Come vengono le idee

Volevamo cominciare questa rassegna con belle parole che aiutassero la nostra riflessione; abbiamo così trovato, quasi per caso, su "Il Secolo XIX" alcuni stralci della lectio magistralis che Renzo Piano ha fatto all'inaugurazione dei corsi presso l'Università delle Scienze Gastronomiche di Slow Food. Di seguito sono riportati i passaggi principali del suo intervento.

Vorrei parlare di una cosa importante, di come vengono le idee.

Occorre farsi una domanda: quando è stato il momento in cui avete avuto la prima vostra idea? C'è una prima volta per tutto come voi sapete. Ma c'è anche la prima idea. L'importante è ricordarselo, io me lo ricordo: avrò avuto 10 anni e stavo facendo un pasticcio in camera mia, il mio primo piccolo modello. Mio fratello stava guardando e mi disse che era bello; è stato un momento importante, è quel momento in cui per un giovane si apre un mondo ma se non c'è nessuno che ti dice bravo, non puoi capirlo ed è così che si entra nel mondo prendendo il coraggio di dire la propria idea, bisogna osare, dirla e inizia quella interminabile partita a ping-pong che è la vita e questo comincia dalla scuola, è importante che siate qui in una buona scuola. Buona scuola è dove si gioca a ping pong, dove si rimandano le idee l'un l'altro.

Non è facile, al suo primo apparire un'idea non è nulla in qualsiasi campo; addirittura le persone spesso un po' diffidano della propria idea per pudore. Le idee buone le riconosci solo dopo dopo che ti sono tornate indietro, io esisto come la somma di tutte le persone che ho incontrato, delle cose che ho visto e che ho imparato. E' così che si esiste, siamo tutti rapinatori di idee rubate. Provate, a patto di restituire, magari aggiungendo qualcosa.

Non temete di avere idee! Ho passato la mia vita a rubare idee e ho cercato di restituirle più ricche, è così che si vive e ci vuole un po' di coraggio...

Commento: come al solito Renzo Piano sa essere efficace e riesce a comunicare con poche e semplici parole. Bella l'immagine della partita a ping-pong che si dovrebbe svolgere quotidianamente a scuola: i docenti dovrebbero quindi saper preparare e utilizzare il tavolo per il gioco, pur in dimensione virtuale.