramandarla storia del popolo ebraico durante la Shoah preservando la memoria di ognuna dei sei milioni di vittime”, e per ricordare e celebrare i non ebrei di tutto il mondo che rischiarono la loro vita per aiutare gli ebrei nella Shoah (27.712 persone all’1 gennaio 2020 “Giusti tra le nazioni”).
Quando si potrà di nuovo viaggiare liberamente invito tutti, e in particolare i giovani, a visitare i luoghi che ho citato e ad approfondire i temi indicati nel giorno della Memoria.